LA CRISI É IL SEGNO TANGIBILE DEL FALLIMENTO DEL NOSTRO MODO DI VIVERE

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    Nell”infuriare della crisi economica dell”Unione Europea, di cui anche il nostro Paese soffre le pesanti conseguenze, l”Africa nera è ancora una volta scomparsa dalla ribalta massmediatica. Di Don Aniello Tortora

    Siamo tutti preoccupati dello «spread» e delle oscillazioni imprevedibili della Borsa e dimentichiamo quali sono i valori indispensabili per uscire dalla crisi. Valori che pescano nelle profondità dell’uomo, e che resistono alle tempeste dei mercati. Il viaggio di Benedetto XVI nel Benin si presenta come una boccata d’aria fresca nella svigorita atmosfera di pessimismo che si respira.

    Due espressioni del Papa, tra i tanti discorsi, vanno ricordate. Rispondendo in aereo alla domanda di un giornalista, ha tessuto l’elogio del popolo africano: «Questa freschezza della vita che c’è in Africa, questa gioventù piena di entusiasmo e di speranza, ma anche di umorismo e di allegria, ci mostra che c’è qui una riserva umana, una freschezza del senso religioso, una percezione della realtà nella sua totalità con Dio; non questa riduzione al positivismo, che restringe la nostra vita, la fa un po’ arida e spegne anche la speranza… Un umanesimo fresco quello che si trova nell’anima giovane dell’Africa … Qui c’è ancora una riserva di vita e di vitalità per il futuro, sulla quale possiamo contare».

    E all’aeroporto della capitale Cotonou, rispondendo al saluto del presidente del Benin Bony Yayi, ha sottolineato che il passaggio alla modernità deve essere guidato da criteri che si radicano nella dignità della persona, nella grandezza della famiglia e nel rispetto della vita, in vista del bene comune.

    Benedetto XVI ha scelto il Benin perché la storia della evangelizzazione di questo Paese è esemplare di quanto ha detto nei due passaggi citati. Oggi il Benin è uno dei (non molti) Paesi dell’Africa nera che ha raggiunto la stabilità politica e una democrazia compiuta, lo sviluppo economico-sociale e la pacificazione fra le varie etnie, traguardi che lo rendono in qualche modo esemplare per l’Africa nera.

    Il Benin incarna i valori e le virtù umane ed evangeliche che l’influsso delle missioni cristiane ha contribuito a far crescere. Le élite nazionali sono ancor oggi uscite in buona parte dalle scuole che i missionari hanno fondato fin dalla seconda metà del diciannovesimo secolo. Un seme di civiltà e di sviluppo che ha portato frutto per tutta quella terra.
    Forse è il caso che anche noi “occidentali” impariamo dall’Africa. L’attuale crisi è il segno tangibile del fallimento del nostro modo di vivere. Il neo-liberismo selvaggio, sfrenato, senza regole ha dimostrato la sua fragilità. E’ tempo di ritornare, anche per noi, alla freschezza della vita, alla sobrietà, ai valori veri. Al dire grazie, come fanno gli africani, per ogni dono ricevuto e ottenuto con sacrificio. Al senso di appartenenza, di fraternità, di gratuità, di solidarietà, di attenzione al più debole.
    (Fonte foto: Rete Internet)

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