All”Assemblea della Cei, il Cardinale Bagnasco ha toccato gli argomenti che sono al centro del dibattito in Italia. Di Don Aniello Tortora
«A una crisi epocale si deve rispondere con un cambiamento altrettanto epocale, di mente anzitutto, che invece è la più lenta a lasciarsi modificare. Forse è vero che ancora non c’è ovunque la percezione di quanto grave sia la situazione attuale… Si doveva cambiare. Si deve cambiare».
Questo uno dei passaggi centrali della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco alla 64esima Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, che si è aperta a Roma, lunedì scorso, e si chiuderà venerdì 25. Il presidente della Cei, soffermandosi sulla crisi economica che ha investito l’Italia e l’Europa, ha ricordato “l’iniziativa governativa di messa in salvo del Paese, in grado di scongiurare il peggio”. “Se parlare di declino spaventa, e forse non è neppure giusto” ha detto Bagnasco, “bisogna almeno dire che è necessaria una generale ricalibratura dell’idea del vivere personale e collettivo, riconoscendo che, ieri, qualcosa di importante ci era sfuggito o era stato sottovalutato. E poiché gli Stati solitamente non falliscono, sappiano però che oggi nel mondo possono scattare nuove forme di servitù imposte dai vincoli internazionali, in primo luogo dalla mano lunga e cinica della finanza speculativa”.
Passa, poi, a parlare della solidarietà , dicendo: “Quando la forbice tra ricchezza e povertà si allarga, la società è a rischio non solo sul piano della coesione ma anche dell’economia. Se senza i consumi il sistema globale va in crisi, per consumare – seppure nella giusta misura – bisogna che tutti abbiano i mezzi. È necessario, dunque, rompere il cerchio mortale dell’individualismo, che corrompe il tessuto sociale; ed è urgente ricostruire la “cultura dei legami” che si esprime nella famiglia, nel vicinato, nell’amicizia, nei luoghi del lavoro, nel percepire la società come parte di noi, così come ognuno, in una certa misura, è parte della società ”.
Il presidente della Cei è intervenuto anche sul clima pesante che circonda la politica e sull’ostilità crescente di molti cittadini nei suoi confronti: “I recenti risultati elettorali non possono incentivare involuzioni del quadro della responsabilità politica, né demagogie e furbizie, grossolane o sottili che siano. Riconoscendo le persone oneste e perbene che – indubbiamente – ci sono e operano con impegno nel quadrante politico, non si può tacere però di quanti, lasciandosi andare a pratiche corruttive, a ragione vengono oggi ritenuti alla stregua di traditori della politica. Il latrocinio, in questo caso, riveste una duplice gravità : in sé e per il furto di ideali che esso rappresenta. La politica è, invece, arte nobile e necessaria per servire la giustizia di un Paese, mentre ogni corruzione – in qualunque ambiente si consumi – è un tradimento del bene comune. Vorremmo davvero che i partiti, strumenti indispensabili alla gestione della polis, profittassero di questa stagione per produrre mutamenti strutturali, visibili e rapidi, nel loro costume politico e nella stessa offerta politica”.
Anche i giovani sono stati al centro delle attenzioni di Bagnasco, il quale così ha detto: “I giovani in particolare devono finalmente ricevere dei segnali concreti, che vadano oltre la precarietà , la discriminazione, l’arbitrarietà . Le misure necessarie per le nuove generazioni e i diritti che esse vedono oggi riconosciuti, devono effettivamente compensarsi anche attraverso una scrupolosa revisione delle garanzie, che non possono valere solo per determinate fasce. L’uguaglianza è condizione della fraternità . Con i diritti ci sono i doveri: in primis quello di meritarsi il lavoro e la sua stabilità . Ci sono tentazioni parassitarie che non fanno onore a chi vi ricorre – né a chi dovesse assecondarle − mescolandosi accortamente con gli altri e facendo conto strumentalmente su garanzie assicurate sulla base di giuste premesse. E c’è un costume insano che sta prendendo piede, persino in certe campagne pubblicitarie, secondo il quale si è spinti a spendere per i propri consumi ciò che ancora non si è guadagnato”.
Il dramma dei suicidi, l’impegno dei sacerdoti contro la criminalità , gli attentati di Genova e di Brindisi, il divorzio breve e un richiamo alla cultura del tutto-provvisorio sono stati gli altri argomenti trattati da Bagnasco.
Ancora una volta il Cardinale è stato puntuale nelle tematiche attuali e nel rinnovare l’impegno della Chiesa che è in Italia a “costruire la speranza”.
(Fonte foto: Rete Internet)