Il Vesuvio sembra lontano…
Il Vesuvio per molti abitanti di Somma è un miraggio. Infatti, mentre il rapporto tra i sommesi e la montagna è forte e consolidato, quello con il Vesuvio non è ben definito e strutturato. E’ come se il Monte Somma avesse posto un muro divisorio, avocando a sé tutti i sentimenti simbolici e di devozione.
In pratica il Vesuvio ed il Monte Somma appartengono ad un unico complesso, ma hanno caratteristiche strutturali e funzionali diverse e ben definite. Molti, comunque, sono i valori dell’intera area vesuviana che andrebbero considerati e rivalutati. Il Vesuvio, unico vulcano dell’Europa continentale, è di una bellezza straordinaria e con il monte Somma costituisce un singolare sistema botanico, paesaggistico, faunistico e geologico, di valenza incomparabile. Nel complesso Vesuvio – Monte Somma ci sono più di 90 specie vegetali, quasi 250 minerali, una fauna ricca e selezionata ed uno dei suoli più fertili al mondo.
Il pomodorino del piennolo, l’uva catalanesca, le albicocche, i frutti, le castagne e le numerose erbe selvatiche officinali garantiscono una biodiversità alimentare unica. Il genio delle popolazioni locali, utilizzando al meglio questi prodotti, ha creato una tradizione gastronomica apprezzata ed imitata universalmente. Insomma si deve essere fieri di queste peculiarità, ma bisogna anche considerare i limiti imposti da un ambiente così caratteristico, delicato e spettacolare.
Il Vesuvio è considerato tra i cinque vulcani più pericolosi del mondo ed ogni volta che ha manifestato la sua attività esplosiva si sono registrati eventi catastrofici. Lo scavo della Villa Augustea ha dimostrato che nei tempi geologici anche nell’abitato dell’attuale Somma Vesuviana ci sono stati depositi piroclastici che hanno seppellito la campagna e le case proprio come si è verificato a Pompei. Non è un caso, infatti, che Somma Vesuviana sia stata inserita nella zona rossa a causa di un elevato rischio vulcanico. Bisognerebbe, allora, chiedersi perché sia gli aspetti positivi che quelli negativi della condizione vulcanica siano stati, per molti aspetti, dimenticati o sottovalutati. Molti sono convinti che il rischio vulcanico sia stato quasi azzerato dalla Montagna, margine meridionale dell’antico cono del vulcano, che funziona come frattura di protezione dell’intero abitato. Per qualcuno il Vesuvio è considerato lontano perché da Somma non è dato vederlo. Altri ritengono, invece, che la presenza dello ‘Sterminator Vesevo‘ sia tenuta in degna attenzione solo da quelle persone che hanno vissuto le conseguenze della ultima eruzione, avvenuta nel 1944. Non mancano neanche quelli che non conoscono i motivi per cui l’area vesuviana sia stata tutelata da un Parco Nazionale. L’abusivismo edilizio sfrenato, che ha portato intere aree residenziali ad essere costruite perfino sulle bocche laterali del vulcano, non solo a Somma ma anche nei comuni vicini , ci danno la misura di quanto il rischio sia stato volutamente trascurato e la bellezza dei luoghi distrutta e vilipesa da colate di cemento. Purtroppo il vulcano, per molti aspetti, è valutato troppo distante dai nostri pensieri. Per esempio il marchio ‘Vini vulcanici’, che rappresenta un brand di qualità riconosciuto e ricercato, è stato registrato dal Consorzio dei vini del Soave in Veneto, che di eruzioni, di rischi e di depositi piroclastici non ha neanche un vago ricordo.
A noi i problemi e le preoccupazioni e agli agricoltori veneti gli identificativi di qualità.