“UN GIOCO SERIO”

    0
    414

    La sciarada…in estate.

    No, non è una bella estate, almeno a considerare questi primi giorni. Si preannunciava, a maggio, caldissima, e aveva subito solleticato non poco l”istinto vacanziero ancora quiescente con il relativo desiderio di mare e di sole, specie in coloro che le vacanze se le fanno quando vogliono, tanto da assistere ad una prima invasione di lidi e di spiagge anche se non ancora pronte, ripulite e igienizzate. Fenomeno subito sgonfiato, appena entrato giugno, quando la bella stagione incipiente apparve presto abbuiata e sfilacciata da piogge ora lagnose ora così violente da causare allagamenti e vittime qua e là per la penisola.

    Ora, in luglio, a pochi giorni dal solstizio, ancora nuvolaglie vaganti e qualche rovescio quasi ogni giorno.
    Nonostante ciò, il prof. Eligio Ligio è partito lo stesso per la sua amatissima Roccaraso dove possiede un bilocale comprato a buon mercato nei lontani anni sessanta del secolo scorso.
    Il prof. Carlo A. partirà invece, come suo solito, ad agosto, rigorosamente nella seconda metà, quando, come dice lui, tutti o quasi tutti tornano a casa e c”è meno confusione. Ancora più rigorosamente in una località marina, a scelta tra Nerano, Formia o Sapri.
    Come ogni giorno in questo periodo, è giunto nella sede del Laboratorio alle sette e trenta, ha chiesto a Luigi, il custode, di spalancare le finestre e di non accendere il condizionatore.

    Si gode respirando a pieni polmoni l”aria fresca del mattino e si ascolta in silenzio per un po” il cicaleccio dei passeri e dei merli, su cui spicca il verso del fringuello che ha fatto il nido sulla magnolia nel giardino retrostante l”edificio. Tutti i frequentatori del laboratorio lo hanno almeno una volta udito tradurre in parole i trilli del “frungillo”, il fringuello appunto, che, secondo quel che raccontava suo nonno, si lamenta con presunti intrusi e invasori del suo spazio scelto per nidificare: “Pecchè vuo” fa” “o nido “”ncopp” “o cieuzo mio?” .”O cieuzo” era il gelso dove l”uccello in questione amava costruire il nido un tempo, quando quest” albero da frutto era molto diffuso nella nostra campagna per il fatto che le sue foglie venivano utilizzate per nutrire i bachi da seta il cui allevamento era praticato da molti contadini nella prima metà del secolo scorso.

    Stamane, quando lo raggiunge il dottorino, il prof. Carlo è ancora assorto, seduto immobile al suo posto abituale con le mani appoggiate sul giornale che non ha ancora aperto e, come confessa poco dopo, non ha il coraggio nè voglia di leggere, avendo già appreso per radio la luttuosa notizia dell”ennesima tragedia che ha funestato il nostro paese, stavolta a Viareggio. “Il terremoto, è vero, – mormora quasi tra sè e sè – non si poteva evitare:.ma quest”altra sciagura forse si poteva scongiurare o almeno contenere con una maggiore attenzione, un maggiore controllo:”. Si ferma subito, è abituato ad attendere l”accertamento delle cause del disastro.

    ” Il mondo è cambiato in peggio – commenta il dottorino sfoderando il suo abituale pessimismo – da una parte la natura che diventa sempre più ostile, dall”altra gli uomini che sono sempre più malvagi, egoisti e stupidi:.”.

    “Non è del tutto vero: la natura è quella che è sempre stata, in perenne trasformazione, ora amica ora nemica, ora prodiga ora avara, ora benefica ora distruttrice:se ti riferisci al maltempo in estate :.ricordo un intero mese di luglio piovoso negli anni settanta e più indietro, negli anni cinquanta piovve per due mesi, giugno e luglio,:i contadini avevano mietuto, i covoni di grano (- “e gregne-, come le chiamavano in dialetto) erano fradici di pioggia, in piedi, addossati l”uno all”altro, i campi sembravano villaggi indiani (pellirosse):e non riuscivano ad asciugarsi tanto da poter essere trebbiati:andò perduto metà del raccolto:

    Quanto agli uomini, hai ragione, sono peggiorati, sono presi come in un vortice che li sta portando alla rovina e che essi non riescono a dominare:.eppure al più presto dovranno decidersi a cambiare radicalmente, se vogliono sopravvivere, devono pensare ad una riscrittura di regole valide a livello planetario, capaci di salvare l”ecosistema e con esso la stessa umanità:. ci vuole più conoscenza e meno egoismo:e un nuovo “verbo”:.Chi avrà il coraggio delle nuove parole? Ma fermiamoci qui:.Quello che ragionevolmente possiamo fare noi nel nostro piccolo è stare al nostro posto e compiere onestamente il nostro lavoro, augurandoci che gli altri facciano altrettanto.

    Mi hai scritto una e-mail in cui mi chiedevi se la sciarada, di cui parlavamo l”ultima volta che ci siamo incontrati, pur essendo solo un gioco, può considerarsi una vera e propria attività logica:.”
    ” Sì, proprio così – conferma il dottorino – Ho trovato due definizioni di “sciarada”. Il De Mauro la considera un “gioco che consiste nell”indovinare una parola o una frase risultante dall”unione di vari elementi semantici, ciascuno con un proprio significato”.Invece Elisa Zamponi scrive nel suo “I draghi locopei”: “consiste nel tagliare le parole a fette:ottenendo altre parole di significato del tutto diverso”.

    “Nel primo caso si ha un”operazione logica di tipo induttivo, si va dal particolare al generale, si parte da due o tre parole che si uniscono insieme a formare una terza/quarta parola che le comprende. Nel secondo caso si parte da una parola diciamo generale e la si scompone negli elementi semantici che contiene, ossia si compie un”operazione prettamente deduttiva. Capisco la tua preoccupazione, ossia che la sciarada come gli altri giochi linguistici, essendo appunto un”attività essenzialmente ludica, non possa essere annoverata tra le operazioni mentali nobili e, di conseguenza, da relegare al ruolo di passatempo, di divertimento da tempo libero.”

    “Proprio così, credo che la linguistica debba occuparsi di argomenti più importanti e più seri:”
    “Non sono affatto d”accordo, il gioco linguistico è un “gioco, serio al pari d”un lavoro” per dirla con il Pascoli (“I due fanciulli”), legato e talvolta frutto di una attività di riflessione molto intensa sulle parole. Per rimanere in tema, consideriamo altri giochi linguistici. Sai bene che esistono i “palindromi” (ossia parole che si possono leggere indifferentemente da sinistra a destra e da destra a sinistra) come: “non”, “otto”, “aveva”, “onorarono”.

    Ebbene sulla base di questa constatazione si è inventato il gioco dell” “antipodo palindromo”( si sposta la lettera iniziale di una parola alla fine della stessa e si ottiene una parola di significato diverso) : “dirotto/dottori”. Un altro gioco è quello dell”anagramma che nasce dalla constatazione che vi sono parole che sono formate dalle stesse lettere disposte però in modo diverso.

    Qualche esempio. Partiamo dalla parola “lascia” e seguiamola nelle sue trasformazioni:
    “Lascia su la tristezza
    Sciala con quel che hai
    Scalai monti nella mia vita
    Rallegrati con motti salaci
    Giungerai in tutti i casali.”

    È un gioco ma nel gioco quanto lavorio mentale, quanto studio, quanta ricerca e:quanta creatività!
    Chissà che non possa preludere all”invenzione di qualche parola nuova, geniale, valida ad iniziare il cambiamento!”