L’amore dai contorni illogici: cronaca di un sogno ad occhi aperti

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    Colleghi, amici, o forse qualcosa di più. Giada si è innamorata, ma riesce a dichiararsi all’amato solo nei meandri protetti della sua immaginazione. Perchè amore e sogno, spesso, viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda.

    Giada è una manager in carriera. Le donne come lei non hanno mai tempo per l’amore, oppure se ne convincono, nel timore di dover mostrare, anche solo per un attimo, la propria fragilità. Eppure è proprio nei freddi corridoi del suo ufficio che lo incontra. Luca è impeccabile. Professionale, ma allo stesso tempo affascinante.

    La complicità reciproca è una realtà che coglie di sorpresa entrambi. Quarantenne, sempre pronto a nuove sfide, ruba, inconsapevolmente, il cuore di Giada che se ne innamora sin dal primo bacio. Ma Luca fa un passo indietro. Sembra non aver tempo per una storia seria, o, almeno, è quello che racconta a Giada. La ragazza, a fatica, prova a farsene una ragione. Ma poi i due si rincontrano. Giada vorrebbe dichiararsi nel corso di una telefonata, ma non ci riesce. Si affida quindi alla sua immaginazione, ad un sogno ad occhi aperti, a cui dà forma in una lettera, che riportiamo di seguito.

    “Perchè ogni volta che ti sento è un susseguirsi di emozioni contrastanti. Per un attimo i pensieri si arrovellano e fatico a cercare un filo logico ad un discorso che fino ad un momento prima avevo pianificato alla perfezione: Così respiro un attimo, recupero un pizzico di lucidità e comincio ad esporti il motivo, anzi il pretesto, per il quale ho deciso di telefonarti.
    Problemi di lavoro, ovvio. Passiamo ore a parlare di questo. E mentre mi fai partecipe della tua esperienza, rincorro le tue parole con il pensiero, fino a perdermi nel ricordo del calore di quell’ultimo abbraccio:

    Come vorrei parlarti, urlarti che mi manchi, che ho voglia di te: ma la paura che tu possa allontanarti da me anche come amico mi frena. Allora riprendo ad assecondarti, ascolto i tuoi discorsi, ti faccio domande. Ma la mia mente non ci sta. E torna a quel pomeriggio, quando ho provato in tutti i modi a starti lontana. In fondo me l’hai chiesto tu di farmi da parte e l’ho fatto. Sono uscita di scena in silenzio, non ho insistito. Seppure facesse male ho rispettato la tua scelta, ma non c’è stato giorno che non t’abbia pensato, che non mi chiedessi come ci si può arrendere prima ancora di provarci. Ma la motivazione che tu mi hai dato è delle più nobili, così ho violentato me stessa, cercando di cancellare il ricordo di te con tutti i mezzi che avevo a disposizione.

    Mi sono persino raccontata che per prendere questa decisione non dovevo nemmeno piacerti abbastanza, magari mentre io mi sforzavo di farmene una ragione, tu mi avevi già sostituito con un’altra. Pian piano la rabbia si è impadronita di me, annebbiando le emozioni che mi hai regalato nei pochi, ma intensi, attimi che abbiamo trascorso insieme.
    Ma poi il caso ti gioca scherzi strani. Per chissà quale motivo, il lavoro certo, abbiamo ricominciato a sentirci, ci siamo telefonati ogni giorno, fino a quel mercoledì: Non riuscivo neppure a starti vicino. La paura che il mio sguardo potesse rivelarti ciò che provavo mi portava a chinare il capo, ogni volta che i tuoi occhi incrociavano i miei.

    Capita però che l’emozione si faccia gioco della ragione, ed in un attimo ci siamo ritrovati stretti l’uno accanto all’altro. E’ stato come se non ci fossimo mai persi. I tuoi abbracci, i tuoi respiri, le tue mani su di me : ricordo tutto alla perfezione.
    Ma il nostro non è un film. La vita reale ti presenta presto il conto. Torno bruscamente alla nostra telefonata, è ora di metter giù, mi prometti che ti farai sentire ed io sorrido, consapevole che per l’ennesima volta non lo farai.

    Così torno a cercarti nei miei sogni, lì nessuno, nemmeno tu, puoi impedirmi di abbracciarti, baciarti ed averti, almeno per un po’, a modo mio. Sorrido, mentre la mia mente vaga in realtà surreali, dove non esistono ostacoli, nè vincoli di sorta. Vigono solo le regole del cuore, ed io sono libera finalmente di abbandonarmi ad esse, dando sfogo alla passione e alla dolcezza che spesso reprimo, nel timore che per l’ennesima volta mi si ritorcano contro.
    Ma è un attimo, un momento di effimera felicità. Eppure è solo in quell’istante che riesco ad essere sincera con me stessa e con te.

    E così, con la voce rotta dal pianto, trovo il coraggio. Mi avvicino a te, ti stringo le mani e guardandoti finalmente negli occhi ti sussurro che ti amo. No, la tua reazione non sono in grado di immaginarla. Il sogno ad occhi aperti si interrompe così. Il lieto fine, semmai dovesse esserci, vorrei scriverlo con te”.

    (Fonte foto: Rete Internet)

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