PAURE IN CITTÁ, LA SICUREZZA IN CAMPANIA

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    In Campania i cittadini si sentono molto insicuri e hanno scarsa fiducia nelle forze dell”ordine. Di seguito, l”analisi dei dati di una ricerca sulla sicurezza a Pompei. Di Amato Lamberti

    La situazione generale della criminalità in Campania risulta caratterizzata da notevoli criticità. Gli elevati tassi di criminalità dipendono fondamentalmente da un lato dalla delinquenza collegata alla criminalità organizzata di tipo camorristico, tuttora fortemente radicata nel territorio, e dall’altro da altre forme di devianza favorite dalla persistente crisi economico sociale e dall’ingresso di immigrati clandestini che in molti casi vengono assorbiti nei giri criminali.

    Per quanto riguarda la criminalità nel comune di Pompei si riscontra una situazione abbastanza controllata, mentre nel suo immediato nelle zone limitrofe, quali Torre Annunziata e Castellammare, il clima è alquanto devastante, poiché l’attività di contrasto e prevenzione risulta ostacolata anche da condizioni socio-ambientali sfavorevoli. I delinquenti comuni agiscono spesso in piccole bande costituite prevalentemente da minorenni immigrati e si dedicano in primo luogo a scippi e borseggi, inoltre persistono anche a rapine, furti d’auto e in appartamento, spaccio di stupefacenti. Un forte elemento di criticità nella città è costituito dal crescente fenomeno dell’immigrazione, prevalentemente Rom, la cui attività principale è costituita dall’accattonaggio.

    Sono infatti numerosi quelli che non dispongono di un lavoro stabile e vivono gestendo autonomamente attività illecite di vario genere, prevalentemente utilizzando minorenni che si dedicano in primo luogo a scippi e borseggi.
    In questo contesto generale cresce nell’opinione pubblica una sensazione diffusa di insicurezza e di conseguenza una forte esigenza di risposte più efficaci e concrete da parte del Governo e delle forze dell’ordine. Una richiesta di sicurezza crescente in particolar modo in seguito all’ulteriore diffusione dei crimini che suscitano l’allarme sociale che hanno coinvolto nelle guerre fra i clan anche cittadini estranei alle conflittualità criminali .

    Alla domanda “Quali fatti costituiscono un problema nella zona in cui abita” il 31% degli intervistati afferma che nella città ciò che desta più preoccupazione sono gli scippi, seguiti dal 28% tra il traffico di droga e l’uso della stessa e una notevole percentuale anche per quanto riguarda il degrado ambientale.

    Il vissuto degli intervistati rispetto ad episodi di criminalità e microcriminalità subìti evidenzia come il 30% dei cittadini sia stato mai vittima di un reato nella sua vita, e, nell’ultimo anno (2010), come questa quota sia pari al 42% dei pompeani con più di 18 anni. Il reato di cui sono più frequentemente vittima i residenti è il borseggio/scippo (45%), seguito dal furto di auto/motociclo (7%) e da altri furti (15%). Dunque, sono soprattutto i reati connessi alla micro delinquenza, in particolare i furti, a causare danno alla popolazione.
    Tuttavia, una consistente parte delle vittime (41% circa) decide di non sporgere denuncia alle autorità; le ragioni principali di tale comportamento sembrano essere maggiormente attribuibili alla sfiducia che i cittadini hanno nell’operato delle forze dell’ordine (44% di consensi) e al fatto che non sia stato un episodio grave, in termini di perdite economiche subite (20%).

    La sfiducia nelle forze dell’ordine non sembra, però, dovuta ad una mancanza di fiducia nella loro capacità d’indagine, quanto piuttosto deriva dalla consapevolezza della vittima che, data l’esiguità di informazioni sul reato subito, vi sono poche speranze che questi possano fare qualcosa.
    La sensazione che la città sia diventata più pericolosa negli ultimi anni è molto presente nella popolazione. Infatti, circa il 65% dei residenti ritiene che la città sia diventata più pericolosa mentre oltre il 31% crede che sia ugualmente pericolosa rispetto al passato; solo il 4% dei residenti afferma che Pompei è diventata meno pericolosa in tale periodo.

    Rispetto ai dati dell’indagine, multiscopo ISTAT, la Campania detiene, il primato per percezione, da parte dei cittadini, di insicurezza nella propria città, e del rischio di criminalità. Negli ultimi anni la percezione del rischio di criminalità è sempre stata superiore alla media nazionale e avvertito da una quota costantemente maggiore del 40% delle famiglie in tutto il periodo considerato, con punte di circa il 58%. La paura degli abitanti nei confronti degli episodi di microcriminalità genera una serie di comportamenti atti a ridurre il rischio di subire reati. Il cittadino cerca di evitare particolari zone della città o di uscire quando è buio e di essere solo in casa di notte, a volte anche modificando le consuete abitudini, come uscire a piedi per la città di sera.

    Analizzando la domanda in cui si chiede ai residenti il grado di sicurezza che si ha camminando per strada quando è buio ed è solo nella zona in cui si vive, abbiamo i seguenti risultati: più del 50% degli intervistati è poco sicuro e il 38% non è per niente sicuro, solo il 2% ritiene di sentirsi molto sicuro. I cittadini ripongono la loro fiducia nelle forze dell’ordine nel seguente ordine, Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Municipale con circa 27% di coloro che ripongono molta fiducia in quest’ultima. In conseguenza di ciò i residenti ritengono opportuno che uno dei compiti assegnati alla polizia municipale dovrebbe essere proprio quello di sorveglianza delle scuole e luoghi pubblici, nonché dei quartieri di residenza. Inoltre un’altra problematica di interesse della polizia municipale secondo i cittadini dovrebbe essere l’accattonaggio, mediazione di litigi e conflitti e guida pericolosa.

    I dati presentati in questa ricerca confermano l’esistenza di una forte differenza tra sentimento di insicurezza dei cittadini e condizioni di sicurezza del territorio: c’è più sicurezza nella realtà che nella percezione dei cittadini. Tuttavia non sempre la domanda di sicurezza risponde ad una realtà oggettiva, essendo spesso frutto del condizionamento effettuato dai media, che contribuiscono a gonfiare la percezione dei comportamenti criminali, anche laddove il loro peso quantitativo sia rimasto relativamente costante nel tempo.

    Nonostante ciò non è possibile sottovalutare la percezione di insicurezza individuale e collettiva che esiste nel nostro Paese, in quanto tale sentimento non si esaurisce nella dimensione interiore dei singoli, non è un mero disagio psicologico. Esso è piuttosto una rappresentazione sociale che di per sé, a prescindere dalla sua fondatezza, condiziona i comportamenti individuali e collettivi, gli stili di vita, l’esercizio delle libertà fondamentali, come la libertà di spostarsi da un posto all’altro, la qualità delle relazioni interpersonali, l’opportunità di godere degli spazi della città a proprio piacimento. Se un cittadino ritiene che i delitti rimangono impuniti si sente insicuro, a prescindere dalla reale condizione di sicurezza propria e del proprio territorio. In Italia nel 2008 sono rimasti ignoti l’81% circa degli autori dei delitti denunciati, in particolare il furto è il reato per il quale si registra il più alto livello di impunità (92% circa).

    Sicurezza significa anche certezza della pena e della sua esecuzione. Non è sufficiente che i processi siano effettuati in tempi compatibili con la civiltà giuridica di un paese avanzato, ma è necessario, soprattutto, che la pena sia effettivamente applicata. Le proposte di amnistia e di indulto (si veda la legge 241/2006) vanno contro questa esigenza, perché eludono e non risolvono i problemi, perché sottraggono senso e credibilità alle regole, il cui rispetto diventa un elemento opzionale e non un fondamento indefettibile della convivenza civile. L’abuso di atti di clemenza è di per sé un fattore che genera insicurezza.

    Secondo la seconda indagine multiscopo, la regione con la più alta percentuale di persone che si sentono poco o per nulla tranquille uscendo da sole di sera è la Campania (38,9%). La situazione generale della criminalità in Campania, come abbiamo già detto, risulta caratterizzata da notevoli criticità. Gli elevati tassi di criminalità dipendono fondamentalmente da un lato dalla delinquenza collegata alla criminalità organizzata di tipo camorristico, tuttora fortemente radicata nel territorio, e dall’altro da altre forme di devianza favorite dalla persistente crisi economico-sociale e dall’ingresso di immigrati clandestini che in molti casi vengono assorbiti nei giri criminali.

    È proprio la connotazione violenta dei delitti a spiegare perché è la Campania a detenere il primato per percezione, da parte dei cittadini, di insicurezza nella propria città, e del rischio di criminalità.
    (Fonte foto: Rete Internet)

    CITTÀ AL SETACCIO