Sant’Anastasia. Sull’isola ecologica ci sono troppe versioni contrastanti

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La scelta di ubicare l’isola ecologica in una zona diversa da quella prevista inizialmente, viene spiegata dal sindaco con diverse ragioni, tutte in contrasto tra loro. Qual è la verità?

Gentile Direttore del IlMediano,

siamo costretti a chiedere ancora una volta spazio sul suo giornale per fare chiarezza sull’intricata vicenda dell’isola ecologica a Sant’Anastasia, prevista dall’amministrazione Pone in via Pertini (Boschetto) e i cui lavori doveva iniziare già nell’ottobre 2010. L’amministrazione Esposito, con delibera N.178 del 5/10/2012, decideva di individuare un nuovo sito in via Petrarca (Romani) in un’area confinante con l’Istituto Comprensivo “Elsa Morante” ed il Parco Quadrifoglio.

Martedì 24 luglio i cittadini del quartiere Romani hanno manifestato ancora una volta il loro dissenso non verso la realizzazione dell’isola ma nei confronti del procedimento adottato dal Sindaco Esposito.
Ha colpito innanzitutto l’imponente dispiegamento di forze dell’ordine (polizia in tenuta antisommossa, carabinieri e vigili urbani) e il divieto fatto ai cittadini di entrare nella sala consiliare dove si svolgeva, paradossalmente, l’incontro sul “PUC partecipato”. Quale migliore occasione per discutere dell’uso del territorio in modo condiviso e partecipato con i cittadini benché con opinioni divergenti da quelle del sindaco? Oggi il sindaco ha finalmente dato la sua versione del perché ha deciso di spostare il sito inizialmente prescelto.

Secondo il sindaco il sito in via Pertini non è risultato idoneo perché:
“il progetto presentava una difformità: il suolo non era direttamente accessibile da strada pubblica e questo non rispettava i crismi previsti per ottenere il finanziamento provinciale. In seguito, sempre l’Ente provinciale, su esplicita richiesta del Consiglio Comunale di S.Anastasia, ha indicato che quell’area avesse una connotazione spiccatamente turistica”.
Intanto colpisce che queste spiegazioni arrivino così tardive nonostante vi siano stati due incontri durante i quali il sindaco si è ostinato a spiegare che un’isola ecologica è un impianto non nocivo alla salute, cose ben note a tutti. Anche da parte della nostra associazione abbiamo a più riprese, con manifesti e articoli, chiesto spiegazioni e incontri senza mai ricevere alcuna risposta.

Entrando poi nel merito delle dichiarazione del sindaco stupisce che queste importanti motivazioni non siano presenti nella delibera N.178. In quella delibera infatti si parla soltanto dei tre seguenti punti:

1. …sulla scelta dell’area si erano già avute rimostranze da parte di cittadini residenti…

2. …perveniva nota dello Studio legale Avv. A. Tabellini …con la quale il medesimo, in rappresentanza del sig. Aliperti Vito, diffidava il Comune a non effettuare alcun transito né pedonale né carraio nella zona …

3. Il PSO (Piano Strategico Operativo) in corso di adozione individua l’area prescelta per la realizzazione dell’IE nella fascia di eccellenza turistica per la vicinanza della medesima al Santuario di Madonna dell’Arco prospettandosi per essa un differente sviluppo urbanistico;

Il punto 1) è privo di senso perché, secondo la logica del sindaco, un impianto utile alla comunità non si sarebbe dovuto bloccare per volere di pochi cittadini.
Per il punto 2) si parla di una diffida da parte dell’avv. Tabellini. Non si accenna minimamente ad una difformità dal bando per le vie di accesso. L’avv. Tabellini diffidava, impropriamente, il comune di accedere al suo fondo, ignorando il concetto elementare di servitù prediale. Cosa ancora più grave è che nel bando della Provincia (bando del 12/9/2008) non si accenna minimamente a questa questione mentre gli unici requisiti erano che i comuni dovessero 1) essere proprietari dell’area e 2) attuare la raccolta differenziata. Altra condizione è che i lavori iniziassero entro l’ottobre 2010.

Per il punto 3) si rasenta il ridicolo perché il PSO (che si occupa prioritariamente della messa in sicurezza del territorio vesuviano e del decongestionamento, premiando la riconversione d’uso degli immobili residenziali) risale all’ottobre 2006 (vedi sito della Provincia di Napoli) e la Provincia ha approvato e finanziato il progetto del Comune nel 2009 senza fare alcuna osservazione circa la “spiccata vocazione turistica del sito”.

Insomma le cose riferite dal sindaco sono inesatte e contraddittorie. Le possibilità allora sono due: o la delibera N.178 è stata redatta dagli uffici con superficialità e approvata con ignavia dalla giunta o le dichiarazioni del sindaco non corrispondono alla piena verità. Delle due l’una. Inoltre, alla “verità” del sindaco se ne aggiungono altre sentite da consiglieri comunali. Ad esempio, il consigliere Mario Gifuni ci ha riferito solo poche settimane fa che il sito di via Pertini era inidoneo perché l’area di proprietà del comune era insufficiente. Insomma: quante verità, qual è la verità?

La verità è invece molto semplice. Tutto è stato fatto per favorire gli amici del sindaco, il quale si avvita su se stesso dichiarando il tutto e il contrario di tutto. Quando si sente dire queste cose il sindaco si innervosisce e minaccia le denuncie. Ben vengano se tutta questa vicenda finisce nelle mani di un giudice che potrà giudicare la liceità del suo procedimento. Per fugare ogni dubbio il sindaco dovrebbe non solo parlare ma esibire tutte le documentazioni che cita, aprire le porte del comune ai cittadini dando libero accesso ai documenti in questione in possesso dell’amministrazione comunale, compreso la richiesta di proroga dei tempi originariamente prefissati per l’assegnazione del finanziamento alla provincia per la realizzazione nella nuova area e il suo esito (anche questo un mistero).

Vorremmo concludere questa nota con una riflessione su un leitmotiv da parte di alcuni seguaci del sindaco che non perdono occasione per accusare gli abitanti dei Parchi Quadrifoglio e Boschetto di aver “avuto” le case a prezzi stracciati 30 anni fa e di lucrare sul fatto che oggi esse valgano molto di più. Insomma una sorta di speculatori edilizi, termine che il sindaco stesso (degno maestro) ha ripetutamente rivolto ai membri di neAnastasis. Queste volgari aggressioni non meriterebbero nemmeno una risposta. Vorremmo far notare al sindaco e ai suoi seguaci che si stanno riferendo a operai che si sono guadagnati la casa chiedendo una licenza, pagando le tasse e pagando un mutuo di ben 25 anni. Quanto poi alla rivalutazione delle case c’è da chiedersi quale casa dopo 30 anni non abbia subito una rivalutazione del suo valore iniziale.

Coloro che fanno queste accuse, celano un livore profondo nei confronti di cittadini che abitano in questo paese da anni e che vengono considerati sempre dei “forestieri” e degli intrusi.
Ritornando alla questione isola ecologica riteniamo che siamo giunti oramai ad un punto in cui è il caso di mettere da parte la demagogia e discutere nel merito della questione con trasparenza e democrazia per tentare di trovare una soluzione. Il rischio serio è di esasperare gli animi e finanche perdere il finanziamento.

Come associazione non ci esimiamo da un confronto costruttivo con l’amministrazione per individuare una soluzione condivisa nel rispetto della legalità.
Associazione civica neAnastasis