Pomigliano, baby gang scatenate: due aggressioni in poche ore. Coltelli anche tra i giovanissimi

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Ancora atti di violenza gratuita a Pomigliano d’Arco. Il paese è ormai invaso da gruppi giovanili aggressivi. Il fenomeno è molto variegato e complesso. In particolare, è possibile rilevare almeno quattro tipi di gruppi di baby gang. 

 

 

Sabato 11 marzo si è verificata a Pomigliano l’ennesima aggressione, per futili motivi, da parte di un gruppo di giovanissimi ai danni di alcuni ragazzi che stavano trascorrendo tranquillamente la propria serata. L’aggressione è avvenuta in piazza Giovanni Leone; gli agenti della Polizia locale sono intervenuti sul posto.

Le segnalazioni di aggressioni e risse tra giovani aumentano a dismisura. Infatti, nella stessa serata un altro episodio si è verificato a via Mazzini, dove alcuni giovani hanno minacciato con un coltello dei loro coetanei.

Pomigliano è ormai, invasa da questi gruppi violenti.

La violenza giovanile, la quale è al centro del dibattito pubblico, può avere tante sfaccettature: c’è chi pensa che dietro l’esplosione della violenza ci sia il degrado e la miseria; chi invece l’uso distorto dei social, i modelli sbagliati delle fiction, i genitori troppo permissivi, la perdita della funzione pedagogica della scuola.

 

Lo studio sulla criminalità giovanile

Le cronache parlano tanto di azioni criminali compiute da gruppi di giovanissimi. Però manca una chiara definizione di questo fenomeno. Pertanto, nell’ottobre 2022 nasce uno studio esplorativo con l’obiettivo di fornire una prima mappatura delle gang giovanili in Italia, mostrandone le diverse caratteristiche e la presenza sul territorio.

Esso è frutto della collaborazione fra: il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale Transcrime dell’Università Cattolica, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.

Metodologia 

Le informazioni sono state raccolte tramite questionari somministrati ai Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri, alle Questure e agli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni e, infine, integrati con gli articoli di giornale relativi alla criminalità giovanile.

 Risultati 

Le gang giovanili rilevate sono principalmente composte da meno di 10 individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa fra i 15 e i 17 anni. Nella maggior parte dei casi i membri sono italiani, mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri sono meno frequenti. I dati hanno evidenziato situazioni di marginalità o disagio socioeconomico per molti dei componenti. I crimini più spesso attribuiti alle gang giovanili sono reati violenti (come risse, percosse e lesioni), atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici. Meno frequenti e di solito commessi da gruppi più strutturati sono lo spaccio di stupefacenti o reati appropriativi.

È opinione diffusa che un’attività di contrasto fondata unicamente sulla repressione sia inefficace. Ma è utile un’azione sinergica fra le diverse istituzioni (comprese scuole e famiglie).

 Quattro diversi gruppi di baby gang

L’analisi conferma che il fenomeno delle gang giovanili è molto variegato e complesso. In particolare, è possibile rilevare almeno quattro tipi di gruppi:

  1. Gruppi privi di una struttura definita prevalentemente dediti ad attività violente, presenti in tutte le macroaree del paese, sono il tipo maggiormente rilevato e più consistente numericamente.
  2. Gruppi che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane: presenti specialmente nel Sud del paese, sono composti quasi totalmente da italiani.
  3. Gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali o gang estere: presenti prevalentemente in aree urbane del Nord e Centro del paese e composti in prevalenza da stranieri.
  4. Gruppi con una struttura definita ma senza riferimenti ad altre organizzazioni e dediti ad attività criminali specifiche: presenti in tutte le macroaree del paese e composti in prevalenza da italiani. Sono particolarmente attivi in reati come furti o rapine, ma anche in reati violenti.

Per approfondire lo studio sulle gang giovanili in Italia