Il recente voto ha determinato delle novità un po” ovunque. In Campania invece, ci sono sempre le stesse facce. Segno della forte tenuta delle reti clientelari. Di Amato Lamberti
Si cambia. La tornata elettorale che ha interessato la Francia, la Grecia, ma anche l’Italia dei Comuni, sta dimostrando che la politica del rigore a senso unico, modello tedesco, non convince i cittadini europei che la giudicano troppo squilibrata nella difesa delle posizioni forti dell’attuale sistema economico.
In Francia la vittoria di Hollande mette in crisi il patto di ferro Merkel-Sarkozy e apre scenari nuovi di politiche orientate allo sviluppo in grado di produrre ripresa dell’economia e dell’occupazione. La situazione francese, dal punto di vista economico, è molto simile a quella italiana, dalla crescita ferma all’aumento dei tassi di disoccupazione, per cui si può prevedere che anche in Italia, sia pure in una parziale consultazione amministrativa, verranno penalizzati i partiti che sostengono la politica di rigore del Governo e verranno premiate quelle forze politiche che chiedono politiche di crescita e anche quei movimenti che sostengono un radicale rinnovamento, fino all’uscita dall’euro. Una posizione oltranzista, questa dall’uscita dall’euro, che ha però il difetto di non saper indicare nemmeno le modalità tecniche con le quali potrebbe realizzarsi.
Vale per l’Italia ma anche per la Grecia nella quale i partiti che sostengono l’uscita dall’euro sono stati tutti premiati, comprese le forze più oltranziste di ispirazione neonazista, insieme con quelle di estrema sinistra che in Grecia hanno sempre avuto un forte radicamento. In Italia l’attesa è tutta per i risultati di partiti come la Lega e di movimenti come Cinque Stelle che sostengono la necessità di uscita dall’euro, anche se in modo generico e senza precisare le modalità tecniche e amministrative con cui realizzarla. Il dato più significativo sarà però quello relativo ai partiti che sostengono l’esecutivo di Monti con posizioni molto differenziate rispetto alle politiche di rigore perseguite come prioritarie. Anche perché a livello amministrativo questi partiti si sono aggregati in modo molto disomogeneo riproducendo in pratica alleanze già sperimentata anche negativamente.
Gli unici segnali di novità sono i tentativi di costruire alleanze centriste tra forze politiche finora in contrapposizione, come pure i tentativi di ricostruire alleanze di sinistra, fallite con il governo Prodi, che assomigliano alla riaggregazione della gauche avvenuta in Francia.
Queste le previsioni, in qualche modo rispettate, con novità che sono però molto interessanti. Innanzitutto il Movimento Cinque Stelle che dovunque si presenta prende voti ed elegge rappresentanti. Un Sindaco in un piccolo Comune romagnolo. A Parma va al ballottaggio creando lo scompiglio tra le forze politiche. A Genova per poco non va al ballottaggio e si pone come forza decisiva per la designazione del futuro Sindaco. Dovunque, in più di cento Comuni, si attesta comunque a terza forza politica.
La seconda novità, se così si può chiamare visto che conferma un trend ormai costante, è la non partecipazione al voto di un ulteriore 6% di cittadini che al Nord sembra colpire soprattutto le forze del passato governo di centrodestra. Ormai solo il 50% dei cittadini si reca alle urne e non è ben chiaro quali siano le fasce sociali e generazionali interessate da questo fenomeno. Sicuramente sono molti i giovani che disertano le urne ma sta crescendo anche la quota degli adulti, soprattutto donne, sempre più disaffezionati. La terza novità, che anche in questo caso è una conferma, è la capacità del PD di esprimere candidati a Sindaco in grado di raccogliere il consenso degli elettori. Un risultato che è sicuramente frutto di un radicamento territoriale che si mantiene ancora elevato nonostante la disgregazione che attraversa lo schieramento del centrosinistra.
In Campania, l’unico dato rilevante, al di là della collocazione politica, è la presenza sempre delle stesse facce, a testimonianza di un ricambio politico che non riesce a decollare. Anche il Movimento Cinque Stelle non riesce in Campania ad ottenere risultati significativi forse per mancanza di un significativo radicamento sul territorio. Mentre al Nord è evidente un forte rinnovamento a livello almeno di candidati a Sindaco, nel Mezzogiorno la tenuta delle reti clientelari sembra non consentire l’ingresso di forze nuove a livello di amministratori così come a livello di riferimenti politici dei partiti. Questa tenuta delle reti clientelari è sicuramente, nel Mezzogiorno, il problema principale che ostacola ogni istanza di rinnovamento della politica come nel modo di fare amministrazione pubblica.
Mentre nel resto d’Italia i partiti tradizionali sembrano liquefarsi, secondo la bella espressione di Grillo, nel Mezzogiorno il collante delle clientele, e in molti casi dei rapporti inconfessabili con le organizzazioni criminali, mantengono in vita partiti e personale politico nonostante tutti i fallimenti soprattutto per quanto riguarda le politiche per lo sviluppo e l’occupazione.
(Fonte foto: Rete Internet)