É L’ITALIA DEL BENESSERE…

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    I meridionali abbandonano terre e case per il miraggio del posto certo e del salario garantito. L”Italia antifascista rifiuta l”appoggio della destra ai governi a guida DC. Moro e Nenni inaugurano gli esecutivi di centro-sinistra col PSI…

    Nel 1960 il giornale francese “Combat” scrive che “l”Italia è la terza grande del Mercato Comune”, dopo la Francia e la Germania. Il giudizio è confortato anche dal Financial Times, che assegna l”Oscar della moneta alla nostra Lira. È segno che l”economia tira. I dati, infatti, parlano chiaro: nell”anno in corso si sono vendute circa 1 milione di autovetture, con un raddoppio, quasi, delle vendite rispetto all”anno precedente. E i dati del benessere si riscontrano anche nel passaggio delle auto che, ogni giorno, percorrono le corsie della nuovissima Autostrada del Sole: in meno di 6 mesi si sono contati oltre 1 milione di passaggi.
    Le città del nord, con le loro fabbriche, richiedono una numerosamanodopera (a buon mercato), che si sposta dal sud. Si rinnovano i fenomeni d”emigrazione, per andare a lavorare in fabbriche che non garantiscono le norme sulla sicurezza, non versano i contributi previdenziale ed esigono turni di lavoro massacranti. Le campagne ed i paesi del sud sono abbandonati per il miraggio di un mensile certo. Intere famiglie dei paesi meridionali si stabiliscono nelle cinte periferiche delle capitali industriali del nord. Nei primi anni della seconda metà del secolo scorso ben 200.000 meridionali si trasferiscono nel triangolo industriale Genova-Milano-Torino.
    In questa situazione di grande prosperità si inaugurano, a Roma, i giochi della XVII Olimpiade. La capitale accoglie 5.337 atleti, rappresentanti di 87 nazioni, oltre ai giornalisti di tutto il mondo. I giochi olimpici –come del resto ogni altra manifestazione sportiva- sono fruibili da tutti: c”è, infatti, la televisione, che porta nelle case l”immediatezza e la particolarità degli avvenimenti. Il popolo degli sportivi, ma non solo, gioisce e si commuove per le vittorie dell”etiope Abebe Bikila e della statunitense Wilma Rudolph. Ma il tripudio vero è riservato alle vittorie degli atleti di casa: Livio Berruti, Nino Benvenuti, Sante Gaiardoni, Giuseppe Beghetto, Sergio Bianchetto, Giuseppe Delfino, Francesco De Piccoli, Francesco Musso, Edoardo Mangiarotti, Raimondo d”Inzeo.
    In politica la temperatura è molto “alta”. Il nuovo primo ministro, il democristiano Fernando Tambroni, che è stato eletto con i voti della DC, del MSI e di 4 monarchici, si regge su di una maggioranza molto risicata. Quando il Movimento Sociale decide di tenere il suo congresso a Genova, città medaglia d”oro della Resistenza, sorgono le opposizioni antifasciste che non gradiscono, innanzitutto, l”appoggio del MSI al governo. Scioperi e tumulti si hanno, così, oltre che a Genova, a Roma , a Palermo ed in altre città. A Reggio Emilia, nel corso di scontri tra dimostranti e forze dell”ordine, si contano 5 morti. In Sicilia, a Licata e Catania, ci sono 6 caduti. Di fronte ad avvenimenti così drammatici la DC induce Tambroni a dimettersi; il governo è affidato di nuovo alla guida di Amintore Fanfani.
    Ma il fermento politico non si esaurisce. Nel corso del XXIV congresso del PSI (1961), Pietro Nenni esclude una ripresa di collaborazione con il PCI e dice di guardare con fiducia all”esperimento delle prime giunte di centrosinistra, “un”audace tentativo di abbattere gli steccati artificiali che da un secolo dividono lavoratori socialisti e masse cattoliche”. Intanto, però, per l”elezione (6 maggio 1962) del nuovo Presidente della Repubblica, Antonio Segni, necessitano nove scrutini e 443 voti di uno schieramento di centrodestra, con il suffragio determinante del MSI e dei monarchici.
    Il governo, con Fanfani costretto a dimettersi, dopo una breve esperienza guidata da Giovanni Leone, è affidato al democristiano Aldo Moro, che inaugura gli esecutivi di centrosinistra con la partecipazione del PSI. Ma l”ala massimalista dei socialisti non condivide l”orientamento governativo della segreteria ed esce dal partito, fondando il PSIUP (Partito Socialista di Unità Proletaria).
    Da parte sua, invece, la Chiesa ha una nuova caratterizzazione. Il papa Giovanni XXIII ricorda ai vescovi che lo scopo della Chiesa è di mettere il Vangelo “al di sopra di tutte le opinioni e dei partiti che agitano e sconvolgono la società”. L”11 ottobre del 1962, poi, quando lo stesso papa apre il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella consapevolezza che la dottrina della Chiesa deve essere aggiornata, dice: “Nel presente momento storico, la Provvidenza ci sta conducendo a un nuovo ordine di rapporti umani, che, per opera degli uomini e al di là della loro stessa aspettativa, si volgono verso il compimento di disegni superiori inattesi”.
    Con l”emanazione dell”enciclica “Pacem in terris”, (11 aprile 1963) poi, papa Giovanni XXIII stabilisce due principi fondamentali: non è possibile continuare a pensare alla guerra come ad uno strumento di giustizia; bisogna abbattere le barriere ideologiche e rispettare la cultura dell”avversario.
    (Fonte foto: www.lelefante.it)