Associazioni locali escluse dal centro sportivo “spot” della Meloni

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CAIVANO – Le associazioni sportive di Caivano esprimono la loro frustrazione per l’esclusione dal centro sportivo Pino Daniele, una struttura inaugurata lo scorso maggio e fortemente sponsorizzata dal governo di Giorgia Meloni. Nonostante la sua inaugurazione come modello per la rinascita delle periferie, il centro, che ospita 44 discipline sportive, non è accessibile ai club locali, che da anni combattono con difficoltà strutturali nel territorio.

Il centro sportivo è stato finanziato con un ingente investimento da parte di Sport & Salute, ma la gestione è stata affidata al gruppo sportivo Fiamme Oro, sollevando perplessità tra le realtà caivanesi. Queste, infatti, sono costrette a utilizzare le palestre scolastiche del comune, spesso in condizioni non ideali, con orari poco flessibili per far fronte alle esigenze di diverse associazioni. Le richieste di inclusione da parte dei club locali non sono state accolte, ufficialmente per motivi legati alla sostenibilità economica e ai costi di gestione.

Il malcontento cresce tra le associazioni più numerose, come il Phoenix Volley, che conta circa 400 atleti. Il direttore tecnico, Francesco Dell’Aversano, sottolinea le difficoltà derivanti dall’utilizzo di strutture scolastiche degradate, con infiltrazioni d’acqua e danni strutturali. Anche il presidente del Tennis Campiglione, Enrico Ponticelli, evidenzia come i costi elevati del centro sportivo siano difficilmente giustificabili rispetto ai benefici reali, con una proposta di utilizzo che appare più come una facciata.

Caivano, un comune con 36.000 abitanti e una tradizione sportiva radicata, rischia di vedere vanificato il potenziale di crescita sociale ed economica che il centro sportivo avrebbe potuto rappresentare, se solo fosse stato più inclusivo nei confronti delle sue realtà locali.

Il Corriere del Mezzogiorno riporta – nell’edizione odierna -la delusione di chi si aspettava un’integrazione tra le risorse pubbliche e il tessuto sociale caivanese, ma che si è visto invece escluso da un’iniziativa che avrebbe dovuto essere un motore di cambiamento per la comunità.