Somma Vesuviana, va tutto bene…

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Cari consiglieri di opposizione, basta poco, che ce vo’? Volete si faccia un’opera pubblica, si modifichi un atto, volete mettere un punto ad una battaglia politica o cambiarne le sorti? Una bella mozione e passa tutto, vedrete che come per incanto ci si metterà una «pezza» e avrete soddisfazione. Almeno un po’. Cari consiglieri di maggioranza, volete far sentire che ci siete, nonostante un silenzio di quattro anni? Basta poco, prendete esempio e fate una mozione. Forse non sarete accontentati ma qualche minutino di gloria lo avrete anche voi, salvo essere poi tacciati di inesperienza da qualche collega più rodato. Pazienza, se il fine giustifica i mezzi, non siete però stati voi i protagonisti del consiglio comunale di lunedì 25 ottobre dove, come a ricordarci i momenti clou delle assisi in presenza alle quali ci eravamo disabituati, le scintille non sono mancate. Il protagonista è, ormai da tempo, il segretario comunale. L’unica star, attento, sempre pronto a fornire spiegazioni e consigli, il pilastro che regge le sorti del Comune…

Andiamo per ordine: nulla si sa nel dettaglio del punto all’ordine del giorno discusso in seduta segreta ma visto che il proponente, il consigliere Salvatore Rianna, ha impresso al suo tono di voce parecchi decibel sappiamo almeno che un «Vergogna, vergogna» è stato pronunciato. A giudicare dagli interventi successivi di qualche consigliere che, non volendo, vi ha comunque fatto riferimento la questione sarebbe oltremodo seria. Inutile fare esercizio di chiaroveggenza, diremmo. Prima o poi si saprà. Ciò che importa ora è la reunion dell’assise, con consiglieri in aula dopo tantissimo tempo, con pubblico in aula dopo altrettanti mesi, con un segretario comunale che nonostante la presenza fisica sembra non esserci. Gli si chiede un parere? Non ha gli atti. Gli si chiede una spiegazione? Non la fornisce. La fornisce? Al 99,9 per cento sarà quella sbagliata.  Bisognerebbe forse a questo punto fondare un comitato «Salviamo Sommese» giacché il presidente dell’assemblea pubblica sembra lì da solo in aula a tentar di salvar la barca rintuzzando gli attacchi e dando vita a veri e propri siparietti con l’ex collega di gruppo Peppe Nocerino.

In ogni caso ieri, lunedì 25 ottobre, come in un piacevolissimo anticipo di Halloween, il consiglio c’è stato. All’ordine del giorno un’interrogazione del consigliere Vincenzo Piscitelli circa il guasto delle bilance nell’isola ecologica (tre bilance, tre guasti, visto che a Somma Vesuviana le cose si fanno per bene): il consigliere chiedeva nell’interrogazione ahinoi ormai datata 29 agosto, perché non fosse prevista una metodologia sostitutiva, perché non ci si fosse adoperati per consentire ai cittadini uno sgravio Tari e se alla ditta fosse stata comminata un’ammenda. A Piscitelli ha risposto il vicesindaco D’Avino e si è compreso che si sta cercando di capire come ovviare ad altri disguidi e che finora nessuna ammenda è stata comminata.

Molto tempo ha poi preso la mozione a firma dei consiglieri Adele Aliperta e Peppe Nocerino, ossia quella che chiedeva di reinserire nel piano triennale delle opere pubbliche il parcheggio su via Aldo Moro. Una mozione che è stata da qualche banco definita «inutile» giacché nella tarda mattinata la delibera di giunta n. 90 aveva reinserito nel programma delle opere quel parcheggio. «Un tentativo maldestro di correggere gli errori fatti» ha accusato Nocerino. Ai posteri l’ardua sentenza, sempre che almeno loro il parcheggio lo possano vedere. Certo che a sentire l’assessore Ciro Cimmino, bisognerà «ricominciare da zero». Ha detto proprio così, accusando i consiglieri di voler «capitalizzare» le proprie azioni essendo in clima elettorale. Su, assessore, su, non parliamo di propaganda. Dirlo da quei banchi è come voler parlare di corda in casa dell’impiccato: non c’è amministrazione limitrofa che propagandi ogni singolo atto, pure quelli che non ci sono, più della giunta Di Sarno. Su una cosa Cimmino ha ragione: l’invito ad un’interlocuzione pacata. Ha ragione da vendere, ma ci toglierebbe quel po’ di divertimento rimasto: Piscitelli che scopre di non essere più tra le «capre», Nocerino che richiama Sommese perché ha modificato il suo cognome con l’iniziale M come in un lapsus freudiano, Molaro che anche dinanzi all’eruzione del Vesuvio, Iddio ce ne scampi, direbbe che «va tutto bene». Nel frattempo abbiamo scoperto almeno come la pensa Di Sarno sul parcheggio di via Aldo Moro: «Se fosse scelta mia non lo farei, i costi sono esosi ma ridurremo un po’ giacché è volontà di tutti».

La mozione è alfine passata, con 19 voti favorevoli e un astenuto.

C’era un’altra mozione, stavolta presentata dal capogruppo di Siamo Sommesi, Adele Aliperta, e da tre consiglieri di maggioranza: Vincenzo Neri, Angelo De Paola, Vincenzo De Nicola. I consiglieri chiedevano di annullare atti amministrativi (la delibera con la quali si dava indirizzo al responsabile della PO1 – il segretario, sempre lui – di provvedere al reclutamento di un istruttore direttivo di vigilanza attraverso l’istituto del comando, in contrasto con il piano del fabbisogno del personale e in assenza del parere dei revisori, e una seconda delibera che di fatto annullerebbe la prima, con la quale si esprime la volontà di assumere un istruttore di vigilanza categoria D omettendo tempi, ruolo e modalità). I consiglieri ricordavano, nella mozione, che il piano del fabbisogno del personale e l’articolo 110 del Tuel non prevedono contratti per profili di alta specializzazione inferiori ad un anno e in ogni caso non inferiori alla durata del mandato del sindaco. E qui verrebbe da chiederci – anche se taluni consiglieri lo hanno seppur timidamente fatto in aula – come mai un contratto simile è stato fatto eccome, anche se si è – immaginiamo – preferito non infierire poiché il soggetto in questione ha chiuso i ponti con Somma Vesuviana. In più, i consiglieri chiedevano che il consiglio comunale si esprimesse sull’esigenza di espletare immediatamente procedure concorsuali al fine di soddisfare le esigenze reali del comando in evidente carenza di organico.  La mozione potrebbe intitolarsi, volendo esercitare la nostra vocazione: come parlare del comandante dei vigili, senza parlare del comandante dei vigili. Nel frattempo l’assunzione ex art 110 non è più contemplata e la mozione sarebbe solo per questo obsoleta (dixit Luigi Molaro, il nostro eroe della seduta) ma a parlare del comandate, il nome possiamo farlo giacché ci pare a Somma ve ne sia uno solo, Claudio Russo, è stata la consigliera Feola in replica alla collega Aliperta: «Io non ho ancora capito cosa chiedete precisamente. Attendo ancora una degna verifica dei requisiti in sede di concorso, quando si vorrà provvedere eviteremo argomenti poco degni di questo consiglio comunale. Russo è stato assunto come vigile urbano e nello statuto di questo ente non c’è scritto che deve essere comandante, dipende dalla valutazione dei titoli. Aspettiamo che il segretario porti i titoli e vedrete che tutto si risolverà per il meglio». Un intervento dal quale il consigliere Neri ha voluto prendere le distanze, pur ritenendo superata la mozione. E Neri, come De Paola e De Nicola, hanno rintuzzato l’intervento di Piscitelli che faceva loro notare come fosse irrituale una mozione simile per dei consiglieri che siedono in maggioranza. «Dovuto ad inesperienza, ma la loro forza è solida, sono seduti qui» (Molaro dixit). In sintesi, la mozione è poi passata all’unanimità, come espressione di volontà di rimpinguare l’organico del comando di polizia municipale.

Ultima mozione all’ordine del giorno era a firma del consigliere Salvatore Rianna, mozione anche in questo caso superata dalla delibera 90 del 25 ottobre (leggi qui il comunicato stampa). «Una discussione assurda – ha commentato Rianna che si è poi detto soddisfatto – come avete pensato di poter demolire quella scuola?» Il consigliere ha inoltre definito «bugiarda e piena di menzogne» la delibera con la quale si decideva di demolire la scuola di San Giovanni De Matha, progetto dell’archistar Aldo Loris Rossi. Eh sì, perché nel sottolineare che si richiedevano finanziamenti tramite un bando indetto da Ministero dell’Istruzione e dell’Interno, si precisava anche che era stato richiesto parere alla Soprintendenza, conditio sine qua non per intercettare quei fondi. Parere che in quel momento non era di fatto stato richiesto. In merito sono intervenuti il sindaco e l’assessore Esposito: «L’intenzione era dare a Somma scuole a misura di bambino» – ha detto Di Sarno. «In questo caso abbiamo fatto uno scivolone – ha detto l’assessore Esposito, ma abbiamo corretto il tiro e ammesso l’errore». San Giovanni De Matha, dunque, dove negli anni scorsi erano stati rifatti bagni e pavimento, non sarà abbattuta.

Insomma, va tutto bene. E laddove ci fosse qualche problema, c’è sempre il segretario che provvederà.

   

 

 

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