Forti rincari rispetto al 2016. Gli appelli di Papa Francesco, la riforma del governo e un prossimo convegno a Palermo.
C’è poco da stare sereni, il governo prepara una riforma , ma il il costo dell’acqua al consumatore finale continua a crescere. In molte Regioni ci sono stati rincari fino al 21% rispetto all’anno precedente. Quello idrico resta il servizio pubblico che costa di più , ma anche il peggio gestito. I dati di ieri dell’organizzazione WATEC Italy non lasciano tranquilli. Nel mantra delle riforme strutturali annunciate dai governi, non si concepisce un mancato riordino per il bene primario ed essenziale.Un disegno inseguito al centro e in periferia. La sintesi viene ora ricercata dal governo, dopo discussioni e liti parlamentari , ma non è dietro l’angolo. E se la lentezza produce rincari, è una sconfitta politica. Non è tollerabile che in Puglia il costo della fornitura sia aumentato del 10% , di poco meno in Sicilia, che nelle province d Benevento e Treviso si paghi il 18% più del 2016. La battaglia per l’acqua pubblica è una bella storia italiana. Ancora più suggestiva quando esce dai confini nazionali ed è legittimata dagli appelli di Papa Francesco. Una parola determinante quella del Santo Padre che richiama alla buona volontà dell’azione verso i più deboli per qualcosa di cui non si può fare a meno. Ma l’acqua è un business e si fa fatica a cambiare visione, a trovare equilibrio economico e gestionale. Che migliaia di famiglie italiane non riescono a pagare le bollette, senza privarsi della fornitura, è un dato di fatto. Tra pochi giorni a Palermo si confronteranno esperti di tutto il mondo convocati proprio da WATEC Italy e patrocinati dalla Commissione Europea. Un evento importante che non potrà essere una passerella. Gli italiani saranno gli ospiti più interessati. Per chi segue i servizi pubblici, il convegno dovrà concentrarsi sulla ricerca di una soluzione che rimetta in sesto il sistema da cima a fondo e riaffermi la capacità delle istituzioni di assicurare l’erogazione dell’acqua a tutti a condizioni soddisfacenti. In quella sede si dovrà prendere atto che ci sono ritardi, mancati investimenti, suggestioni ideologiche, esigenze delle aziende erogatrici , ma anche sprechi , cattivi usi e distorsioni nelle forniture. Aspetti che – numeri alla mano- fanno crescere il costo dell’acqua e abbassare la speranza per un servizio efficiente . In tempi di populismo dilagante bisogna stare attenti.