Crac Pomigliano Ambiente: decisione sugli arresti rinviata per la terza volta

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Ennesimo cavillo burocratico, un difetto di notifica, cioè una carta spedita al destinatario inesatto. E il Riesame rinvia al 9 maggio la decisione sulla richiesta di custodia cautelare per i politici e gli ex dirigenti della Pomigliano Ambiente.

E’ il terzo rinvio . Il primo c’era stato l’8 novembre scorso: discussione fissata per l’11 gennaio. Quindi, ancora uno slittamento, fino al 14 marzo. Infine il terzo: udienza spostata al 9 maggio. Le richieste di custodia cautelare erano state firmate ad agosto dall’aggiunto della procura di Nola, il pubblico ministero Maria Antonietta Troncone. Ma il gip le aveva respinte. Ma a settembre il pm è tornato all’attacco chiedendo il parere del Riesame. Parere che però tarda parecchio. Non si sa dunque se a questo punto sussistano o meno le esigenze cautelari, visto che la prossima udienza, sempre nel caso in cui venga discussa, si terrà ben dieci mesi dopo la richiesta di custodia, ormai nota da un pezzo.

Al centro dell’inchiesta del procuratore aggiunto Troncone c’è la sparizione di decine di milioni di euro dell’azienda che gestiva la raccolta dei rifiuti soldi urbani. Le domande di custodia riguardano, tra gli altri, l’ex sindaco di Pomigliano, Antonio Della Ratta, del Pd, l’ex segretario provinciale del Pds, Benito Visca, e un ex assessore del centrosinistra, sempre del comune di Pomigliano, Monica Andrè. Per Benito Visca, Antonio De Falco, detto “Ninì”, ingegnere della Pomigliano Ambiente, e Cosimo Basile, ex componente di staff del Comune, la richiesta di custodia cautelare è relativa agli incarichi da dirigente della Pomigliano Ambiente ricoperti nel periodo compreso tra il 2006 e il 2009.

L’ex sindaco Della Ratta è invece sotto accusa in quanto ritenuto responsabile delle scelte nella conduzione aziendale della società. Monica Andrè, ex esponente della giunta di centrosinistra che ha governato Pomigliano dal 2000 al 2005, è invece sotto inchiesta come componente del collegio sindacale delegato al controllo delle attività finanziarie della società. La richiesta di arresto coinvolge anche altri tre componenti del collegio, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2009: Gelsomino Pepicelli, Carmelo Galiano e Saverio Barone.

Ma nell’inchiesta figurano indagate ancora sei persone. Si tratta di un altro revisore dei conti, Vincenzo Esposito, di Carlo Vitiello, Claudio Pulicati, Fausto Alberto Edoardo Galmarinio e Roberto Borriello, cioè i cinque funzionari di banca coinvolti nelle operazioni di concessione di crediti “pro soluto”, vale a dire di crediti milionari con rischio d’inadempienza da parte del debitore. Il procuratore Troncone sostiene che “i gravi indizi di colpevolezza acquisiti e il pericolo di inquinamento delle prove impongono il via libera agli arresti”. Però il tempo passa, inesorabile.