- C’è stato l’uomo sulla luna, e tutto il mondo, quello progredito e munito di tv o radio, seguì con apprensione l’evento. Ancora prima, nei salotti di casa o chiusi nei rifugi, ascoltavamo radio Londra, che attraverso i suoi messaggi indipendenti offriva sostegno e informazioni alle famiglie europee minacciate dalle bombe. Era in atto la seconda guerra mondiale, il nazifascismo imperava. Più recentemente, poi, negli anni 90, ci è toccato quel simpaticone di Emilio Fede. Un uomo che a furia di caffè e stimolanti, si tenne sveglio per settimane intere in attesa che gli americani, con il loro armamento, lanciassero il loro primo missile sulle teste degli iracheni.
Da allora, grazie alla veloce diffusione dei nuovi canali di comunicazione, internet e Facebook su tutti, diffondere il proprio verbo è divenuto ormai sport nazionale. Pure dalle nostre parti, infatti, sfruttando gli ultimi eventi che stanno animando da mesi la politica locale, si è dato vita ad una resa dei conti tutta interna all’attuale maggioranza a colpi di inquadrature.
Ad aprire il festival dei video discorsi, c’ha pensato il dimissionario Armando Di Perna, che nella giunta Abete, e in quelle precedenti (Pone, Esposito), rivestiva il ruolo di vicesindaco e assessore al bilancio. Nel messaggio che lo riguarda, Di Perna, a modo suo, ha reso note le ragioni che l’hanno spinto ad abbandonare lo scranno. Anche se, a tutti, è sembrato più che altro un addio forzato in quanto spogliato delle sue più importanti deleghe al termine di un rimpasto di giunta.
Subito dopo, in una sfrenata corsa alla replica, il primo cittadino, Lello Abete, ha esposto le proprie osservazioni sull’abbandono dell’assessore Di Perna e del relativo siluramento dello staffista Ciro Pavone. Per questo, seguendo la scia degli altri due, il non più staffista, che in paese si muoveva con l’atteggiamento spavaldo di un Lider Maximo (Duce per fargli piacere), ha ben creduto che agli anastasiani mancasse un ulteriore video messaggio. Il suo. E in quella che è stata l’esposizione di un’insalata di fatti poco comprensibili, apparsi come il tentativo di scalare a mani sudate un vetro insaponato, Pavone dice di essersi “dimesso” (il sindaco ha affermato di averlo defenestrato per frenare una spesa inutile) perché deluso da chi ha tradito gli impegni elettorali. Strano, in verità, sentirlo dire da uno che, neanche un mese fa, si vantava di un’amministrazione solida e con progetti rivoluzionari. Aggiungendo, infine, che la “sua” maggioranza godeva di ottima salute, anzi, chiunque sarebbe stato sacrificabile per una migliore stabilità. Quando si dice la coerenza con lo stesso valore di un centesimo d’euro scurito.
Attenzione. Non è mica finita qui. Ancora oggi, martedì per la precisione, sempre l’ex assessore al Bilancio Armando Di Perna si è esibito in un nuovo video, all’interno del quale accusa il sindaco di aver approvato il Peg, piano esecutivo di gestione, apponendo la sua firma malgrado fosse già dimesso.
Lello Abete, senza scomporsi, stavolta per iscritto sulla pagina ufficiale di Facebook che lo rappresenta, ha rigettato al mittente tutte le accuse. Apparendo, devo ammetterlo, alquanto credibile.
Che altro dire. A Sant’Anastasia, un paesino che fino a poco tempo fa conosceva come unica fonte di divulgazione i tavolini dei bar e le piazze dove scambiarsi il “chiacchiericcio” domenicale, ha finalmente sfornato nuovi e raffinati (?) comunicatori. Politici da far invidia ai potenti del mondo. Pochi minuti di registrazione che, nella visione, nell’ascolto, ci hanno trasportato nell’America dei grandi dibattiti televisivi.
Ma in ogni ripresa, in ogni sequenza che si rispetti, è risaputa la presenza di un regista. Di un operatore di macchina. Quindi, nell’attesa dei titoli di coda, che sembrano non essere lontani, c’è curiosità sull’identità di chi presiede la camera di regia. Sulle generalità di chi ha mosso un meccanismo che, seppur lento e machiavellico, pare inevitabilmente avviato verso l’autodistruzione.
Intanto, l’amministrazione comunale, attraverso l’assessorato alle politiche sociali, ha predisposto un fondo di assistenza per malati gravi. Un tesoretto destinato a ben sette famiglie. Sì, sette. L’ottavo muore.



