Marigliano, sembra funzionare il modello organizzativo contro l’emergenza COVID-19

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Tra pochi giorni saranno esattamente due mesi di emergenza totale, sanitaria e poi sociale, affrontata come una vera incognita da parte di tutti, non ultimo il governo centrale. La pandemia di COVID-19, infatti, nel suo propagarsi senza soluzione di continuità non ha offerto strumenti di difesa e contrasto alle autorità, che hanno messo in campo le forze a loro disposizione, facendo contare soprattutto il cuore e il valore delle competenze.

Proprio questo è accaduto a Marigliano, comune di circa trentamila abitanti della Città Metropolitana di Napoli, il che lo colloca di certo tra quelli più popolosi e vasti della zona, anche come dimensione. Qui, fin dal primo momento, si è venuta a creare una task force di contrasto all’emergenza, messa in moto dalla prima convocazione del cosiddetto COC, ossia il Centro Operativo Comunale, responsabile delle attività a livello comunale-locale. Come si legge sul sito del Ministero dell’Interno, “il coordinamento delle componenti del Servizio nazionale della Protezione civile, avviene, ai vari livelli territoriali e funzionali, attraverso il cosiddetto ‘Metodo Augustus’, che permette ai rappresentanti di ogni ‘funzione operativa’ (Sanità, Volontariato, Telecomunicazioni, etc.) di interagire direttamente tra loro ai diversi ‘tavoli decisionali’ e nelle sale operative”, di cui appunto il COC è una delle espressioni.

A esprimere l’importanza delle attività svolte contribuiscono i numeri che emergono dal report della Polizia Municipale mariglianese, guidata dal Comandante Magg. Emiliano Nacar.
Nei primi 55 giorni di emergenza sono stati impegnati sul territorio ben 58 volontari: 25 del Nucleo di Protezione Civile della Salamandra (di cui 20 iscritti e 5 volontari temporanei), 9 dell’ASS. NAZ. VV. F PROT. CIV. (di cui 4 iscritti e 5 volontari temporanei), 10 della Croce Rossa Italiana, 4 provenienti dal mondo dello scautismo e 10 del Nucleo Mariglianese, i supporter della locale squadra di calcio. Quasi diecimila le mascherine distribuite nelle ultime settimane da parte dei volontari, impegnati quotidianamente nella consegna a domicilio dei materiali: 7600 da parte del Comune e 2200 da parte de La Salamandra.

1157 i pacchi alimentari confezionati dai volontari, frutto di iniziative consuete, come il Banco Alimentare, e straordinarie, nate per l’occasione, come il cosiddetto “pacco sospeso”, offerto generosamente dai cittadini con la collaborazione dei supermercati della città. In totale sono stati 1618 i pacchi consegnati alle persone che vivono in questo momento una situazione di difficoltà. Tantissime le attività commerciali che nel corso dei mesi hanno risposto ai vari appelli, mettendo a disposizione risorse e strumenti in una straordinaria gara di solidarietà che per fortuna fatica a esaurirsi. In questi ultimi giorni sono attive anche le aste benefiche organizzate grazie alla generosità degli artisti mariglianesi, i quali non vivono di certo una situazione positiva, che hanno voluto donare pro bono i frutti del loro talento ai commercianti e al Comune.

Oltre ai pacchi, si segnalano anche i 550 buoni spesa già consegnati, risultato di due bandi promossi dall’amministrazione comunale con i fondi vincolati messi a disposizione dal governo e dalla Protezione Civile nazionale. Al momento è in corso un terzo bando, in scadenza giovedì 30 aprile, necessario per esaurire la liquidità e poter arrivare a tutte le persone che in questo momento possono aver bisogno di beneficiare della misura straordinaria. Tuttavia non sono mancate le critiche: le associazioni YaBasta! e Nova Koinè si sono fatte portavoce di un appello affinché gli immigrati irregolari non venissero discriminati e potessero ugualmente beneficiare delle misure. In seguito a un lungo confronto tra le parti, nelle ultime ore il Comune si è impegnato a mettere in campo ogni azione per tutelare i diritti di tutti i migranti: fanno sapere dalle associazioni che nei prossimi giorni è dunque programmata la pubblicazione di un quarto bando, scevro da restrizioni considerate discriminatorie, e la stipula di un protocollo atto a coordinare gli interventi di aiuto per l’emergenza COVID-19 a persone straniere che vivono nel mariglianese.

Vale la pena sottolineare che, oltre all’impegno umano, solidale, non si lesina sui controlli, grazie ai quali sono già state individuate e denunciate 6 persone per truffa: cercavano di appropriarsi dei buoni spesa anche se non ne avevano i requisiti o l’impellente necessità.

Diecimila, inoltre, sono le persone controllate dalla Polizia Municipale: 60 i cittadini segnalati e denunciati per spostamenti non autorizzati. Dieci le attività commerciali sospese e sempre dieci sono i quintali di prodotti scaduti e non etichettati che sono stati sequestrati dalle autorità. Inoltre, l’utilizzo dell’app 1SAFE, utilizzata con criterio dalla cittadinanza, ha fatto in modo che 10 sanzioni venissero contestate in situazioni di rischio e pericolo di assembramenti.

Si contano anche 150 isolamenti fiduciari effettuati nei confronti di persone provenienti da altre regioni o comunque per violazione delle ordinanze regionali campane, che sappiamo essere talvolta più limitanti di quelle nazionali. Significativa anche l’attività di consegna a domicilio, agli studenti, dei dispositivi informatici indispensabili per la didattica a distanza e la sorveglianza operata dal drone in dotazione, utilizzato per individuare e prevenire eventuali assembramenti: il prossimo passo sarà lo sviluppo green dei controlli dall’alto, da sempre auspicato per contrastare i reati ambientali, particolarmente diffusi sul territorio.

Dulcis in fundo, la prima iniziativa in Campania relativa ai test sierologici: quasi trecento test rapidi sono stati effettuati lo scorso weekend, al fine di individuare eventuali positivi, da sottoporre poi a tampone. 294 cittadini mariglianesi, tra lavoratori dei supermercati, volontari e dipendenti comunali più a rischio, in quanto a contatto con il pubblico, sono stati convocati e analizzati dall’equipe medica guidata dal dott. Fulvio Proietti, microbiologo. Tutti i test hanno dato esito negativo.

Insomma, un lavoro certosino e costante che è soprattutto il racconto di una operosità collettiva, fatta di persone, anche e soprattutto volontari, che cercano di elevare lo spirito della comunità, di certo un po’ col bastone e un po’ con la carota, come si sarebbe detto una volta. Grande attenzione ai controlli e rigorosa applicazione delle leggi, che porta inevitabilmente anche alle sanzioni, ma anche una buona dose di umanità nell’intercettare i bisogni delle persone che in questa fase di emergenza hanno una sfida socio-economica enorme da affrontare.

Un modello che forse altrove sarebbe definito “di eccellenza” e che per una volta sembra mettere d’accordo tutti, anche se tanto altro c’è da fare per migliorare il senso della comunità e portare la città fuori dall’emergenza e soprattutto dai suoi effetti a lungo termine.

(Foto Salamandra – Nucleo Operativo di Emergenza)