Morto il 20 ottobre scorso a 81 anni, Renè Burri è stato uno dei grandi fotografi del Novecento: con la sua Leica ha immortalato icone mondiali come Che Guevara e Picasso, Ingrid Bergmann e Ursula Andress.
Sono due le immagini finite su ogni gadget immaginabile ritraenti il mito di Che Guevara. Una è il primo piano del >Guerrillero Heroico realizzato da Alberto Korda durante una cerimonia funebre di commemorazione a cui il Che aveva preso parte; l’altra è quella in cui uno spavaldo Guevara fuma un grosso cubano che gli pende dall’estremità della bocca appesantita dalla mole del sigaro: l’immagine in questione (foto) è l’esempio di come molto spesso la fama così smoderata di un’opera arrivi quasi ad eclissare il suo autore, al punto tale che solo pochi addetti ai lavori riconoscano il genio che c’è dall’altra parte dell’obiettivo. Quello scatto tanto celebre fu immortalato da uno dei più grandi fotografi del Novecento: Renè Burri, scomparso pochi giorni fa all’età ottantuno anni dopo una lunga malattia.
Nato a Zurigo, Burri espresse precocemente la passione per la fotografia: appena tredicenne, ritrasse l’allora primo ministro britannico Winston Churchill durante una visita in Svizzera. Si formò alla Scuola d’Arte di Zurigo dove coltivò le passioni per l’arte, il cinema e la pittura in particolare. Solo successivamente, quasi per caso, fece dell’arte fotografica un lavoro: l’amico Werner Bischof lo introdusse all’agenzia Magnum Photos che rimase impressionata dal reportage di Burri su alcuni bambini sordomuti. Le foto vennero repentinamente pubblicate su sulla prestigiosa rivista Life: inizia in questo modo la prestigiosa carriera che porterà Renè Burri in giro per il mondo, di cui riconsegnerà i protagonisti, le bellezze e le contraddizioni.
Con la fedele Leica al collo, Burri seguì in prima linea la guerra di Corea, la guerra del Vietnam e gli albori della rivoluzione cubana dove realizzò – tra gli altri – l’iconico scatto di Che Guevara; eseguì reportage in giro per il mondo, in Italia, Turchia, Israele, Egitto e Cecoslovacchia. Le sue fotografie riescono sempre a cogliere l’essenza del soggetto. Riflettono su un aspetto particolare che, attraverso l’obiettivo, il maestro enfatizza: così Renè Burri nei suoi capolavori cristallizzò il genio di Picasso, Giacometti e Le Corbusier e la sensualità straripante di dive del cinema e dello spettacolo come Ingrid Bergmann e Ursula Andress.


