Proteste contro l’organizzazione dell’evento di oggi da parte della diocesi locale. Ambientalisti e disoccupati accusano i vescovi di ” connivenze con il potere che inquina. Alla manifestazione il cardinale Sepe e il governatore De Luca.
” Ci hanno detto che uno di noi poteva parlare ma solo se avessimo modificato i testi dei nostri interventi. Nel frattempo con la polizia hanno impedito ai nostri compagni di entrare nel teatro “. Lo denuncia un giovane esponente della sinistra movimentista di Acerra, mentre nel teatro Italia si sta consumando la scena del vescovo Antonio Di Donna che davanti a centinaia di studenti, di altri vescovi, di sindaci e politici della zona, parla nell’ambito dell’evento “ricostruire la città “, sorta di raduno per il rinnovamento ambientale e sociale del territorio della Terra dei Fuochi. Fuori però, davanti al teatro, i militanti dei Volontari Civici, che non hanno potuto fare ingresso, espongono due striscioni velenosi. ” Chi ha distrutto la città non la può ricostruire “, si legge in uno. Dentro un contadino invitato dalla diocesi a parlare dice tutt’altro. ” Non è vero che i campi e i frutti sono inquinati, sono tutte dicerie. Li abbiamo sempre sorvegliati i nostri terreni “, afferma sicuro. Nella platea c’è chi si indigna. ” Ma che sta dicendo ? Qui siamo rovinati e lui nega tutto ! E i contadini che si sono presi i soldi dalla camorra ? Che si sono stati zitti quando l’ecomafia faceva nelle terre il bello e cattivo tempo ? E la falda acquifera inquinata ? “. A qualche centinaio di metri gli altri militanti della sinistra extraparlamentare e i senza lavoro dei consorzi di bacino espongono sul recinto del castello dei Acerra una altro striscione impietoso nei riguardi della Chiesa e delle istituzioni. Tira aria da guerriglia di strada da queste parti. Dopo pichi minuti pico, dopo le 17 giungono sul palco allestito nel piazzale Renella, l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, e il presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca. I carabinieri sorvegliano tutti i varchi d’accesso, chi protesta è fuori dal piazzale.