Villa di Augusto, l’archeologo De Simone spiega le ultime acquisizioni

0
1924

Il noto archeologo internazionale è intervenuto su Irpinia Tv con una sua singolare intervista, svelando le ultime acquisizioni sul lavoro condotto dall’Università giapponese. Certamente per attribuire la villa ad un determinato personaggio, bisogna trovare delle inconfutabili prove come un sigillo, oppure un documento epigrafico.

Il prof. Antonio De Simone è da circa 22 anni impegnato negli scavi della cd. Villa Augustea ed è certamente uno dei più stimati professionisti internazionali dal punto di vista dell’ archeologia. Autore di numerosi pubblicazioni, docente presso l’ Università Suor Orsola Benincasa, il professore ci indica la via da seguire per potere andare avanti, continuando ad avere non solo la disponibilità dei colleghi giapponesi, ma le risorse economiche necessarie per poter continuare lo scavo.

Prof. De Simone, la villa è appartenuta ad Augusto, vero?

<< Guardi, noi vorremmo avere le stesse certezze, e non vorrei spegnere in nessun modo gli entusiasmi. C’è da fare una piccola premessa, la villa che stiamo scavando insieme con i giapponesi da più di venti anni, ormai, è una grande realtà degli ultimi decenni; è una scoperta eccezionale, che ci racconta di una serie di cose. Negli ultimi due anni, operando in un settore di questo vasto podere archeologico, sono venute fuori delle strutture, che ci dimostrano che questa villa ha un precedente. Il nostro punto di partenza, al momento dell’inizio degli scavi nel 2002, era che questa struttura fosse stata costruita sul finire del II secolo d.C., cioè circa 100 anni dopo la famosa eruzione del 79 dopo Cristo. Quindi noi andavamo avanti in questa direzione. rispetto ad una tradizione che voleva in loco la villa di Augusto.

Ci siamo accorti invece che questa villa, effettivamente costruita nel nucleo che noi stiamo indagando, 100 anni dopo l’eruzione del 79 d.C., ha un pregresso legato alla presenza di uno strato sigillato, che ci dimostra che questa villa precedente era stata ammalorata e dismessa a causa dell’eruzione sopracitata. Abbiamo trovato, inoltre, un deposito di anfore e al di sotto del deposito di anfore sono venute fuori delle strutture, che, probabilmente, fanno riferimento ad un impianto tecnico di una terma che esisteva precedentemente. Ritengo che l’interpretazione di questi dati, affidati alla riflessione dei colleghi giapponesi, porta a questa conclusione molto importante: c’era una villa precedente, tale villa era di un personaggio illustre, poi sono arrivati una serie di circostanze che hanno fatto ipotizzare che questa villa fosse proprio quella in cui Augusto morì.

I giapponesi hanno messo senza dubbio in collegamento queste due cose e stanno ipotizzando nuovi elementi. Il collega Masanori, che è un grande archeologo e studioso, si ferma alla formulazione di un’ipotesi, che ha certamente uno spessore, una motivazione, ma, ahimè, lo dico come persona che ci sta scavando lì da tanti anni, non ha ancora una dimostrazione. Nel senso che noi per attribuire la villa ad un determinato personaggio, dobbiamo trovare un sigillo, dobbiamo trovare un documento epigrafico e questo purtroppo in quella villa manca ancora, ma è certo che è una villa precedente a quella attuale ed è precedente all’eruzione del 79 dopo Cristo>>

Quali saranno le prossime tappe del vostro lavoro?

 <<Continuare a scavare, sperando che i giapponesi – i quali scavano materialmente insieme a noi e con noi studiano – continuino ad essere molto generosi, perché questo va ricordato: i 20 anni di scavo a Somma Vesuviana sono stati resi possibili grazie alla disponibilità finanziaria dell’Università di Tokyo, con la quale noi collaboriamo, dando soprattutto apporto d’esperienza, dando apporto soprattutto di studenti che, sotto la nostra guida e quella dei colleghi giapponesi, maturano i titoli didattici utili per la loro carriera. Speriamo di potere andare avanti in relazione a questa ripresa d’interesse, segnata da questi nuovi rinvenimenti. Al di là del fatto che sia o no la villa dove è morto Augusto, noi ci troviamo di fronte a delle scoperte eccezionali e, quindi, c’è l’auspicio di potere andare avanti, continuando ad avere la disponibilità dei colleghi giapponesi, atteso che per la conduzione di questo scavo per la verità gli enti italiani sono stati particolarmente stretti di manica e quindi speriamo in risorse utili per continuare>>