Questo articolo nasce con l’intento di raccontare le difficoltà del basket Volla, appena promosso in C2, ma le immagini del terremoto in Emilia ci obbligano a fare i conti con le differenze di “quell’Italia”, con “questa” di quaggiù.
Il recente terremoto che ha sconvolto la parte centrale della Pianura Padana, ci ha fatto conoscere, ancora una volta, le due facce opposte della medaglia “Uomo”. Da un lato abbiamo visto lo sgretolarsi degli edifici sacri e profani, di vecchia e nuova costruzione, dall’altro il cementificarsi dell’appartenenza e della solidarietà di intere comunità. I monumenti, le chiese e le opere d’arte, fiore all’occhiello dell’Italia dei Comuni e del Rinascimento, furono eretti secoli fa avendo a cuore il “Valore Umano”. Lì non ci fu la mano speculatrice dell’uomo approfittatore. Purtroppo, oggi quei monumenti sono caduti sotto i colpi “fisiologici” della terra.
Anche gli edifici costruiti più recentemente, che hanno soddisfatto di più il “Valore Economico”, rispetto a quello umano, di chi li ha eretti, sono caduti, seppellendo sotto le macerie i propri lavoratori. Ancora una volta l’uomo ha approfittato e piange se stesso e i suoi morti. Di questa vicenda tragica ci ha colpito molto la sciagura, il dramma, la paura, l’impotenza, la distruzione. Qualcuno di questi sentimenti abita ancora nella nostra memoria.
Nonostante le tragedia, ci sono tante cose che in questa vicenda ci hanno impressionato favorevolmente. Tra queste, il rispetto, l’organizzazione, i soccorsi, il volontariato, l’assistenza, la solidarietà. Ma, quello che ci ha colpito di più è stata la dignità di una comunità.
Vi chiederete cosa c’entri il terremoto con il basket Volla?
Mentre vedevamo le immagini dei primi ricoveri di fortuna, non abbiamo potuto fare a meno di pensare che nonostante la terra sia la stessa, vi sono notevoli differenze tra quei paesi, del “nord”, e i nostri del “sud”. La prima differenza è quella strutturale, che è abissale.
I paesi sono definiti, delimitati. Lì, si capisce bene quando il territorio abitativo di un paese finisce. Qui da noi, no. I paesi si susseguono, si fondono e si confondono l’uno nell’altro. Spesso capita che un lato di una strada appartiene ad un comune e il lato opposto ad un altro. Ciò crea notevole confusione e scarso spirito d’appartenenza. Poi, ci ha colpito molto il fatto che in tutti i paesi, più piccoli o più grandi che fossero, c’era il Palazzetto dello Sport, che è stato quasi ovunque il primo luogo di ricovero degli sfollati, dei cittadini colpiti dal sisma.
É diventato un simbolo, non solo di sport e di aggregazione, ma addirittura di solidarietà, di comunione. Ecco, oltre la chiesa, i monumenti, le scuole, il campo sportivo, le strade, gli alberi, le case, i negozi, i centri commerciali, i capannoni industriali (Minchia!), c’era anche il palazzetto dello sport, la piazza, il teatro, il cinema ed altri luoghi di aggregazione comunitaria.
Invece, a Volla, No! Questi ultimi, mancano! E non solo a Volla, ma in quasi tutti i paesi del “Sud”. E perché? Perché fino ad oggi nessuno dei “Signori” che hanno amministrato la “Res Pubblica” ha pensato a costruirli, ovviamente mettendo al primo posto il “Valore Umano”, e non quello “Economico”. Ed ecco che questa carenza, oggi, rappresenta uno dei problemi, non solo dei cittadini Vollesi e di tanti paesi del sud, ma anche e soprattutto del Basket Volla, il quale dopo la vittoria del campionato con la promozione in C2 non avendo il Palazzetto dello Sport, né un campo regolamentare e idoneo, è costretto ad emigrare se vuole partecipare al campionato conquistato sul campo. E questo perché il campo usato dalla squadra in tutti questi anni, scena della conquista della promozione, quello della palestra dell’Istituto Comprensivo “G. Falcone”, non ha le misure sufficienti per essere considerato idoneo e consentire al Basket Volla di disputare le partite casalinghe del campionato a “casa” .
E questo è solo il dato tecnico. A parte vanno considerati il lato funzionale ed estetico, come ad esempio l’assenza degli spalti, i rivoli d’acqua nelle giornate di pioggia, il tappeto di gioco, che qualche anno fa era uno splendido ed invidiato “Parquet”, mentre oggi è una superficie malandata e bollata di gomma (Che fine ha fatto il Parquet!?). I dirigenti del Basket Volla lanciano un appello alla nuova amministrazione di Centrosinistra affinché si attivi per costruire un “Palazzetto dello Sport”, e, nell’attesa, suggeriscono un’idea, una soluzione temporanea al loro problema. Per evitare alla squadra di emigrare nei paesi vicini alla ricerca di un campo su cui disputare il campionato di C 2, propongono di issare una tendostruttura regolamentare che è stata loro donata da uno sponsor come premio della vittoria del campionato.
La “Tendo-Struttura” potrebbe essere sistemata all’esterno della palestra in un’area già adibita a campo. Mancano solo i relativi permessi e le varie autorizzazioni. Ci sembra una buona idea da suggerire all’attuale amministrazione, per una partenza, come dire, vittoriosa …