Madonna dell’Arco, ai piedi del campanile un’edicola votiva del 1925: sarà dedicata a Suor Margherita e alle sue «bambine»

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Oggi si chiude il mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna, ma si inaugura anche una lapide che sarà apposta su un’edicola votiva finora posizionata nei pressi dell’ex orfanatrofio, opera domenicana che ha cessato la sua funzione nel 2000. L’edicola era rimasta dinanzi all’ex orfanatrofio, all’inizio di via Padre Raimondo Sorrentino, dal 1925 ad oggi. Ed era meta delle preghiere di tutte le bambine accolte negli anni.

«Abbiamo voluto portare l’edicola nella cinta del Santuario, collocandola ai piedi del campanile – spiega il priore padre Alessio Romano – e apporvi una lapide che ricordi Suor Margherita e tutte le orfanelle che, dagli anni venti fino al duemila, hanno pregato dinanzi a quell’immagine. Vuol essere soprattutto un segno di riconoscenza per tutte le suore che negli anni si sono prodigate nell’ex orfanatrofio per educare e salvaguardare centinaia e centinaia di bambine, grazie alla generosità dei fedeli e all’impegno dei Domenicani».

La prima pietra dell’orfanatrofio fu posta il 24 settembre del 1922, veniva poi inaugurato il 27 settembre del 1925. C’era già una orfanella: proveniva da Sezze in provincia di Latina ed era stata accolta qualche settimana prima, esattamente il 12 settembre. A lei si unirono ben presto altre sei fanciulle e furono da subito affidate alle suore della nascente Congregazione di Madonna dell’Arco. Nel 1971 fu allestito un asilo nido per ospitare bambini dai 12 mesi ai 3 anni. Nel maggio del 2000, dopo ben 75 anni, l’orfanotrofio ha cessato definitivamente la sua attività.

Suor Margherita, che alle sorti dell’opera dedicata alle bimbe in difficoltà ha legato la sua esistenza, si è spenta il 18 dicembre del 2019. Era nata a Parabita (Le) il 4 agosto del 1936 e fin da giovane aveva frequentato l’Azione Cattolica, coltivando nel tempo la sua vocazione alla vita religiosa.  Nei primi anni ‘70 prende dimora presso la comunità dell’Orfanotrofio Femminile di Madonna dell’Arco. In quest’opera del Santuario, insieme alle sue consorelle e ai frati Domenicani, Suor Margherita si prende cura delle bambine che venivano affidate alla cura materna delle suore nella struttura assistenziale. Terminò quella lunga esperienza quando l’orfanotrofio fu chiuso per l’entrata in vigore della nuova legge statale che prevedeva l’accoglienza dei minori in case-famiglia o affidatarie o adottive. Conclusa quella esperienza, Suor Margherita fu trasferita presso le Case di Riposo Madonna dell’Arco, allo scopo di dedicarsi al servizio del Santuario e alla cura religiosa degli ospiti delle strutture per gli anziani. «Ricordo ancora i suoi ultimi mesi – racconta padre Alessio – quando al suo capezzale si alternavano le sue “bambine”, così amava chiamarle, che non le hanno mai fatto mancare visite e dimostrazioni di affetto. Suor Margherita era capace di donare tanta gioia e serenità, quella serenità che sapeva trasmettere col suo sorriso e col suo entusiasmo a chiunque la incontrava».

Dalla chiusura dell’orfanatrofio, fino alla sua morte, è stata presente in Santuario per accogliere i pellegrini nella sala offerte, era solita donare loro un’immaginetta della Madonna e prodigarsi nel consolare chi soffriva.  Abile sarta, una volta smesso di lavorare per le sue bambine, si era dedicata a cucire per il decoro del Santuario e dei suoi frati. Dalle tovaglie per l’altare della Madonna, i lini per la messa, camici e casule per i sacerdoti, fino agli abiti religiosi dei frati. Quando le si chiedeva qualcosa era subito pronta e disponibile e sempre rispondeva “con l’aiuto della Madonna sarà fatto”. Domenica 17 novembre 2019, dopo aver partecipato alla messa delle 7, prese il “suo posto” nella sala offerte. A fine mattinata, come sempre “dopo aver fatto tutto ciò che doveva fare” fu colpita da una sincope che le causò una infermità grave. Appena un mese dopo, si addormentò per sempre.

A lei e alle sue «bambine», dopo la Messa delle 18, 30 di oggi – 31 maggio 2021 – sarà dedicata una lapide posta sull’edicola dinanzi alla quale tante volte aveva pregato e che ora è stata accolta nella sua casa di sempre, il Santuario della Madonna dell’Arco.