Somma Vesuviana, le elezioni cittadine per il rinnovo dei tre sindaci nel 1767

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Grancia di San Martino, sede Università 1767
Grancia di San Martino, sede Università 1767

I preparativi relativi  alle annuali elezioni “politiche” locali, fissate per domenica 2 agosto 1767 a Somma, si svolsero con la massima precisione sotto tutti i punti di vista. L’ annuncio fu affisso ventidue giorni prima, e in altri successivi, non solo nella pubblica piazza, ma anche negli spazi territoriali consentiti. Il tutto era finalizzato ad assicurare l’informazione, la partecipazione, la trasparenza e la correttezza degli atti. Intervista al prof. Luigi Iroso, appassionato ricercatore.

All’epoca, ne facevano parte integrante persino le spese specifiche, quantificate in 54 ducati e novanta grana, ripartiti in questo modo: trentadue ducati per d. Domenico Cardillo, presidente della Real Camera della Sommaria; un ducato e sessanta grana per il portiere; ottanta grana per il trombetto (trombettiere); tre ducati e venti grana per quattro soldati a cavallo; tre ducati per sei soldati a piedi; nove ducati per l’attuario (si occupava della registrazione degli atti); quattro ducati e ottanta grana per il suo aiutante; trenta grana per il segretario; venti grana per i portieri della rota (sezione del tribunale).

Nel giorno stabilito e con rigorosa puntualità oraria si riunirono – sotto la presidenza del suddetto d. Domenico Cardillo, nella grancia del convento di San Martino (attuale Palazzo del Principe in piazza) – i deputati (consiglieri comunali) dell’Università (Comune) di Somma Vesuviana per procedere, secondo l’ordine del giorno, all’elezione dei nuovi amministratori nelle figure dei tre sindaci (uno per ogni quartiere), del cancelliere (attuale segretario municipale), del coadiutore fiscale (membro della regia corte locale), del catastiere (compito di aggiornare il catasto onciario e di stabilire la tassa annuale) e di due grassieri per ogni quartiere (funzionari addetti a sovrintendere alla annona, ossia alle vettovaglie, all’ordine pubblico, al controllo di pesi e misure), in quanto era scaduto il mandato annuale di tutto l’organico attualmente in carica, secondo lo statuto dell’Università (1589 – 1806). Il decennio francese, successivamente, sancì una nuova struttura amministrativa, che prevedeva un solo sindaco e due Eletti.

Il prof. Luigi Iroso nasce a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli.
Ha insegnato latino e greco nei licei e successivamente ha esercitato l’incarico di dirigente scolastico in alcuni istituti della provincia. Appassionato di classici e storia locale, ha pubblicato numerosi libri e articoli. Le sue ricerche archivistiche hanno sempre entusiasmato tutti coloro che amano la storia locale.

Prof. Iroso, come si aprirono i lavori dell’elezione nel 1767 a Somma?

“I lavori si aprirono con l’appello dei venti deputati del quartiere murato o Casamale: erano presenti, all’ epoca, Giuseppe Cassano (sindaco uscente e deputato), Vincenzo de Felice, Gaetano Ciccone, Francesco Majone, Michele Mocerino, Giuseppe Casillo, Nicola Castaldo, Gennaro Casillo, Matteo di Stefano, Pasquale Auriemma, Domenico di Stefano, Francesco Castaldo, Francesco di Mauro, Tommaso Majello, Francesco Sanseverino, Domenico Raja, Carlo Zattera; erano assenti Domenico Majello, Matteo Majello e Domenico Correvietto. Seguì l’appello dei dieci deputati del quartiere Prigliano: risultarono presenti Vincenzo Mazzarella (sindaco uscente e deputato), Michelangelo Setaro, Agostino di Madaro, Alessandro di Palma, Guglielmo Mazzarella, Antonio lo Sapio, Filippo Molaro, Girolamo Coppola e Lorenzo Coppola; mancava solo Carmine Antonio di Palma. All’appello dei dieci deputati del quartiere Margarita risultavano tutti presenti: Carmine Sepe (sindaco uscente e deputato), Domenico Capasso, Giuseppe Romano, Salvatore Capasso, Salvatore Mosca, Gaetano Davino, Giovanni Rianna, Marcantonio Romano, Nicola Romano e Giovanni Aliperta. Prese la parola il presidente per ribadire ai presenti il dovere di procedere alla votazione di persone, probe, idonee, zelanti degli interessi dell’Università e che non abbiano legittimi impedimenti”.

Sigillo Università di Somma

Come avveniva l’elezione dei sindaci di ogni quartiere?

“Ogni sindaco uscente indicava il suo successore. Giuseppe Cassano, sindaco uscente del Casamale, indicò Gaetano Ciccone come suo successore. Il candidato veniva sottoposto alla bussolata (votazione) segreta dei colleghi. L’interessato, comunque astenuto, fu eletto a larga maggioranza in virtù del seguente risultato: quindici voti inclusivi (favorevoli) e uno esclusivo (contrario).

Il sindaco di Prigliano, Vincenzo Mazzarella, indicò invece come suo successore Antonio Rossetti. Tuttavia, quest’ultimo non riuscì a superare la votazione, in quanto riportò solo due voti inclusivi e sette esclusivi, che ne determinrono la ripulsa. Subì analoga sorte anche il nuovo candidato, indicato da Mazzarella, nella persona di Francesco di Madaro (Di Madero), in quanto gli otto voti contrari fecero da contrappeso all’unico voto favorevole. A questo punto, l’indicazione passò nelle mani del primo deputato del quartiere Antonio Lo Sapio. La sua designazione cadde su Girolamo Coppola, la cui elezione trionfò sulla base di sei voti favorevoli e di due contrari. Fu la volta, infine, di Carmine Sepe, sindaco e deputato del quartiere Margarita, che propose come suo successore Gaetano Davino (D’ Avino) il quale, però, non era gradito agli elettori, come evidenziarono in maniera chiara i sei voti contrari e i tre favorevoli. Il ricorso alla seconda indicazione, centrata su Cesare Averaymo (Averaimo), risultò vincente, come documentano i nove voti favorevoli e uno solo contrario”.

Che cosa emerse da questa elezione?

“Al termine della prima tornata elettorale emerse una incontrovertibile verità di fondo: Giuseppe Cassano godeva all’epoca della stima generale dell’intera cittadinanza sommese, i cui riflessi diventarono ancora più evidenti nel corso delle successive operazioni. Infatti, l’interessato allorché si apprestò a designare il candidato da eleggere quale cancelliere, tutti i deputati si alzarono ed esortarono il consultore a consentire che tale carica dovesse essere affidata proprio a lui, dotato di buone qualità. Tale istanza, accolta subito, si trasformò nell’ investitura immediata.

Analogo risultato riportarono le successive due indicazioni, fatte ancora da Giuseppe Cassano a favore di Giuseppe Rodino e Carlo Zattera. I due erano stati proposti, rispettivamente, come coadiutore fiscale e catastiere. Entrambi conseguirono la vittoria facilmente, anche se passarono attraverso l’elezione, il cui esito ascrisse 35 voti favorevoli al primo e 34 al secondo”.

Quindi anche all’epoca, come oggi, esisteva il peso politico?   

“Senza dubbio: il peso politico di Giuseppe Cassano non si smentì nemmeno in occasione dell’ulteriore designazione dei due candidati per la carica di grassieri del suo quartiere nelle persone di Pasquale Auriemma e Tommaso Casillo. Costoro raccolsero i consensi unanimi di tutti i colleghi.  Di marca completamente opposta risultarono le proposte avanzate in due momenti distinti da Vincenzo Mazzarella nei confronti di Antonio Losapio e Agostino di Madaro, aspiranti alla carica di grassieri del suo quartiere. Entrambi furono bocciati dall’urna, dato che i voti negativi risultarono di gran lunga superiori a quelli positivi. Vincenzo Mazzarella, comunque, tentò inutilmente di salvare il proprio tonfo elettorale antecedente, sperando di riprendere quota con la designazione di Lorenzo Coppola a secondo grassiere. A fronte della immediata ripulsa di questo candidato, tentò l’estremo colpo di coda: scese in lizza proprio lui, approfittando dell’istanza di tale segno, inoltrata da parte dei rappresentanti politici del suo quartiere. Nemmeno questo nuovo confronto elettorale sciolse i dubbi in materia, in quanto egli riportò un numero uguale di voti a quelli ricevuti dal competitore Filippo Molaro. Siffatto risultato, sottoposto al confronto aperto tra tutti gli elettori, spostò definitivamente la scelta verso il nuovo sfidante che subentrò nella carica.  Chiuse in maniera veloce la serie elettorale il sindaco Carmine Sepe, le cui indicazioni, che coinvolsero nella felice scelta dei due grassieri Giovanni Aliperta e se stesso su volontà condivisa degli altri deputati, trovarono ampia coerenza nella ratifica finale”.