“L’ADOLESCENTE SI ESPRIME SOPRATTUTTO SE SCRIVE”

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    Dentro e fuori le aule si faccia in modo che l”adolescente trovi lo spazio per narrare sè, per realizzare la sua storia. È in questo modo che si mette in discussione e opera scelte.
    Di Annamaria Franzoni

    Dopo essere stata prevalentemente “una maestra a righe” (è così che i bambini denominano l”insegnante delle discipline linguistico-espressive), sono divenuta Professoressa d”Italiano: in pratica il mio interesse e la mia attività è stata rivolta, per ormai diversi decenni, alla pratica della lettura e della scrittura nella formazione di bambini, prima, di adolescenti, poi.

    Da sempre quindi, come ogni docente, di qualsivoglia disciplina, mi sono impegnata ad attivare un processo di produzione legato alla padronanza di abilità tecniche nell”uso della lingua per far sì che il giovane educando realizzasse un rapporto creativo con il mondo esterno e tale processo sviluppasse conoscenza.

    È certamente la scrittura il dispositivo formativo che consente ai nostri adolescenti di fare tesoro del loro quotidiano, di fare esperienze, che accompagnano il passaggio “dal fare esperienza all”avere esperienza” (Jedlowski 1994) e che permette, quindi di indirizzare la familiarità con la attività scolastico/formativa verso un saper fare meglio, un essere più a proprio agio, in un clima di peer collaboration, anzichè verso la meccanicità e l”automatismo.

    Solo se l”adolescente scrive in prima persona, si esprime con tutto se stesso, si implica, prende la parola, sperimenta rapporti sociali, rimette in discussione se stesso e opera scelte.
    Il nostro giovane scrittore gioca con le parole e nel contempo si appropria della scrittura e della lingua in un agito che gli offre la possibilità di sperimentare un”attività nella quale apprendimento e creazione procedono affiancate.

    In tale processo la scrittura compie una funzione espressiva, genera un”opportunità di scambio liberatorio e mette in lavorazione le proprie esperienze rendendo il narratore presente a se stesso e artefice di una consapevolezza nuova .

    Ecco perchè io credo che dentro e fuori le aule l”adolescente debba trovare o debba essere invitato a trovare spazi di narrazione del sè, che possano aiutare il nostro a realizzare la sua storia, la sua memoria storica senza la quale egli non può esistere: i testi scritti che pongono le basi di un buon tema o saggio breve è necessario che scaturiscano da emozioni forti generate da un io interiore, oppure da situazioni forti fisicamente o emotivamente sperimentate e solo dopo si passerà alla pratica di stili, generi e forme testuali diverse.
    (Fonte foto: Rete Internet)