ACERRA – Il sequestro dell’oasi naturalistica di Lenza-Schiavone scuote la città. La notizia, dell’operazione avvenuta ad Acerra, ha sollevato preoccupazione tra cittadini e forze politiche, soprattutto per il valore simbolico e ambientale che quell’area rappresenta: un parco sorto su terreni un tempo utilizzati per traffici illeciti di rifiuti, riconvertito e restituito alla comunità come segno di riscatto contro l’ecomafia.
A intervenire con decisione sulla vicenda è la coalizione di consiglieri comunali di Coalizione Civica, che in una nota ufficiale chiede al primo cittadino un intervento immediato e pubblico per chiarire le ragioni del sequestro disposto dalla Procura di Nola.
«Quanto accaduto è un fatto grave, che non può essere liquidato come un semplice atto tecnico – dichiarano i consiglieri Giuseppe Casoria, Domenico Catapane, Vincenzo De Maria, Fausto La Montagna, Salvatore Maietta, Salvatore Messina, Antonio Nocera e Andrea Piatto –. Il Sindaco deve spiegare alla città quali siano i motivi che hanno portato la magistratura a mettere i sigilli a un luogo che, nella narrazione dell’Amministrazione, rappresentava il simbolo della rinascita e della bonifica ambientale».
Nella nota, i consiglieri ricordano come l’area su cui sorge il parco fosse in passato nella disponibilità degli imprenditori Pellini, condannati per reati ambientali legati allo smaltimento illecito di rifiuti. Per questo, sottolineano, il valore di quell’oasi è anche e soprattutto «un primo momento di giustizia nei confronti di chi ha devastato il territorio nell’omertà e nella connivenza delle istituzioni dell’epoca».
Coalizione Civica chiede quindi al Sindaco la stessa trasparenza e tempestività comunicativa mostrata in occasione dell’inaugurazione del parco, attraverso «un primo momento di chiarezza rivolto alla cittadinanza».
Al contempo, la coalizione conferma piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspicando che l’Amministrazione comunale garantisca «ogni utile collaborazione e si attivi per verificare eventuali violazioni delle norme ambientali o possibili responsabilità interne all’ente».
Nel frattempo, la città resta in attesa di capire cosa si nasconda dietro un provvedimento tanto pesante quanto inatteso.