Focus sul piccolo complesso all’interno del parco che l’amministrazione Esposito ha dato in locazione alla ditta Sandi Leonessa, tra tante ombre e poche luci.
Nel precedente articolo pubblicato su questo giornale il 26/9/2013, abbiamo riportato la lunga vicenda della villa Tortora-Brayda. Alla fine dell’articolo si è accennato al piccolo complesso ricettivo che l’amministrazione comunale ha dato recentemente in locazione alla ditta Sandi Leonessa. Vogliamo ora ritornare su quest’argomento per meglio rendere comprensibile tutta la faccenda con le relative implicazioni urbanistiche, legali e procedurali.
A beneficio dei lettori riportiamo per primo i tratti salienti della vicenda.
Nel dicembre 2002, a conclusione di una transazione con la cooperativa IDAS, proprietaria dell’area, il comune entra nel pieno possesso del complesso Tortora-Brayda, destinato dagli strumenti urbanistici a parco pubblico. Nel 2008 si approva, nell’ambito dell’area del parco e lungo il confine con via Romani, la progettazione di un piccolo complesso ricettivo, costituito da saletta d’ingresso e bagni. I lavori terminano nel 2011 e collaudati nel successivo anno senza dar luogo al successivo utilizzo del manufatto.
Ad aprile di quest’anno, l’amministrazione comunale assegna, previa procedura di gara, in locazione per 10 anni, con possibilità di rinnovo, alla ditta Sandi Leonessa, al modico canone di € 720 mensili, il complesso recettivo, comprensivo di vasta area esterna di pertinenza, per la distribuzione, come recita il bando di gara, di alimenti e bevande. La ditta Leonessa, che evidentemente ha in mente ben altro e più proficuo uso, senza alcuna autorizzazione, esegue una serie di lavori di adattamento, tale da suscitare ad agosto un’interpellanza rivolta al sindaco e agli uffici comunali preposti da parte di alcuni consiglieri comunali. Tale interpellanza è riscontrata poco dopo dai responsabili dei lavori pubblici e del patrimonio che chiariscono che l’amministrazione non ha autorizzato né affidato l’esecuzione di alcun lavoro.
C’era da aspettarsi che il sindaco intervenisse subito per il ripristino della legalità, come richiesto dai consiglieri interpellanti, e invece, al motto “gli abusivisti vanno sempre assecondati”, convoca su due piedi la giunta comunale e fa approvare, con la deliberazione n. 276 del 4/9/2013, le modifiche apportate con i lavori eseguiti, compresa una non precisata struttura esterna smontabile e temporanea, ancora da realizzare. In pratica si approva, nel complesso di un parco pubblico, la realizzazione di un complesso bar-ristorazione, con vasta area esterna, a uso di un privato al modico canone mensile di € 720 mensili. La foto evidenzia quanto si sta realizzando: un ulteriore volume edilizio con struttura in ferro ancorata a terra, che certamente temporanea non è, considerata la locazione per 10 anni, con possibilità di rinnovo.
Precisato quanto sopra, elenchiamo ora gli abusi e le illegalità perpetrati:
1) le norme d’attuazione del vigente piano regolatore così recitano, art. 34, pag. 44: nelle aree a verde pubblico attrezzato, qual è il parco in argomento, è consentito soltanto la costruzione di attrezzature per il gioco dei bambini, la sosta e il riposo degli adulti; altro che bar-ristorazione o qualsiasi altra cosa;
2) allorché è indetta una gara pubblica per un oggetto X, non è legale assegnare all’aggiudicatario della gara un nuovo oggetto costituito da X + Y, come nel caso in esame; occorrerebbe indire nuova procedura di gara per il diverso oggetto;
3) qualsiasi modifica al territorio, essendo il nostro comune soggetto a tutela ambientale, richiede una progettazione che deve essere esaminata ed approvata, in primis, dalla commissione comunale per i beni ambientali, successivamente dalla sovrintendenza ai beni ambientali, per poi ricevere il visto di conformità urbanistico con relativo rilascio del permesso di costruire da parte del dirigente responsabile del competente ufficio comunale e non certo dalla giunta, (art. 13 del testo unico sull’edilizia del 6/6/2001 e art.107 del DLgs 18/8/2000 n. 267); la deliberazione di giunta comunale n. 276 del 4/9/2013, prima richiamata, è da ritenersi illegittima a nostro parere;
4) ultima considerazione da farsi è relativa all’ingresso alla nuova struttura situato all’inizio di un tratto in curva su via Romani, che è a doppio senso di circolazione, con l’inevitabile rischio costituito dalle macchine lasciate in sosta dai proprietari che vi accederanno; sorge, quindi, l’ovvio interrogativo su come farà il comando dei vigili urbani ad autorizzarne la gestione.
Alla luce di quanto esposto, invitiamo il dirigente dell’ufficio urbanistico del comune ad appropriarsi delle sue competenze e prerogative, ordinando la sospensione dei lavori in questione ed il ripristino dei luoghi, e i consiglieri comunali a vigilare con più attenzione sui provvedimenti della giunta comunale.