Gli alieni al Museo Nazionale di Capodimonte

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    Tra le opere custodite al Museo Nazionale di Capodimonte è celebre la tavola di Masolino da Panicale, ritenuta dagli ufologi una testimonianza inequivocabile della presenza degli alieni nella storia dell’umanità.

    Quello di Capodimonte è sicuramente uno dei quadri più studiati dagli appassionati di ufologia. Opera del pittore umbro Masolino da Panicale, la tavola, un tempo parte principale di un polittico, raffigura la fondazione della Basilica romana di Santa Maria Maggiore e divide oggi gli scettici dai più convinti sostenitori dell’esistenza di forme di vita intelligente extraterrestre.

    Ma le nuvole dipinte nel cielo sono davvero una flotta di astronavi spaziali? Davvero nel Rinascimento oggetti non identificati hanno solcato i cieli d’Italia? La risposta non è semplice. Iniziamo col dire che l’autore, Masolino, presunto maestro e collaboratore del Masaccio, visse tra il 1383 e il 1440 e fu tra i più famosi artisti del suo tempo. Fu, con lo stesso Masaccio, uno dei principali fautori di quel grande cambiamento che, alle soglie del XV secolo, divise, una volta e per sempre, l’arte tardo-medievale da quella proto-rinascimentale: l’introduzione, o reintroduzione, nell’arte occidentale, della prospettiva geometrica.

    Frutto di precisi calcoli matematici, anche se all’epoca del pittore umbro ancora largamente intuitivo, questo metodo avrebbe cambiato definitivamente il corso degli eventi artistici. Dagli studi e dalle opere di Masaccio e Masolino discendono difatti tutte le opere e gli studi dei grandi artisti del Rinascimento italiano. Rivoluzione pittorica a parte, Masolino va letto nel suo tempo, come uno dei più ferrei ricercatori e studiosi della prospettiva geometrica. Non è improbabile quindi che quelle nuvole “a pecorelle” non siano altro che una semplice e fanciullesca visione prospettica di un cielo leggermente annuvolato. Un disegno “puerile”, potremmo dire, come ce ne sono tanti in un secolo che ha dovuto faticosamente risollevare l’arte remando contro le radicate tradizioni stilistiche del mestiere.

    Tuttavia, più che la forma, effettivamente equivoca, delle nuvole, in cui l’occhio esperto non può vedere che dei piccoli cumuli, colpisce il tema trattato. Abbiamo detto che la tavola raffigura infatti la fondazione della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Ebbene, la leggenda racconta che nel caldo agosto del 352 d.C. una miracolosa nevicata cadde sul colle Esquilino. Stupito per l’accaduto, papa Liberio, da poco eletto, decise di segnare i contorni di una cattedrale, come si vede nel quadro di Masolino, e dedicare l’edificio alla Vergine. Fin troppo evidente il legame, sottolineato da numerosi ufologi, tra quella miracolosa nevicata e gli strani filamenti che caddero dal cielo il 27 ottobre 1954 sulla città di Firenze, in seguito all’avvistamento di una flotta di UFO.

    Proprio per questo molti sostengono che l’opera di Masolino sia una testimonianza inequivocabile del passaggio di oggetti non identificati nei cieli dell’Italia rinascimentale. Eppure, mentre nel Medioevo l’inverosimile “nevicata” diede vita ad una famosissima leggenda e adito alla costruzione di una delle più grandi basiliche del mondo, nel Rinascimento, inspiegabilmente, l’evento, così memorabile, pare passato quasi del tutto inosservato. Unica traccia degli avvenimenti la tavola masoliniana, in cui le astronavi, che a occhio nudo tutto sembrano tranne che nuvole, vengono stranamente trasformate in piccoli cumuli dalle pennellate del pittore. Possibile mai che Masolino, celebre artista del tempo e unico presunto testimone dell’avvistamento, non riuscì a riprodurre realisticamente i dischi volanti?

    Certamente, se “puerile” potrebbe essere stata la riproduzione delle astronavi, come potrebbero avanzare gli ufologi, altrettanto “puerile” è stata, di sicuro, la rappresentazione delle nuvole, come affermano, invece, da tempo, gli storici dell’arte. Si può concludere, dunque, senza scendere troppo nei dettagli, che l’opera di Masolino non ha nulla a che fare con l’ufologia. Preziosa testimonianza degli studi prospettici a cavallo tra il XIV e XV secolo, la tavola del museo napoletano di Capodimonte mostra semplicemente quanto lungo e faticoso sia stato, in campo artistico, il difficile passaggio dal Medioevo al Rinascimento. Il mistero, se volete, resta comunque aperto. Non è escluso che un giorno gli alieni pretendano indietro quell’antico ritratto di famiglia.
    (Fonte foto: Rete Internet)

    STORIE D’ARTE