Fuori dalla Enam di Pomigliano Nicola Di Raffaele e Michele Cantone, fratello del procuratore nazionale anticorruzione. Polemiche sulle loro spese. Russo ha agito per salvare un’azienda che rischia il tracollo.
Il cambio al vertice era nell’aria da tempo. Si è concretizzato nella giornata di lunedì, con un’azione smarcante del sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo, cioè con una convocazione dell’assemblea dei soci ottenuta grazie al placet del collegio dei revisori dei conti.
Risultato: sono stati rimossi i vertici che hanno governato l’Enam negli ultimi quattro anni e mezzo. Già nella mattinata di lunedì avevano fatto fagotto il presidente della società comunale di nettezza urbana, Nicola Di Raffale, fedelissimo di Luigi Cesaro, e i due componenti del consiglio di amministrazione, Fabio Sarro, fratello di Carlo, deputato di Forza Italia, e Michele Cantone, fratello di Raffaele, presidente dell’autorità nazionale anticorruzione. Intanto con l’assemblea dei soci, tenuta nel pomeriggio di lunedì, Russo, nella sua qualità di rappresentante del socio unico di Enam, cioè il comune di Pomigliano, ha nominato l’avvocato Alessandro Izzo quale nuovo amministratore unico dell’azienda pubblica.
Ma questo cambio al vertice non è stato indolore. Dopo il rinvio da parte del tribunale di Nola della sentenza sul concordato preventivo, richiesto l’anno scorso dalla Enam, Russo aveva chiesto a Di Raffaele di convocare al più presto l’assemblea dei soci. Obiettivi: le dimissioni del cda e la nomina del nuovo amministratore. Ma la risposta ha disatteso le richieste. L’ormai ex manager aveva convocato un consiglio di amministrazione per venerdì 23 gennaio, allungando così i tempi dell’adunanza. A quel punto Russo ha convinto i revisori dei conti a scendere in campo convocando l’assemblea, tenuta quando ormai i tre componenti del cda avevano definitivamente abbandonato da qualche ora gli uffici di via nazionale delle Puglie.
Infine l’assemblea con il sindaco e i revisori e la nomina di Izzo, un recente passato da assessore a Pomigliano. Intanto ci s’interroga sui perchè della rimozione di Di Raffaele, Sarro e Cantone. Secondo quanto trapelato hanno pesato il clima di forte conflittualità tra l’azienda e i lavoratori ed è venuto meno il rapporto di fiducia tra il comune e il cda. Hanno infastidito pure la scarsa presenza quotidiana dei vertici negli uffici della sede centrale e le carenze gestionali, a cui ha dovuto rimediare personalmente lo stesso sindaco.
Non è finita: i maggiori compensi percepiti dal cda, contrariamente alle indicazioni dell’amministrazione comunale, e il mancato adempimento degli obblighi previsti per statuto e necessari a consentire i controlli da parte della municipalità. Dulcis in fundo la scarsa trasparenza sul rilascio di informazioni circa le spese. A ogni modo l’eredità più scottante è la difficile situazione finanziaria dell’Enam, nonostante i tagli ai salari e il supporto offerto dal comune. Il prossimo 19 febbraio il tribunale di Nola dovrà decidere se approvare la richiesta di concordato. Pena il fallimento.


