Dagli sbarchi di migranti alle donne cristiane perseguitate. L’indifferenza dell’Ue rispetto a tali problematiche, ha indignato anche Renzi, che ha di fronte una nuova sfida: “Ritrovare l’anima dell’Europa”.
L’ennesima ed ultima tragedia del mare (purtroppo altri 75 morti) ha riproposto (e, stavolta in modo più netto), drammaticamente, una sola domanda che merita convincente risposta: che cosa ritiene di fare l’Unione Europea, quali proposte, quali progetti, quali rimedi reputa di mettere in campo affinchè il Mediterraneo cessi di essere un gigantesco cimitero per migliaia di sventurati e di miserabili in fuga dagli orrori delle guerre, dalle persecuzioni religiose, dalla crudeltà dei dittatori di cui i continenti che si affacciano su questo mare purtroppo abbondano? La risposta, purtroppo, ancora non c’è.
Non nel senso che Bruxelles rifiuta di occuparsene, o, semplicemente, tende a minimizzare del tutto il problema. Non si parla proprio, in termini di progettualità, nè di salvataggi in mare, nè si accenna minimamente a quella porzione marina di Europa – Mare Nostrum, appunto – sul quale stendono le proprie coste e spiagge nazioni come l’Italia, la Francia, la Spagna, la Grecia, Malta, Cipro e la Croazia. L’Unione Europea, impareggiabile nel “controllare” i conti e i bilanci delle varie nazioni, chiude poi, sistematicamente, gli occhi di fronte al problema. Il problema degli sbarchi, in questo caso, non può (e non deve!) essere un problema solo della nostra nazione. E non sfugga il fatto che buona parte dei carichi di disperati che prendono la via del mare si forma e parte dalla Libia.
Quella stessa Libia che, dopo le primavere arabe del 2011, è stata trasformata in una succursale della Somalia, dove legge, diritto, sicurezza, speranza nel futuro sono parole travolte dall’anarchia e dalla violenza dei gruppi più radicali e dalle dispute tribali. Eppure proprio dalla Libia si potrebbe e si dovrebbe ripartire per creare un corridoio umanitario, sotto l’egida dell’Onu, perchè i migranti possano fare domanda d’asilo, evitando così di mettere la propria vita nelle mani dei trafficanti e degli scafisti. È lì, dove si forma il problema, che l’Europa dovrebbe necessariamente e con forza agire. L’Europa, si badi, non la sola Italia.
Nelle ultime 72 ore oltre 5mila immigrati sono stati soccorsi dalle navi della Marina militare inserite nel dispositivo aeronavale interforze “Mare Nostrum” nel Canale di Sicilia. Dall’inizio dell’anno ne sono stati soccorsi oltre 60 mila. Le previsioni dicono che si arriverà almeno a 100 mila entro l’anno. Nel Mediterraneo si muore, si fanno affari, si lascia letteralmente soffocare la speranza. E da troppo tempo l’Unione Europea tarda a dare la risposta giusta. “La vera e grande sfida che abbiamo di fronte è ritrovare l’anima dell’Europa”: con queste parole Matteo Renzi ha aperto, qualche giorno fa, il semestre italiano di presidenza dell’Ue, lanciando una vera e propria sfida agli Stati e agli uomini che ne fanno parte: quella di cambiare l’Europa, mettendo al centro i valori e non solo i numeri. A partire dalla difesa dei cristiani perseguitati.
“Se di fronte a una donna, Asia Bibi, che è ferma in carcere da quattro anni perchè cristiana non c’è l’Europa che non si indigna vuol dire che non stiamo rispondendo al nostro destino, se di fronte alle ragazze rapite in Nigeria da un gruppo fondamentalista perchè educate ai valori occidentali, se non c’è la vostra, la nostra reazione non possiamo definirci degni della grande responsabilità che abbiamo, se di fronte a donna, Myriam, che partorisce in carcere o alle ragazze del Medio Oriente, se diciamo solo slogan vuoti o parole retoriche e continuiamo a rinchiuderci nelle nostre frontiere anzichè riaffermare i nostri valori – ha detto Renzi – perderemo la capacità di essere politici europei”.
Siamo tutti speranzosi che in questo semestre si affrontino i problemi veri dell’Europa, e non solo quelli economici.
(>Fonte foto: Rete internet)
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