FESTA DELLE LUCERNE
Oggi vogliamo fare qualche considerazione e se ci è permesso fare anche qualche proposta, forse un po’ folle. Lo facciamo adesso perché è appena finita la cosiddetta edizione “giubilare” 2025 e perché ci vuole un anno dalla edizione “normale” del 2026. Siamo cioè in un periodo tranquillo e lontano da prevedibili polemiche.
Sappiamo che ci stiamo per cacciare in un mare di “guai” perché le lucerne rappresentano quasi una materia sacra e soprattutto si va a mettere becco in cose “appartenenti” al rione “Casamale”. Ma gli amici dell’Associazione Festa delle Lucerne sanno bene che noi alla festa abbiamo sempre dato una mano e quasi sempre in perfetto anonimato, come si fa per le offerte religiose, nel senso che non abbiamo mai niente chiesto né preteso, sotto l’aspetto della citazione pubblicitaria né sotto l’aspetto organizzativo. Sappiamo bene che la Festa è una delle più rappresentative della comunità e una delle più interessanti sotto l’aspetto “turistico”. Vale la pena ricordare qui l’annullo filatelico che riuscimmo, con i volontari del Servizio Civile, ad ottenere da Poste Italiane (a nostre spese) nell’anno 2006.
LA STORIA
Da qualche anno abbiamo fatto presente un legame che stenta ad essere accettato. La Festa delle Lucerne in origine era legata al culto di San Domenico che cade nello stesso periodo della festa di Santa Maria della Neve. Ma soprattutto la lucerna avrebbe un significato iconografico preciso con San Domenico rappresentato con una fiammella nella mano. E per finire spiegherebbe il motivo ricorrente di luci simili presenti negli addobbi popolari di tutti i luoghi d’Italia dove sorgono i Conventi dei Frati Domenicani nei giorni della ricorrenza della festa del santo.
La festa di San Domenico adesso cade l’ 8 agosto (dal 1966), ma prima, nel XIII secolo, cadeva il 5 di agosto. Mentre invece nel XV secolo fu spostata al 4 agosto per farla coincidere con la festa di S. Maria della Neve. Quest’ultima invece oggi cade il 5 agosto. Come si vede c’è un bel po’ di movimenti ballerini sulle date del nostro Santo. E ovviamente già questo spiega tante cose.
I Frati Domenicani sono arrivati a Somma alla fine del XIII secolo per volontà di Re Carlo II d’Angiò con la costruzione del complesso monumentale di San Domenico. E’ ipotizzabile quindi che grandi festeggiamenti per la ricorrenza del Santo partano dal centro cittadino e proprio ad opera dei Frati. E quindi è pensabile che per illuminare le strade ed in onore del Santo della “luce” si accendessero migliaia di lucerne. Quindi una storia lunga settecento anni. I Domenicani si sono trasferiti a Madonna dell’Arco proprio qualche anno prima e qualche anno dopo il 1600. Ed è immaginabile che contemporaneamente la Festa di inizio agosto si sia concentrata su S. Maria della Neve perdendo l’attenzione su S: Domenico. Ma senza tralasciare l’uso delle fiammelle per gli addobbi.
LA PROPOSTA
Con questo passato ricco di altri 300 anni rispetto alla Festa di S: Maria delle Neve (anno d’inizio 1600 circa), con il richiamo alla “luce” di San Domenico e con il valore aggiunto della presenza domenicana a Somma, bisognerebbe assolutamente mettere tutto e tutti insieme. Almeno far riferimento anche al culto di San Domenico. Ma soprattutto mettere insieme le vecchie luminarie, “lucerne ad olio”, con le nuove luminarie, quelle elettriche. Dando grande dignità e continuità storica ai vari modelli di addobbi luminosi. Ci vorrebbe una festa ad hoc. Luminarie in centro per esempio, e lucerne al Casamale. Tipo festa della luce. Qualcosa di simile già c’è nel Meridione (Puglia). Bisognerebbe battere sui tempi qualche altra zona che ci sta pensando e non farsi travolgere. Del resto se vogliamo dirla tutta già l’ITIS Maiorano c’era arrivato con un bel progetto (lucerne a led). Si potrebbe far nascere in contemporanea alle Lucerne di Somma una mostra sulle luminarie, un festival, un concorso artistico. E il triangolo piazza Vittorio Emanuele – Casaraia – Chiesa San Domenico si presta in un modo mirabile. Cercando così di ravvivare una zona ormai commercialmente spenta Pensiamo che la storia che abbiamo sintetizzato meriti qualcosa di grande. Andando a potenziare e valorizzare una Festa che invoca maggiore spazio fisico ma anche culturale. Dando anche vigore all’origine cristiana-religiosa che appare oggi trascurata.



