PILLOLE DI STORIA. ADOLF HITLER: UNA TRAGEDIA PER L’UMANITÁ

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    Hitler, imbianchino, ex caporale austriaco, a capo del partito nazista si accredita come paladino della Germania dell”epoca, “disarmata, indifesa, disonorata”. L”umanità si avvia verso una delle più grandi tragedie mai vissute.
    Di Ciro Raia

    Un”immane tragedia si profila per l”intera umanità, quando un imbianchino, un ex caporale austriaco, Adolf Hitler, cerca di governare la crisi politica ed economica in cui si dibatte la Germania. Considerata la principale responsabile della I guerra mondiale, infatti, la Germania (definita da un popolare slogan dell”epoca: “disarmata, indifesa, disonorata”), è stata costretta a pagare esosi indennizzi bellici, che – accoppiati ad un difficile momento di indirizzo politico ed alla paura di una prossima rivoluzione- generano attentati ai politici, inflazioni, malcontento e tensioni sociali.

    Hitler è un fanatico reduce della guerra, ammaliato dal successo di Mussolini e dalla marcia su Roma delle sue camicie nere. E, perciò, tenta di fare la stessa operazione a Monaco di Baviera (il cosiddetto putsch della birreria), quando, nel novembre del 1923, alla testa di circa 3.000 uomini, mette in atto una manovra di colpo di Stato. Il tentativo fallisce ma origina le simpatie di ambienti della magistratura e del governo nei confronti dell”ex imbianchino, che è inizialmente arrestato (la prigione è l”occasione per scrivere “Mein Kampf” [La mia battaglia], in cui è racchiuso tutto il suo credo politico) e, poi, scarcerato, si dedica al controllo del Partito Nazista.

    Così, Hitler, riesce ad accreditarsi come il paladino della nazione, prende in mano le sorti della Germania ed avvia l”umanità ad una delle più grandi tragedie mai vissute. Egli, nel tentativo di sottrarre i Tedeschi dall”isolamento politico conseguente alla guerra, firma un accordo con l”Italia –il cosiddetto Asse Roma-Berlino– nell”ottobre del 1936. Il patto sancisce l”intesa tra i due governi per una reciproca consultazione su ogni questione internazionale. Ma il patto ratifica anche la rottura del fronte alleato costituitosi con la I guerra mondiale, insieme alla costituzione di due blocchi, contrastanti per idee ed interessi.

    Così, sulla scia di una politica espansionistica e di una strategia omicida, Hitler occupa l”Austria (1938) e la regione dei Sudeti in Cecoslovacchia; poi, visto che la politica dei “colpi di forza” è vincente, avanza ad occupare anche la Boemia e la Moravia (1939). Quindi, punta le sue mire sulla Polonia e sul cosiddetto corridoio di Danzica, la striscia di terra che divide la Prussia orientale dal territorio tedesco.
    Quando la Francia e l”Inghilterra capiscono che l”azzardata politica tedesca deve essere fermata, è già troppo tardi. Il 1° settembre 1939 Hitler attacca la Polonia e firma, ufficialmente, l”inizio della II guerra mondiale.

    Intanto, Mussolini, cercando di emulare il dittatore tedesco, il 6 aprile 1939, senza alcuna giustificazione, ha dato il via ad una veloce ed apparentemente felice occupazione dell”Albania, che gli consente di poter dichiarare al ministro Bottai: “Non c”è più nulla da fare. Si persuadano che possiamo passeggiare come vogliamo nei Balcani”. Precedentemente, nel 1937, il Duce ha sottoscritto il Patto Anticomintern, un patto antisovietico, con la Germania ed il Giappone. Ancora nel 1939, poi, stipula con la Germania il Patto d”Acciaio, un impegno reciproco ad aiutarsi in caso di guerra; nel 1940, invece, con l”Europa già in guerra, sottoscriverà, con le stesse nazioni, il Patto Tripartito, un”alleanza che mira alla conquista ed alla spartizione del mondo.