Don Maurizio Patriciello, lo stato della Terra dei Fuochi

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La prima di due interviste all’uomo simbolo della rivolta della Terra dei Fuochi.

Arrivare a Caivano è come muoversi in un labirinto, come spesso accade quando ci si muove nell’hinterland napoletano. Spesso, le indicazioni, quando ci sono, sono fuorvianti, quasi si volesse distogliere, a chi vi arriva, l’interesse per quei luoghi.

Non appena si giunge a Caivano, dalla 7 bis, la prima cosa che si vede è il Parco Verde, un nome che sembrerebbe idilliaco, quasi bucolico se non lo si vedesse nello squallore della sua realtà verde acido; eppure qui, in questo luogo distante da ogni perbenistica concezione, è nato l’ultimo movimento di riscatto di un popolo abbandonato da uno stato patrigno e lusingato da una camorra strozzina.

Nella parrocchia di San Paolo Apostolo, in via Circumvallazione Ovest, c’è don Maurizio Patriciello all’entrata della chiesa:, lo saluto, lui ricambia per cortesia perché non mi conosce, del resto ci siamo visti solo una volta di sfuggita (mi dirà che aveva pensato ma chi è ‘sta brutta faccia!). Padre Maurizio guida da due anni i movimenti della Terra dei Fuochi, quelli che vogliono redimere le anime e i corpi di quella che una volta era la Campania Felix.

don Maurizio è persona schiva, non ama i convenevoli ma sappiamo che ha le sue buone ragioni ed è fin troppo impegnato nella sua missione di parroco e di attivista, per questo, nonostante la mia indole socievole e loquace andiamo subito al dunque e iniziamo una lunga e interessante chiacchierata, tra le arcate della chiesa capannone di Parco Verde.

don Maurizio a che punto stiamo con la Terra dei Fuochi, a cosa siamo arrivati dopo tanto clamore?
«Siamo arrivati a ben poco. In questi giorni si è saputo che sono stati bloccati i prelievi per la mappatura, per noi è stata una cosa molto grave, sono andato subito a Roma, dal ministro dell’ambiente, assieme al dottor Marfella e a qualcun altro del nostro gruppo e ci siamo resi conto, ed è questa la cosa più triste, che il ministro dell’ambiente non sapeva niente di questo provvedimento. Questo già dà la cifra della gravità della cosa. Com’è possibile che l’ISPRA, che dipende dal Ministero dell’Ambiente, assieme ad altre commissioni interministeriali arrivi a una decisione così drastica, senza che il ministro da cui dipende ne sappia qualcosa, questa è una cosa gravissima. E dà la misura della superficialità con la quale si affronta ancora questo problema!».

Ma la stampa ha però sottolineato l’intenzione della Regione Campania di andare avanti con i prelievi per la mappatura delle aree a rischio…
«Ma il fatto è che nessuno crede più a nessuno, e questo gliel’ho detto al ministro. Si è tante volte parlato a vuoto che nessuno crede più a quel che si dice. Anche perché, il risvolto grave ricade sul Ministero della Salute, l’unico veramente assente in questa storia. La Lorenzin, qualche mese fa, in due o tre battute, si limitò a dire che qua non è guerra e che se moriamo è perché fumiamo troppo, mangiamo male e non facciamo prevenzione e dopodiché s’è tolta il pensiero.

Comunque, secondo me, se i Ministeri dell’Agricoltura, Ambiente e Salute non si mettono d’accordo, noi non riusciremo mai a cavare un ragno dal buco, c’è poco da fare. È inutile! Basti pensare alle piccole cose, all’esercito! Per chi ha visto la televisione, ora c’è l’esercito, stiamo tranquilli! Ma è invece una grande fesseria, sono arrivati 100 soldati, tra 10 mesi andranno via, ma cosa hanno fatto, non lo so, io sto qui, a Caivano, nel pieno della Terra dei Fuochi, ma, e te lo dico dandoti la mia parola, non ho visto ancora un militare. Poi 100 militari, divisi in 3 turni, fanno circa 30 militari a turno, cosa possono fare su un territorio così vasto?

Erano preparati per questo compito? Non penso! Erano degli esperti? Non credo! Noi invece avevamo chiesto che fossero potenziate le forze dell’ordine sul territorio. Ma scusate se abbiamo qua i carabinieri a quattro passi e si lamentano sempre perché il personale è poco raddoppiate il personale! Se la Forestale sta facendo un ottimo lavoro ma purtroppo può contare su poche unità, raddoppiate il personale! Che ci voleva? Ma non l’hanno voluto fare! Un secondo aspetto è poi quello della legge sulla Terra dei Fuochi, quella stessa legge che io stesso ho plaudito e per questa cosa mi sono preso un sacco di critiche; ma dobbiamo ogni tanto imparare a dire grazie ed essere riconoscenti ma, soprattutto ora abbiamo una legge, perché se c’è una legge sulla Terra dei Fuochi, significa che c’è un problema della Terra dei Fuochi.

Se la legge non c’è, e un domani cade un governo e ne viene un altro, questo casca dalle nuvole! È comunque chiaro che questa è una legge nata col peccato originale! È nata piccola-piccola. Si va in campagna ad arrestare chi sta bruciando ma non si vuole fare niente per arrivare al mandante. Non è che dietro al mandante c’è qualche nome che non va pronunciato? La domanda me la faccio, io ragiono sempre in forma dubitativa. Sono domande che mi faccio e che tutti si fanno: cosa abbiamo risolto se andiamo in campagna ad arrestare il rom che sta bruciando, il disoccupato o l’extracomunitario che fa questo per 30, 40, 50 euro? Ingolfiamo le carceri e li mandiamo fuori perché le carceri non bastano più, quindi ancora una volta, una serpe che si morde la coda, ma non abbiamo risolto il problema.

Le cose oggi stanno così, a livello mediatico abbiamo avuto un grande successo, chi vede la televisione pensa che il problema sia, almeno in parte, risolto, invece no! A livello politico non c’è stato lo stesso riscontro che c’è stato a livello mediatico».

In effetti è nato tutto lì attraverso i mezzi di comunicazione…
«Certo perché mi sono subito reso conto che la cosa da fare era quella di tirare fuori la questione e gridarla al mondo intero, sono venute le televisioni dal Canada, dall’Australia, dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Finlandia, dalla Norvegia, ci sono gli ambientalisti del resto del mondo che sono più sensibili e più esperti di noi e io ho puntato molto su questo aspetto qua. Ora fanno due anni e siamo arrivati a Bruxelles, in Europa, abbiamo raccolto 35.000 firme, abbiamo denunciato le amministrazioni inadempienti, adesso stiamo arrivando al Tribunale dei Diritti Umani, proprio perché non stiamo lasciando intentata nessuna strada».

Don Maurizio, dal punto di vista delle associazioni, i comitati, etc. com’è la situazione?
«Allora, io, in questo contesto, entro a gamba tesa due anni fa, ritenevo che questo non era e non è un incarico che spetta a me che sono un prete. Non spetta a me portare i giornalisti sulla discarica! Ma, quando vedo che la cosa sta così rovinata, faccio un lavoro di supplenza, nella speranza che possa tornare a fare il parroco. Detto questo, succede che nasce un coordinamento, nasce a un livello molto alto, abbiamo dei tavoli con i medici, gli avvocati, e a questo coordinamento, questo Angelo Ferrillo, non vuole aderire».

Questo sin dall’inizio?
«Dall’inizio! Si va avanti, si fanno mille cose e lui va avanti per conto suo e, soprattutto a livello mediatico, offende. Io sono un prete e non troverai mai una parola di offesa per nessuno! Su Facebook, metto qualcosa ogni tanto, ma mi limito a quello, anche perché non ho il tempo di fare altro. Lui invece offende e sta una continuazione col registratore in mano. Non lo so, c’è qualcosa che non va. Ora all’improvviso si fa vedere, non ho capito il perché».

Non è che forse è necessario abbassare questa cortina che s’è creata?
«Io sono l’essere più pacifico del mondo, l’unica cosa che mi interessa è quella di risolvere questo problema, il resto non mi interessa. Poi la situazione è diventata così seria e grave che devo stare attento ad ogni parola che dico: la trappola si può nascondere dietro ogni cosa!».

In che senso?
«Pensa a tutte le persone che sono coinvolte, è normale che chi ha avuto un danno a livello economico cercherà di metterti a tacere e se non possono farlo cercheranno qualcosa. Quindi, qualsiasi cosa possa essere oggetto di fraintendimento la evito proprio! Se un errore lo fa uno che si chiama pinco-pallino è una cosa, ma se lo faccio io, don Maurizio, è un’altra. Ecco perché sto molto attento nel rispondere al telefono, soprattutto quando il numero è privato, il mio telefono è controllato e poi non sai mai chi può trovarsi dall’altro lato. La cosa è purtroppo grave perché ci sono dietro interessi milionari.

Quando è iniziata questa cosa pensavo di dare un contributo per combattere i roghi che ci sono qui in Campania, per il fumo che arrivava la sera nella parrocchia e non mi faceva più celebrare la messa. Io pensavo di aver messo le mani su di una bomba carta e invece è una bomba atomica! Il problema è di una gravità inaudita, ci sono tutti i corsi d’acqua che vanno a mare che sono inquinati, le aziende bufaline che sversano in questi corsi d’acqua, tutte le nostre fabbriche vivono in un regime di evasione e vengono qua e se la prendono con me, gli agricoltori che hanno avuto un problema enorme pure se la prendono con me, e la camorra, e i politici corrotti e collusi, la cosa è realmente seria!».

Un aspetto fondamentale e che ha appena accennato, è proprio quello dell’allarmismo, quello di cui spesso si è accusato di provocare il movimento della Terra dei fuochi; molte ditte, molti coltivatori si sono visti minacciati se non danneggiati dall’onda mediatica che vorrebbe tutti i prodotti campani avvelenati. Cosa ci può dire a riguardo?
«Ci vuole la mappatura! Io faccio un discorso di una semplicità che rasenta l’ingenuità, faccio un esempio; io sono ghiotto di funghi, se tu mi regali un quintale di funghi, e mi dici che sono tutti ottimi ma tra questi funghi ce n’è uno solo che è velenoso, io sono costretto a buttarli via tutti. Quindi la mappatura è necessaria!

Lo stesso 2% di territorio inquinato, che tra l’altro è stato smentito dagli stessi ministri Martina e Orlando, equivale a 80 campi di calcio messi insieme, non mi sembrano pochi e inoltre non sappiamo dove si trova questo 2%, per questo la mappatura è fondamentale, diamo un marchio di qualità quando è dimostrato che il terreno è buono ma cosa fanno adesso? Bloccano i prelievi! Chi è che realmente sta rovinando queste persone? E stiamo parlando di agricoltura, ma pensa al resto; ti faccio un esempio che m’è capitato e ne soffro ancora. Dopo alcuni mesi dall’inizio della nostra lotta arriva dalla prefettura un ordine a tutti i comuni di fare un controllo serrato sulle autofficine a causa dei roghi di pneumatici e di carcasse d’auto, io non ne sapevo niente ma la prefettura scrisse ai comuni e ai vigili urbani.

Fatto sta che questi vanno nelle officine e lo fanno pure in quella di una persona che mi vuole un sacco di bene, una persona che veniva a messa qua, che ha diversi figli, una persona onesta che però, come tutti quanti gli altri, nell’officina, non aveva le carte in regola. Vanno là, controllano tutto, fanno una multa incredibile e ‘stu cristiano se trova ‘nmiez’a via! Lui si dispera e qualcuno gli dice: devi ringraziare Padre Maurizio di Parco Verde. Questa persona, qua, non è venuta più! Io la capisco ma se continuiamo a fare così, voi avrete creato giusto il bersaglio su cui scagliare le frecce. Ma mai possibile! Tu vigile urbano, tu carabiniere fai il tuo lavoro, quello che avresti già dovuto fare prima, lo fai perché te lo impone il prefetto e poi dici che lo fai per colpa mia!

La Terra dei Fuochi nasce dal rogo degli scarti industriali delle mille fabbriche di scarpe, borse e tessuti che stanno tutte in regime di evasione fiscale! Ora che vogliamo fare? Le vogliamo chiudere tutte? E mandiamo la gente per strada! Non le vogliamo chiudere? E moriamo tutti per i roghi! Sono le stesse cose che ho detto alla Camusso a un congresso della CGIL a Bologna. Ma è mai possibile che questa è l’alternativa? O murimme ‘e famme o murimme pe’roghi?».

Del resto, ad oggi la situazione non è cambiata…
«Ma certo! Se le fabbriche continuano a lavorare in regime di evasione fiscale, vuol dire che o hanno cambiato modalità, il che significa che se non stanno bruciando, stanno un’altra volta interrando, oppure vuol dire che stanno andando verso la periferia, e già ci arrivano notizie che si va verso la Puglia e verso la Lucania».

Quindi, come al solito, la soluzione è semplice, basta volerla applicare, e sarebbe quella di portare a galla il sommerso e ottenere il doppio risultato di un maggiore e più equo gettito fiscale e arrestare l’inquinamento del territorio…
«Quando ho detto questo alla CGIL, qualcuno s’è scandalizzato, ma poi diciamoci la verità, oggi, uno che mette su una fabbrichetta è tartassato in tutti i modi! Allora, o si ha il coraggio di dire a queste aziende di chiudere e facciamo i centri d’accoglienza come per gli immigrati oppure diciamo loro: continuate a lavorare ma smaltite regolarmente i vostri scarti, perché altrimenti la gente muore, e non vi preoccupate, perché le tasse saranno abbassate in qualche modo. Perché altrimenti da questa storia non ce ne usciremo mai!».

Questo è un problema molto più esteso!
«Questo è un problema che non si vuole risolvere! Questo non si vuole ammettere! L’altro giorno ho ricevuto un premio a Visciano e lì si diceva: la camorra, la camorra, la camorra! Io ho detto: fate attenzione che adesso fa comodo nascondersi dietro la camorra. La camorra da sola non avrebbe fatto quello che ha fatto, qua dietro c’è un sistema industriale sul quale non si vuole andare a indagare, perché dietro ci sono persone che ne uscirebbero danneggiate. Purtroppo è una maledizione! Quindi, o noi mettiamo le mani su questa maledizione o non ne usciremo. Si manda l’elicottero, si fa finta di trovare le soluzioni, ma intanto la gente muore.

La gente muore e il registro tumori non ci sta! Però abbiamo il direttore del registro tumori, e che prende uno stipendio per questa funzione e che ha l’interesse a dire che le cose vanno bene e così nascono gli allarmisti, e nascono i negazionisti. Quando poi basterebbe fare come ho fatto io, io sono prete, io non ti porto l’idea, ti porto i fatti, ti porto le foto dei bambini che sono morti, da questo nascono le 150.000 cartoline mandate a Napolitano, l’idea si può confutare, i fatti no. Quindi se è vero che le cose stanno così bene com’è che stanno ammurì tutti ‘sti criature!».

Io vengo dal Vesuviano e anche lì c’è chi crede che ci sia qualcosa che non va. Anche lì esistono le discariche, anche lì esistono i roghi e anche lì, purtroppo, si muore per malattie ascrivibili, con buona probabilità, all’inquinamento. Detto questo, salvo alcuni casi, sembra che sia convenuto più l’interesse dei fondi che quello della salute pubblica, si minimizza o si tace sulla situazione.
«Sempre a Visciano, dove sono stato di recente, il sindaco, persona degnissima, è andato prima di me sul palco è ha dettto di me tante belle parole, i complimenti, che sono solidali con noi, ma che loro, questo problema, non ce l’hanno, a Visciano!».