Nelle scorse settimane si è costituito ufficialmente nella sede del comune di Ottaviano il Comitato per il riconoscimento dell’IGP Albicocca Vesuviana.
Dunque a distanza di quasi venti anni viene riproposto per l’approvazione il disciplinare per la tutela e la valorizzazione del frutto bandiera dell’agricoltura vesuviana: l’albicocco. Costituito il Comitato ed eletti i suoi rappresentanti legali il comitato è passato alla fase operativa: l’individuazione delle varietà da sottoporre a tutela e la loro presentazione tecnica. Si prevede di includere ben dodici varietà nel disciplinare e la superficie agraria riguarda come l’altra volta tutto il vesuviano.
Ecco le varietà in ordine di maturazione: Ceccona, Cafona, Vitillo, Prete, Acqua di Serino, Portici, Pellecchiella, Boccuccia Liscia, Zi Ramunno, San Francesco, Puscia, Baracca.
Un rammarico tra i tanti l’impossibilità di includere una varietà incredibile ed eccezionale tra le precoci. La “Vicienzo ‘e Maria”. Era un miracolo di delizia al palato ed alla vista sotto tutti i punti. Frutto della selezione in campo di una famiglia fondamentale nello scenario della frutticoltura vesuviana la famiglia Mario Angrisani. Purtroppo la varietà per svariate cause si è estinta e non è più riproducibile. Sarebbe un caso da studiare e soprattutto da sottoporre agli scettici che non credono alla scienza ma agli asini che volano certo sì.
Ma una riflessione andrebbe fatta anche per un altro aspetto poco noto. I motivi per cui fu bocciato l’IGP del passato. Anche quello è un caso da studiare: come non fare una IGP! E soprattutto per dimostrare il valore devastante dell’insipienza qui di casa applicata alle attività umane. Quanto è costata quella bocciatura nessuno ancora lo ha calcolato. Ma soprattutto quanto valgono alcuni quadri intermedi di questo territorio quando si mettono all’opera. La colpa fu data al Ministro dell’agricoltura del tempo. Facile condanna. Tanto non era di qua. Noi pensiamo invece che fu il più scellerato progetto di disciplinare IGP mai presentato a Bruxelles. Acqua passata per fortuna.
Veniamo ad oggi. La musica è cambiata ed il disciplinare nasce per determinazione e volontà di gente coraggiosa e competente e la presidenza del comitato affidato ad una donna, Clementina Iervolino, fa molto ben sperare.
Ultima riflessione. A fronte di novità importanti come lo scavo archeologico di Villa Augustea a Somma. Dimostrato un legame serio e tangibile tra Dioniso e alcune feste ancora presenti sul territorio. Si può immaginare ora un legame anche tra alcuni termini di derivazione greca-orientale e la presenza in queste terre di una colonia di abitanti di origine greca? Esempio concreto: crisommele. In greco significa mele d’oro. Indica proprio le nostre albicocche. Ovviamente le più buone al mondo per unanime giudizio! Potrebbe esserci un legame forte con l’Oriente? L’Armenia? Bisanzio?
Perché proprio qui si chiamano crisommele e non albicocche? Lo studio preliminare ci mostra una piccola area geografica ben definita dove il termine è ancora molto usato. Centrata proprio su Somma e dintorni. L’ipotesi potrebbe essere che una colonia orientale (al servizio della Villa?) si sia portato dietro alcuni prodotti caratteristici (piante da frutta per esempio).
L’ipotesi, molto suggestiva, e non solo dal punto di vista storico, potrebbe indicare che l’albicocco qui è arrivato direttamente dall’oriente e nei primissimi secoli dell’era cristiana. E quindi prima dell’importazione ad opera degli arabi con la diffusione poi nel resto della Campania ed oltre.
Tradotto in soldoni si potrebbe a questo punto affermare che questa terra ha conosciuto il frutto d’oro in tempi lontanissimi. E quindi spiegherebbe la ricchezza delle varietà, le abilità nelle selezioni genetiche, e il successo sul fronte organolettico dei frutti. Per dire: Somma era la patria dell’albicocco? Non è semplice e forse mai lo sapremo. Anche perché, mentre il Comune di Ottaviano offriva la sede ed il supporto per la nascita del comitato, Somma (politici, amministratori, parroci, vigili e curiosi) era intenta a contare i fedeli alle processioni…
Esageriamo? Sicuro! Ma l’attenzione su questi temi è bassa.