NEL MONDO DELLE “DIVERSE ABILITÁ”

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    Non è affatto vero che i giovani sono insensibili nei confronti di chi ha “diverse abilità”. Come sempre succede, per capire l”altro occorre un intervento serio e intenzionale. In questo, la Scuola è insostituibile.
    Di Annamaria Franzoni

    Lo scorso Mercoledì, nel laboratorio di Scuole Aperte al Mercalli, ci siamo lasciati con il gioco, a metà strada tra una sorta di role-playing ed un dibattito, svolto dalle operatrici del C.I.S.S. (Cooperazione Internazionale Sud Sud).
    Le dott.sse Alessia Agrippa e Tilde Molaro, infatti, attraverso un”attività dinamica e partecipativa, hanno fornito ai nostri allievi semplici strumenti per rapportarsi in modo equilibrato e responsabile con le diversità.Il gioco proposto ha aiutato i partecipanti a far emergere stereotipi, preconcetti e pregiudizi che talvolta ci impediscono di incontrare realmente l”altro.

    Durante l”incontro di questa settimana sono partita proprio da quei dubbi, da quegli interrogativi e da quelle incertezze per stimolare una riflessione collettiva ed individuale sul tema del pregiudizio e della discriminazione legata alla diversità fisica o meglio alla “diversa abilità” nel corso del laboratorio di riflessione che ha fatto seguito alla visione del film “Rosso come il cielo” di Cristiano Bortone (2005, ITA) .
    Il film è ambientato negli anni “70 e racconta la storia di Mirco Mencacci, un bambino appassionato di cinema, che per un fatale incidente perde la vista, ma non la sua passione per il cinema, tanto che, nonostante le avversità dei tempi a ricevere un”istruzione adeguata, riuscirà a diventare uno dei più rinomati esperti del settore del cinema italiano.

    Mentre scorrevano i titoli di coda e le emozioni dei giovani spettatori erano elevatissime, li ho invitati a restare un po” al buio e, dopo essersi disposti in posizione di circle time , a chiudere gli occhi. Intanto potevano sperimentate la loro capacità tattile passandosi di mano in mano tavolette braille, schede didattiche per bambini non vedenti , un sillabario braille e altri materiali di lettura , scrittura , disegni a rilievo.

    Quando abbiamo acceso le luci abbiamo tirato fuori le emozioni più belle , legate a mondi ignorati e sconosciuti: è emerso principalmente che il non vedente non è un cieco, ma una “persona” con abilità diverse; anzi , testualmente , “non è lui ad essere diverso”, ed ancora è stato sottolineato che questa storia ci insegna quanto sia in dispensabile lasciare all”educando la libertà di comunicare nel modo in cui egli ritiene giusto.
    Sulle foglie dell”abituale Albero delle emozioni, intanto, prevalevano la tenerezza, il dolore la rabbia, la speranza, il dispiacere, ma come sempre la speranza!

    GLI ARGOMENTI GIÁ TRATTATI