Napoli, un comitato per l’anniversario della scomparsa di De Filippo

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Un comitato istituzionale seguirà e promuoverà iniziative per commemorare l’anniversario della scomparsa dell’attore di Napoli Milionaria.

La novità rispetto agli anni di De Filippo è che quel degrado di Napoli, quella disperazione, hanno imparato a celarsi, a nascondersi per bene tra le righe. Nell’esaltazione che vi è nello stappare una bottiglia con la barca attraccata al porto, con l’intento di stare allo sguardo altrui; nella tristezza di chi pur non avendo amici non rinuncia a prender parte al vernissage per l’inaugurazione dell’ultima galleria in centro; negli occhi di chi suggerisce che la guerra non è mai finita, nel locale all’avanguardia che riapre dopo che esser stato oggetto di infiltrazioni camorristiche. Ma Eduardo De Filippo manca: a trent’anni dalla sua morte, è pronto un comitato che segua, coordini e promuova iniziative culturali per la celebrazioni dell’anniversario della sua scomparsa.

La proposta è emersa nel corso di una riunione che si è svolta all’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli: durante l’incontro si è deciso di avanzare al ministro Bray, attraverso il sindaco de Magistris, la richiesta formale di istituire il comitato di lavoro nazionale. Il Comitato istituzionale dovrebbe vedere la partecipazione delle istituzioni locali e di tutte le università di Napoli, insieme all’Accademia delle Belle Arti, del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella”, della Società napoletana di Storia Patria, dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, della Biblioteca Nazionale di Napoli, del Ministro dei Beni e le Attività culturali e del Turismo nelle sue diverse articolazioni.

Insomma, le intenzioni per cogliere lo spunto della commemorazione e farne motivo di kermesse, annuale, sembrano – a buon ragione – esserci tutte. Nella continua incapacità di comunicazione tra individuo e società, Eduardo ha saputo mettere splendidamente in luce la necessità di trovare un linguaggio efficace, realista e “senza maschere”. Con personaggi forti, dalla dignità popolare, arricchiti di temperamenti d’acciaio, che mascherano le debolezze senza perdere mai il decoro. Non stiamo parlando di Antigone o Medea, neppure di Filumena Marturano, la più cara delle “creature” di Eduardo. Forse, delle mille donne umiliate e offese che ancora sono qui, che ancora riescono a reinventarsi dal nulla un’identità di madre e di nonna. E ancora, delle mille e mille persone qui a Napoli, che in base ad una loro personale Costituzione, vogliono solo avere giustizia.

 CAMPANIA CONTEMPORANEA