Gli incendi senza coscienza.

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Interroghiamoci dopo le tragedie di questi giorni

Su quale coscienza pesano gli incendi del Vesuvio e delle altre terre ? In quale animo si trova la vile determinazione di uccidere l’ambiente in cui si vive ? Forse dove si è nati ? Su quella di tutti. Perché non abbiamo più rispetto per le nostre storie , per le nostre radici. Perché abbiamo smesso di credere che le nostre origini potevano portarci verso il futuro. Nessuna retorica, nessuna assoluzione. Tutti colpevoli, nessun colpevole. Nella partita più avvincente e complessa degli ultimi anni – quella dell’ambiente, della lotta ai cambiamenti climatici ,della tutela del patrimonio naturale ed artistico – invece di giocarcela da protagonisti, fino in fondo, abbiamo scelto lo spogliatoio oscuro. Non il campo aperto della sfida per la vittoria, ma la retroguardia inoffensiva e silenziosa. Abbiamo assistito all’emergere di cialtroni,furbi,speculatori,senza pensare che potevano fare del male. E lo hanno fatto. Lo rifaranno. Bisognava essere vigili e invece andiamo verso l’autodistruzione. Possiamo darci una prova di appello. L’ambiente è il bene più prezioso che abbiamo.Solo grazie ad un contesto tutelato, protetto,socialmente efficace sopravviveremo. Leggi, princìpi generali,carovane, cortei ci coinvolgono, ma poi pensiamo al domani. Alla lunga teoria di cose che catturano le persone per bene. La coscienza si abbandona alla quotidianità.Il senso civico che declama la denuncia diventa opaco. A Napoli, come in Sicilia, in Calabria. I criminali o dementi,sono tra noi. Nel consesso dove sono sempre stati. Erano anche tra i nostri avi che le terre le hanno difese, da soli contro ogni malvagità.Credevano più di noi. Riposano in pace con la propria coscienza.