Almaviva ai lavoratori: “Rimuovete gli striscioni”. Carabinieri in azienda

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Ultimatum del call center: sale la tensione.

 

Evidentemente proprio non vanno giù ai dirigenti dell’azienda quegli striscioni che stanno caratterizzando le immagini della vertenza più delicata in Italia in questo momento: 2511 licenziamenti pronti a scattare entro il 18 dicembre se nessuno farà nulla. Intanto quelle scritte rosse in campo bianco del tipo “Almaviva non si tocca” oppure “Giù le mani da Almaviva”, appese all’esterno del perimetro dell’ufficio di Napoli del call center, in via Brin, stamattina sono diventate il bersaglio privilegiato del gruppo. Si è addirittura scomodato un dirigente di Roma per farle rimuovere. Il manager ha lasciato la capitale per precipitarsi personalmente a Napoli. Quando è giunto nell’ufficio partenopeo ha subito chiamato i carabinieri, che sono accorsi in forze all’interno della moderna palazzina in cui lavorano 845 persone. Le foto dell’ “irruzione” dei militari sono state subito postate nei social network dai dipendenti, che hanno stigmatizzato l’azione delle forze dell’ordine: “In una zona piena di parcheggiatori abusivi che ogni giorno ci chiedono il pizzo, in una zona che è da sempre terra di nessuno, zeppa di delinquenti, ma in cui non interviene chi è preposto a farlo adesso accorrono in forze per far zittire noi lavoratori”. “Il loro obiettivo è provocare al punto da far salire la tensione ai massimi livelli – spiega Francesco De Rienzo, rsu della Slc Cgil di Almaviva Napoli – intanto sto ancora aspettando la convocazione del ministero dello Sviluppo Economico  visto che il ministro del Lavoro Poletti in diretta televisiva  ha detto che farà di tutto per far rispettare l’accordo del 31 maggio, poi non rispettato dall’azienda che a ottobre ha preferito dare il via a una seconda procedura di mobilità”. Il riferimento di Francesco è alla trasmissione Carta Bianca di Bianca Berlinguer, in onda su Rai 3. Nell’ultima puntata il rappresentante sindacale di Napoli ha rivolto una serie di domande infuocate a Poletti, il quale ha risposto piccato. Nel frattempo la tensione a Napoli resta alta. Sabato scorso i dipendenti hanno occupato per diverse ore la sede a causa di una serie di istituti e diritti, ferie e permessi, che non possono più essere goduti in via volontaria dai lavoratori.  Che oggi hanno fatto un altro piccolo sciopero, all’esterno dei cancelli. Comunque l’atteggiamento complessivo delle maestranze è caratterizzato da un sostanziale attendismo. E forse proprio questo comportamento moderato e riflessivo sta dando paradossalmente fastidio a qualcuno.