GENITORI E FIGLI: LA DECADENZA DALLA POTESTÁ GENITORIALE

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    Decadere dalla potestà genitoriale è un provvedimento grave, conseguente a disinteresse e incapacità a prendersi cura dei figli minori. Di Simona Carandente

    Nella variegata moltitudine di casi giudiziari, è spesso necessario che l’operatore del diritto si confronti con realtà scomode, oltremodo spiacevoli, specie per gli interessi delle parti in gioco, che diventano pregnanti quando coinvolgono uno o più minori.
    Il riferimento, in particolare, è ai provvedimenti ablativi della potestà genitoriale, con la quale i genitori naturali del minore, laddove ricorrano determinate circostanze, coincidenti di norma con la perdita dell’ affectio connessa ai rapporti di filiazione, vengono privati di buona parte dei poteri decisionali afferenti all’esistenza del minore stesso.

    Se la sospensione dalla potestà genitoriale è provvedimento di natura temporanea, adottato nell’interesse del minore, valido finché non intervengano fatti nuovi, idonei a modificare il quadro iniziale posto all’attenzione del tribunale, ben più incisivo è il provvedimento con cui quest’ultimo dichiara un genitore decaduto dalla medesima potestà a tempo indeterminato.

    Un così grave ed importante provvedimento non può che essere adottato in casi gravi, tassativamente previsti dal legislatore, di norma coincidenti con un grave disinteresse nei confronti del minore stesso, sia di natura affettiva che economica, connessi ad una obiettiva incapacità del genitore, sia esso madre o padre, a prendersi cura della prole.
    Nel caso di specie, si è rivolta al legale la madre di due bambine, afflitte da gravi handicap, che ella stessa, anni prima ed a seguito di una gravissima crisi familiare, aveva deciso di collocare in casa famiglia, essendo impossibilitata addirittura a soddisfare i bisogni primari delle figlie.

    Alla luce di taluni fattori, tra i quali lo stato di tossicodipendenza del marito, sfociato nella commissione da parte di questi di gravi reati contro il patrimonio, non si profilava alcuna concreta possibilità, da parte della donna, di poter riprendere le proprie figlie con sé, tenuto peraltro conto della necessità che queste fossero seguite ed assistite da uno specialista.
    Il tribunale per i minorenni di Napoli, alla luce di una presunta inadeguatezza dei genitori naturali delle minori a prendersene cura, dichiarava entrambi i coniugi decaduti dalla potestà genitoriale sulle figlie, disponendo addirittura che queste venissero affidate ad una famiglia esterna, disposta a prendersene cura a tempo indeterminato.

    Attraverso un atto di opposizione, il difensore evidenziava la possibilità di poter ricorrere a forme alternative all’affido extrafamiliare, stante la disponibilità delle sorelle della donna a prendere in affido le due minori, evitando così gli effetti deleteri di un provvedimento che, allo stato, correrebbe il rischio di pregiudicare solamente le due bambine, già traumatizzate da un esistenza non proprio facile, e naturalmente restie ad inserirsi in un nucleo familiare totalmente nuovo ed estraneo. (mail: simonacara@libero.it)
    (Fonte foto: Rete Internet)

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