Terzigno, il libro di Mirella Armiero sulla prima laureata in chimica Maria Bakunin

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La presentazione è fissata per sabato 8 novembre alle ore 11:00 presso il Museo Matt di Terzigno.

 

Il libro dal titolo Un pensiero ribelle: Maria Bakunin la signora di Napoli, edito da Solferino Affreschi, è l’ultimo lavoro della dott.ssa Mirella Armiero, che dirige le pagine culturali del «Corriere del Mezzogiorno» e la redazione napoletana del «Corriere della Sera». Collabora con diversi periodici, tra cui Rivista Studio e Gli Asini. Nata a Napoli, laureata in Lettere, ha tenuto numerosi corsi universitari e di giornalismo. E’ membro della giuria del Premio Napoli. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Culturale Dies Artis Semper, dalla Fidapa – Sez. di San Giuseppe Vesuviano e dal Comune di Terzigno.

Coordinerà i lavori la prof.ssa Rosa Carillo Ambrosio, presidente della Dies Artis Semper, collaboratrice del Corriere del Mezzogiorno e dell’Osservatore Romano. Interverrà il dott. Nando Catapano, il cui padre, dott. Antonio Catapano, nel 1937 fu allievo della Bakunin, laureandosi in chimica farmaceutica. In Italia solo nel 1875 fu concesso alle donne di potersi iscrivere all’ università, ma fu una concessione più formale che sostanziale con risultati all’ inizio poco significativi, come spiega il professore di Chimica Carmine Colella. Per ciò che riguarda la chimica è noto che la prima laureata in Italia nel 1895 fu proprio Maria Bakunin (1873 – 1960), tra gli amici Marussia, che fece poi una brillante carriera universitaria sia nel campo dell’insegnamento che in quello della ricerca. La laurea in chimica, all’epoca spesso indicata come Chimica pura, fu introdotta nei corsi di studio universitario con il D. L. Bonghi del 30 maggio del 1875.

Mirella Armiero

Mirella Armiero racconta con passione e acume storico la vicenda di una donna orgogliosa e indipendente che tuttavia seppe contribuire appieno alle istituzioni e al progresso del suo tempo. Una vita romanzesca in un’epoca di splendore, in cui il Sud fioriva di idee, scienza e progetti e, tra mille difficoltà, si sognava e si tentava di costruire un destino migliore. Maria, figlia del grande anarchico Michail Bakunin, si iscrisse a Chimica nell’anno accademico 1890 – 91, laureandosi il 18 giugno 1895 [C. Colella, 2015].  Il suo destino è intrecciato a quello della terra che il padre ha scelto per stabilirsi e per cercare di realizzare i suoi ideali politici. A Napoli, Maria è cresciuta, e quindi studia con tale impegno da diventare la prima donna in Italia a laurearsi in Chimica: la prima a ottenere una cattedra da ordinario. Protagonista della vita culturale della città e di missioni all’estero per studiare progetti pionieristici, darà scandalo per la sua relazione con un uomo più giovane e al contempo diventerà proverbiale per il suo rigore accademico. Nella città occupata dai nazisti proverà a salvare dalla distruzione la biblioteca dell’università, opponendosi con coraggio ai soldati. E pur essendo figlia di un altro uomo, per tutta la vita si batterà per mantenere e difendere la memoria di quello che considera suo padre, Bakunin.