San Giuseppe Vesuviano, emergenza rifiuti: discarica a cielo aperto in via Del Campo

0
456

Rimessa in funzione la discarica di Via del Campo. Il Comune è inerme contro il riemergere del rischio ambientale nel vesuviano. FOTOGALLERY

Via Del Campo è in realtà il fondo di un Regio Lagno che il Comune di San Giuseppe Vesuviano pavimentò alla fine degli anni 90 per farci il parcheggio dello stadio comunale e una strada di collegamento fra monte e valle. Un vero e proprio scempio idrogeologico, considerando che asfaltando uno degli assi principali della rete di Regi Lagni creata alla fine del 1700 dai Borboni, si è fatto sì che ogniqualvolta piova, una grossa quantità d’acqua si riversa su via Mattiuli e su via Aielli per finire poi su Vasca al Pianillo e da lì direttamente ad allagare i comuni di Poggiomarino e Striano a fondo valle.

Nel decennio dell’amministrazione Ambrosio, finito con il doppio scioglimento per infiltrazione camorristica nel 2009 e nel 2011, l’intera area divenne una gigantesca discarica e inceneritore a cielo aperto. Dovettero intervenire più volte i militari per riportare la situazione ad un minimo di normalità, nonostante i 5 milioni di euro “estorti” da Ambrosio ai cittadini per il servizio rifiuti attraverso la TARSU ogni anno, dal 2005 in poi.

La svolta è arrivata solo con la Commissione Straordinaria che ha gestito il Comune per quasi tre anni. Grazie ai prefetti si sono istallate delle telecamere che hanno fortemente ridimensionato il fenomeno. La gestione Catapano dal dicembre 2012 ha fatto il resto, rimettendo in moto la raccolta differenziata e perseguendo severamente gli indisciplinati.

Purtroppo da agosto scorso la situazione sembra precipitare di nuovo, si notano cumuli di rifiuti in molte zone periferiche e il servizio portato avanti dal Consorzio GEMA arranca faticosamente, nonostante i proclami dell’Amministrazione Catapano che parla di una percentuale prossima al 60% . Gli ultimi dati disponibili, marzo 2014, ci dicono che siamo al 57% di differenziata con una produzione di circa 1 kg/ab al giorno, che è nettamente sotto la media nazionale che si aggira intorno a 1,5Kg/ab per giorno. Dove finisce il resto?

A fare le spese di questo disastro annunciato è, come al solito, via Del Campo. Questo spiazzo paga lo scotto di essere al centro della città, scarsamente popolato,e accessibile anche dai comuni limitrofi i cui abitanti vi transitano per raggiungere altre località del Vesuviano. E’ stato un continuo, si è cominciato con pochi sacchetti, stranamente non raccolti dagli operatori del Consorzio GEMA che stazionano tutti i giorni nel piazzale per le operazioni di travaso dai mezzi piccoli a quelli grandi, operazione che lascia a terra una scia di percolato puntualmente ignorata dalle autorità sanitarie, ma più volte denunciata dagli ambientalisti locali.

Fino ad arrivare ad un grosso scarico di elettrodomestici già smontati nel mese di marzo. Anche questa è un operazione nota agli operatori del settore: persone senza scrupoli si fanno pagare dai cittadini per ritirare grossi elettrodomestici, ne smontano le parti di valore e poi scaricano sulla collettività il rifiuto. La follia è che i cittadini pagano tre volte per lo stesso servizio. Una volta con la TARSU,una seconda dando la mazzetta ai criminali e una terza sovraccaricando il servizio comunale perchè gli elettrodomestici, spesso incendiati, sono diventati un rifiuto speciale e il loro smaltimento costa di più.

Sabato 5 aprile il Comune aveva tentato una prima pulizia rimuovendo il grosso delle carcasse di elettrodomestici, ma chi sperava in una soluzione a breve, è rimasto deluso: la notte fra il 10 e l’11 aprile ignoti hanno scaricato alcune tonnellate di rifiuti industriali al centro del piazzale. Gli agenti della Municipale prontamente intervenuti hanno fatto i rilievi del caso e, fra i sacconi sventrati, hanno trovato importanti tracce indicative dell’identità di quelli che hanno prodotti gli scarti tessili. Si tratta di una grossa fabbrica specializzata nella produzione di complementi d’arredo che oltre a scaricare gli scarti di tessuto ha pensato bene di fare le pulizie primaverili, fra i rifiuti sono state trovate anche vecchie buste con tanto di indirizzo del destinatario.

Ironia della sorte, tra i rifiuti sono venute alla luce vecchie copie del noto periodico locale UNAPAGINA che già nel 2004 denunciava gli scarichi selvaggi, dei privati e dell’amministrazione comunale, che giusto in quegli anni aveva attivato la discarica abusiva di Contrada Beneficio. Amministrazione Comunale che pensò bene di querelare il giornale invece di chiudere la discarica. ( La discarica è stata sequestrata per l’ennesima volta solo alcuni mesi fa in diretta nazionale dal Corpo Forestale dello Stato). Per fortuna, dopo quasi un decennio di cause e rinvii, il giornale è stato assolto insieme al direttore, questo nonostante l’amministrazione comunale da cui era partita la querela, fosse stata sciolta per infiltrazione camorristica quasi quattro anni prima. Misteri della giustizia italiana.

Oggi il problema dei rifiuti industriali si ripresenta, nonostante le oltre 50 aziende chiuse dal Comando Polizia Locale del comune di San Giuseppe Vesuviano e nonostante le centinaia di verbali appioppati ai cittadini, poco osservanti del calendario sulla differenziata. Se serviva una prova che i rifiuti non sono un problema di ordine pubblico da risolvere manu militari, queste foto sono inequivocabili, rappresentano tutto il fallimento di oltre vent’anni di gestione dei rifiuti in Campania.

Purtroppo l’attuale classe dirigente comunale la pensa diversamente, continua ad investire sui controlli e non sulle strutture, tanto è vero che l’isola ecologica continua ad essere tema per gli annunci ma è ancora soffocata dalle sabbie mobili della burocrazia. E’ da marzo del 2008 che si annuncia la costruzione dell’opera, peccato che il sito confina con l’abitazione di influenti famiglie che ne ostacolano la costruzione. Tesi fortemente contrastata dall’assessore ai LL.PP Luigi Miranda che ha dichiarato l’assegnazione dei fondi ai primi del 2014 con la probabile,consegna dell’opera a fine anno. Peccato che le cronache riportino uguale dichiarazione anche per il 2013.

Lo Stato dal canto suo invece di prendere seri provvedimenti contro le produzioni industriali in nero che a loro volta generano rifiuti che non sarà mai possibile smaltire legalmente, ha approvato il Decreto Terra dei Fuochi che, oltre a permettere l’arresto di coloro che scaricano ed incendiano rifiuti, ha messo a disposizione delle province di Napoli e Caserta 500 militari per controllare il territorio.
Da lunedì 14 aprile una pattuglia sarà distaccata anche a San Giuseppe Vesuviano con il compito di sorvegliare le aree a rischio. Alla notizia, alcuni ambientalisti locali hanno sorriso coscienti che se non si chiude il rubinetto a monte non basteranno tutti i militari italiani per fermare gli scarichi illegali.