Fare shopping comodamente seduti sul divano…

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La crescita costante dell’e-commerce non si arresta e in vista del Natale sono 10 milioni gli italiani che compreranno i regali online.

In periodi di crisi e recessione non è impossibile, né tanto meno raro, osservare settori in crescita: esemplari sono i dati sull’e-commerce.

I numeri relativi al 2014 presentati dall’Osservatorio eCommerce B2c registrano una crescita del 17% delle vendite dei siti italiani per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro e una crescita del 16% degli acquisti da consumatori italiani (da siti nostrani e stranieri) per un valore totale di 14,6 miliardi di euro. Alto è anche il tasso di penetrazione dell’e-commerce in svariati settori merceologici, quelli in cui l’acquisto online è ormai consolidato sono l’Editoria, l’Informatica e l’Abbigliamento. La chiave per combattere le crisi, e anzi sovvertire la direzione dell’economia, è l’innovazione, combinata con l’abilità di rispondere alle esigenze emergenti dei consumatori, o di creare dei nuovi bisogni. La crescita di questo settore si legge anche nel dato delle startup finanziate, che ammontano a 1000, 54 delle quali italiane.

Il dato negativo per l’industria italiana è che l’e-commerce è di prevalente appannaggio di aziende straniere, sono le Dot Com a spopolare in Italia: Amazon, Booking.com, eBay, Expedia, Privalia. Questo denota chiaramente un’incapacità delle imprese italiane di interpretare una tendenza ormai innegabile e un limite degli operatori tradizionali di guardare all’online come un reale, vantaggioso, canale alternativo. Di fatti il tasso di crescita delle italiane è inferiore rispetto alla media occidentale.

Il cambiamento nell’approccio all’acquisto è lampante; basti pensare all’incremento del 100% delle vendite via Smartphone, che superano gli 1,2 miliardi di euro, pari al 9% del valore complessivo. Tale profonda trasformazione necessariamente deve camminare di fianco all’evoluzione della normativa in materia di tutela del consumatore. Il 13 giugno 2013 è entrato in vigore il decreto legislativo con il quale si modifica il Codice del Consumo, che vede una rafforzata tutela nelle vendite online, nelle vendite concluse a distanza e fuori dei locali commerciali.

L’esigenza di protezione è forte, poiché la popolarità del mezzo porta con sé il tentativo di “manometterlo”. Si parla di criminalità informatica relativamente all’opportunità di sfruttare i consumatori ignari e i brand impreparati, creando siti non autorizzati che vendono merci contraffatte. La diffusione dell’e-commerce è direttamente proporzionale all’abilità di truffare online. Sfruttando le campagne di marketing e le fotografie dei brand originali la differenza con i siti autorizzati è veramente impercettibile; i prezzi fissati sono simili a quelli dei beni originali in promozione, in modo da far percepire al consumatore la sensazione di star facendo un buon affare. Il dato è che un consumatore su 6 dimostra la volontà di acquistare un prodotto contraffatto. Ne deriva, dunque, che i brand devono sviluppare tecniche per difendersi da questi illeciti, e i consumatori devono stare più attenti. Il monito vale adesso in maniera particolare, vista l’imminenza del Natale. Secondo una ricerca condotta da Netcomm e Human Highway quest’anno il numero di persone che compreranno i regali di Natale online aumenterà del 30%, sfiorando i 10 milioni.

In effetti il 2014 è stato un anno positivo per l’e-commerce italiano e la tendenza al rialzo durante il periodo natalizio pare confermata. Gli utenti principali degli acquisti online sono i “Millenials”, i ragazzi nati tra gli anni ’80 e i primi anni 2000. Però, il fatto che nuovi settori merceologici si stiano indirizzando all’e-commerce determina l’avvicinamento di nuove categorie di consumatori, pensiamo in particolare al settore alimentare. Già negli anni scorsi si era affermata la tendenza del Food Delivery, quindi aziende senza dei punti retail che consegnavano a domicilio, soprattutto surgelati e cibi pronti. Oggi la possibilità di riempire il carrello da casa è ancora più forte. L’8% delle startup eCommerce sono, infatti, Food&Wine e Grocery in generale. L’e-commerce è senza ombra di dubbio la nuova frontiera dei mercati; per gli operatori tradizionali costituisce sicuramente la necessità di adeguarsi, ma rappresenta soprattutto nuove opportunità di sviluppo.