Vesuvio, la ricostruzione 3D di Geopop per sensibilizzare sul rischio vulcanico

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Secondo Andrea Moccia, geologo napoletano di stanza a Parigi – dove dal 2013 ricopre l’incarico di Geologo e Team Manager dell’equipe di Geologia & Geofisica presso l’Istituto Nazionale Francese dell’Energia – troppo spesso le scienze sono come il jazz più estremo: “vengono spiegate in termini troppo tecnici”. Per questo motivo e assecondando un certo spirito divulgativo, nel maggio 2018 nasce il suo GeoPOP, un progetto di divulgazione scientifica con il quale Moccia racconta le Scienze della Terra nella vita di tutti i giorni. L’ obiettivo dell’iniziativa è quello di avvicinare questo universo sconosciuto un po’ a tutti, agevolando così la conoscenza della nostra Terra, le sue dinamiche e le sue curiosità.

“Vorrei portare le Scienze della Terra nelle case delle persone, raccontare loro non solo il perché dei fenomeni naturali ma anche tutti gli aspetti sociali ed economici annessi. Insomma quegli aspetti che ritroviamo nella nostra quotidianità”, scrive il geologo sulla sua pagina Facebook. Obiettivo senz’altro raggiunto nel corso dei primi due anni di attività e in particolare negli ultimi giorni, da quando è stato pubblicato un video che prova a raccontare – e ci riesce egregiamente – la futura eruzione del Vesuvio attraverso un’animazione realistica ed efficace, realizzata con la collaborazione del Deep Canvas Studio di Mario Piercarlo Marino.

Il video in questione, come illustrato da Andrea Moccia, sorta di Virgilio che accompagna la divulgazione di questa opera audiovisiva della durata di undici minuti (ma c’è anche la versione breve che ha raggiunto quasi due milioni di visualizzazioni) racconta in maniera del tutto verosimile quello che potrà accadere se e e quando erutterà nuovamente il vulcano di Partenope, quiescente dal 1944. L’artefice di GeoPOP spiega di aver scelto, per l’animazione, la possibilità che il Vesuvio si risvegli con una eruzione VEI=4, cosiddetta “sub-pliniana”: è proprio questo, infatti, lo scenario preso in considerazione dalla Protezione Civile per progettare il nuovo piano di evacuazione.

Quello illustrato da Moccia nel video è “uno degli scenari possibili, probabile al 30% dei casi secondo i più recenti studi vulcanologici, e si rifà all’eruzione sub-pliniana avvenuta nel lontano 1631″. Giustamente il geologo fa notare che ad oggi nella zona rossa, ossia quella a più alto rischio, vivono circa settecentomila persona: di conseguenza il rischio coinvolge tutta una serie di comuni dove, nel corso degli anni, si è edificato per consentire abitabilità e urbanizzazione e questo nonostante sia noto che il Vesuvio, oltre a essere attivo, è uno dei vulcani più pericolosi del pianeta.

Nell’aggiornamento del Piano nazionale di protezione civile per il Vesuvio (31 agosto 2018) si legge che “il Piano per l’allontanamento dei 670mila abitanti della zona rossa è in fase di elaborazione da parte della Regione Campania, con il supporto di ACaMIR – Agenzia Campana Mobilità Infrastrutture e Reti, in raccordo con i comuni interessati. Allo stato attuale, la Regione Campania ha individuato, nell’ambito delle attività del Tavolo di lavoro coordinato dal Dipartimento della protezione civile e composto da tutti gli enti e società con competenza nella gestione della mobilità di rilevanza nazionale, le Aree di incontro ed è stata definita la strategia generale per il trasferimento della popolazione presso le Regioni e Province Autonome gemellate”.

La nuova zona rossa, a differenza di quella individuata nel Piano del 2001, comprende oltre a un’area esposta all’invasione di flussi piroclastici (zona rossa 1) anche un’area soggetta ad elevato rischio di crollo delle coperture degli edifici per l’accumulo di depositi piroclastici (zona rossa 2). Tutto questo emerge, infatti, anche dall’animazione proposta da GeoPOP: un lavoro teso a sensibilizzare in merito al rischio di una eruzione che, purtroppo, prima o poi si verificherà. Non a caso il video si chiude con un siparietto dedicato alla consuetudine di “affidarsi a San Gennaro”, girato nella Chiesa di San Gennarello a Ottaviano, dopo il quale viene trasmesso un messaggio che recita: “(San Gennaro) aiutaci a capire che la conoscenza e l‘informazione sono le chiavi per la prevenzione“.

Un messaggio preso seriamente dai cittadini e anche sui social, dove alcune pagine ufficiali hanno giustamente voluto condividere il gran lavoro fatto da Moccia & Co. Ha fatto molto parlare di sé soprattutto il post della S.S.C. Napoli che su Twitter ha voluto collegare la necessità di una corretta informazione per la prevenzione ai cori beceri dei “tifosi” avversari durante le partite del Napoli.

“​Speriamo che il messaggio di fondo di questo video, che è costato mesi di lavoro (per pura passione per la divulgazione scientifica) venga captato da tutti: INFORMAZIONE e PREVENZIONE. L’obiettivo di base è quello di rivalorizzare il ruolo della Geologia e la figura professionale del Geologo in Italia; per far ciò, sono convinto che bisogna coinvolgere le persone, un intero popolo. Solo quando le persone daranno valore al Geologo e alla Geologia, questo valore diventerà concreto” afferma Andrea Moccia, speranzoso che quanto fatto possa essere concretamente d’aiuto alla consapevolezza di quanti (tanti!), tra grazia e dannazione, sono nati e vivono ai piedi del Vesuvio.

“Non si nasce invano ai piedi di un vulcano” (cit. Jorge Pilar)