Ercolano. I veleni di contrada Castelluccio arrivano al ministro Clini

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Il deputato Francesco Barbato con un’interrogazione ha chiesto la bonifica della zona.

Una strada di rifiuti, chilometri di immondizia abbandonati ad anni: siamo a contrada Castelluccio, ai confini tra Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio, ai piedi del Gran Cono, in un’aria protetta. Nel viaggio all’interno di questa discarica dimenticata siamo accompagnati da Ciro, Anna, Liberato, Pietro e Teodoro, alcuni dei volontari dell’Aisa (Associazione italiana per la sicurezza ambientale) tra le discariche dimenticate del Vesuvio. A contrada Castelluccio il paesaggio cambia velocemente e le collinette diventano sempre più alte. Questa strada fino al 2008 era percorsa da auto compattatori diretti alla discarica Ammendola Formisano.

La vicinanza alla cava ha incentivato sversamenti abusivi di ogni tipo. Dal verde ai lati della strada – la cui pavimentazione non è più visibile, sommersa da polvere e detriti – spuntano buste, rifiuti bruciati e materiale non identificabile. Ai margini della carreggiata è possibile trovare di tutto, amianto, asfalto, plastica, vetro, televisori, frigoriferi, pneumatici, materiali di risulta edile e anche una vasca da bagno. Anni fa questa zona era totalmente pianeggiante, oggi, invece, spuntano qua e là collinette di immondizia, alte fino a tre metri. Proprio nelle scorse ore, come denunciato sulla pagina facebook "Fra Bellezza e degrado cambiare si può", la zona è stata interessata da un grosso incendio. «Oltre a materiali tossici e rifiuti di aziende – spiega Ciro Santoro, vicepresidente nazionale dell’Aisa – nelle discariche abusive spesso troviamo rifiuti che possono essere tranquillamente differenziati».

Dopo varie denunce, la triste situazione di questa zona è stata portata all’attenzione del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, grazie all’interrogazione alla Camera, fatta il primo agosto dal deputato Idv, Francesco Barbato: «ad avviso dell’interrogante i fatti esposti relativi alle situazioni di Ercolano e Terzigno sono talmente gravi da richiamare un intervento immediato di bonifica del suolo e di messa in sicurezza a tutela dell’ambiente e della salute umana, per i quali sarebbe auspicabile anche l’attivazione nelle zone più esposte all’illecito sversamento dei rifiuti di un sistema di videosorveglianza atto a scongiurare qualsiasi altro atto teso a deturpare questo territorio».

Barbato chiedo inoltre, «in che modo si stia procedendo alla bonifica dello sversatoio e quali siano i tempi per ottenere “la chiusura definitiva e la riqualificazione dell’area”; quali iniziative intenda assumere il Ministro in merito ai fatti esposti e se non ritenga di inviare propri osservatori e valutare le misure urgenti da adottare a tutela del patrimonio boschivo e floro-faunistico del parco naturale del Vesuvio nonché dei territori immediatamente confinanti con lo stesso; se sia noto quando si completerà la bonifica interessante la vasca di Terzigno e perché nonostante la discarica sia chiusa continui ad emettere olezzi insopportabili».