Si parla di due persone che nella notte tra martedi e mercoledi scorsi hanno fatto irruzione a bordo di uno scooter nel parcheggio dei camion della ditta di nettezza urbana per poi lanciare sul rimorchio di un automezzo una bomba molotov, una bottiglia incendiaria. L’ordigno ha danneggiato il cassone, rimasto bruciacchiato. Scene da “classico” atto intimidatorio della camorra del pizzo. Mercoledi sul posto, il cantiere di via degli Etruschi, periferia nord di Acerra, in cui la ditta Tekra parcheggia i suoi compattatori, si sono recati gli agenti della scientifica e del commissariato di polizia di Acerra. Nessuno però ha visto o sentito niente. Nemmeno i dipendenti dell’impresa di nettezza urbana che l’anno scorso ha avuto assegnato dal Comune di Acerra un appalto delle bellezza di 54 milioni di euro per l’espletamento di 7 anni di servizio. Ma i fatti ci dicono che il servizio di nettezza urbana del Comune è da tempo nel mirino dei clan. Negli ultimi tre anni sono stati messi a segno tre attentati incendiari. L’ultimo è stato appunto quello nel cantiere di via degli Etruschi. In precedenza gli atti intimidatori si sono consumati prima in via De Gasperi e poi in via Fondola, zone residenziali della città. In questi due casi la tecnica è stata la stessa: giovani a bordo di scooter che bloccano per strada gli autocompattatori, fanno scendere l’equipaggio e quindi danno fuoco all’automezzo servendosi di bottiglie incendiarie. Anche da queste parti infatti il fuoco è l’arma di minaccia preferita dai clan delle estorsioni. Qualche giorno fa a pochi chilometri di distanza dall’ultimo raid è stata incendiata la stazione di servizio di Marigliano ubicata sull’autostrada Caserta-Salerno. Tornando ad Acerra nel recente passato qui bombe molotov e auto-torcia sono state utilizzate più volte contro negozi, pizzerie e altri esercizi commerciali. Ora però nel mirino è finita una delle più ghiotte occasioni di arricchimento del territorio: il multimilionario appalto della nettezza urbana. Un servizio che nel frattempo sta facendo acqua un giorno si e l’altro pure. Stipendi che saltano per i 106 dipendenti, scioperi con relativa mancata raccolta dei rifiuti e un’isola ecologica che ieri è stata anche controllata dalla polizia municipale a causa di una serie di proteste su varie disfunzioni e sulla situazione igienica dell’impianto. “Il nostro stipendio si aggira intorno ai 1400 euro netti – spiega un addetto della Tekra, che vuole mantenere l’anonimato – ma spesso è saltato. Ora però non ci sentiamo nemmeno più sicuri a causa degli attentati e questo nostro disagio lo abbiamo da tempo reso noto all’amministrazione comunale”. Paura e interrogativi. Di fronte a una mole di danaro tanto copiosa, l’appalto di 54 milioni, i sindacati non riescono ancora a comprendere i reali motivi delle frequenti difficoltà economiche che bloccano salari e mettono in discussione anche i vari istituti contrattuali destinati ai lavoratori. “Ci hanno tolto anche il ticket latte – aggiungono gli operai – l’indennità per la tutela della salute tradizionalmente destinata agli operatori ecologici”. La voce insistente che corre ad Acerra è che la Tekra stia subendo pressioni indebite provenienti da svariati ambienti. Ma si tratta solo di voci non provate. Qui, cioè in questo che è uno dei tradizionali regni dell’omertà, nessuno denuncia. Tra i pochissimi che osano tanto ci sono gli ambientalisti della zona. “Ieri abbiamo depositato – racconta Alessandro Cannavacciuolo, leader ecologista locale – una denuncia in procura sullo stato pietoso in cui versa l’isola ecologica”.
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