Sant’Anastasia, l’odissea delle associazioni e le prospettive dei candidati sindaco

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Qualche giorno fa l’Uici ha diramato una nota stampa chiedendo a gran voce che non siano dimenticate le persone con handicap e che si comprenda che non può ritenersi una soluzione penalizzare una categoria debole per tutelarne un’altra. Giuseppe Fornaro, consigliere provinciale e responsabile della zona vesuviana per l’Unione Ciechi invocava inoltre con immediatezza spazi adeguati, idonei ai bisogni di persone diversamente abili affinché possano continuare le attività e percorsi di riabilitazione e formazione. Una nota che arrivava dopo la delibera con la quale il commissario Rodà, vista l’emergenza Covid, stabiliva che la “biblioteca” di Madonna dell’Arco (e non a caso mettiamo tra virgolette la parola perché biblioteca non lo è stata mai) servirà ad ospitare alcune aule del I circolo. Dove andranno le associazioni, l’Uici ma anche la Mir ed altre al momento è ancora un’incognita della quale dovrà farsi carico, ma definitivamente, il prossimo sindaco di Sant’Anastasia. Perciò, abbiamo chiesto ai quattro candidati di dire la loro in merito. 

 

In origine era il Centro Liguori di via San Giuseppe, struttura comunale che fu adibita alle attività delle associazioni impegnate nel sociale e all’accoglienza di disabili o minori a rischio. Nel 2007 vi si insediò anche l’Uici, unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e i suoi volontari iniziarono a costruire pian piano percorsi di riabilitazione e sensibilizzazione, a progettare e realizzare eventi di integrazione anche insieme ad altre associazioni con diverse categorie di disabilità. Da allora però, molta acqua è passata sotto i ponti, il «Liguori» è stato pian piano sottratto alle associazioni tra mille polemiche e dopo la chiusura del plesso Sodani, non adeguato alle vigenti norme antisismiche, adibito ad ospitare aule del primo circolo didattico. L’amministrazione Abete «risolse» la questione associazioni assegnando loro alcuni spazi della biblioteca «Giancarlo Siani». «Spazi limitati e caotici che hanno visto morire pian piano tutte le attività di riabilitazione, integrazione ed inclusione a beneficio delle fasce deboli, ma non abbiamo perso la speranza che fosse restituito alla categoria dei disabili un ambiente idoneo – dice Giuseppe Fornaro, consigliere provinciale e responsabile della zona vesuviana per l’Unione Ciechi – purtroppo questo non è mai avvenuto, deludendo ogni speranza e anzi, con l’avvento del Covid -19, la decisione del commissario prefettizio, chiamato a risolvere il problema delle scuole, è stata quella di sfrattare i disabili fino a data da destinarsi, condannandoli a continuare un lockdown forzato». Il problema non riguarda solo l’Uici ma anche l’associazione Mir ed altre realtà, c’è da dire però che per i ciechi è più difficile, anche se fosse trovata una soluzione in altra struttura. «Nei locali della biblioteca – prosegue Fornaro – ad aprile 2019 fu installato il nuovo sistema tattilo vocale che mira all’autonomia, alla mobilità e alla fruizione autonoma degli spazi per le persone con disabilità visiva, i soci hanno compiuto numerose esercitazioni per imparare ad utilizzare il percorso, arrivando a spostarsi tutti autonomamente nei locali, estirparli da lì vuol dire precipitarli in condizioni di delusione e frustrazione. Comprendiamo che occorrano aule, ma non è tollerabile che in una società moderna la soluzione sia penalizzare una categoria debole per tutelarne un’altra». Nella delibera commissariale è ben precisato che, una volta cessata l’emergenza Covid, l’edificio di Madonna dell’Arco potrà riprendere la sua destinazione ma, di fatto, ogni decisione spetterà al sindaco eletto a settembre o dopo l’eventuale ballottaggio di ottobre. E ciascun possibile primo cittadino, tra i quattro candidati in lizza, ha la sua idea.

Enzo Iervolino

Enzo Iervolino, per esempio, che il Centro Liguori fece nascere sotto la sua amministrazione (1997- 2007), commenta: «Non vorrei sparare sulla Croce Rossa ma è dal 2007 che chi ha governato non ha fatto altro che distruggere, smantellare. Tutto va ripensato, ricollocato, con una struttura adeguata ad ospitare tutte le attività sociali e non è detto che il Centro Liguori non possa tornare ad essere fucina di attività così come lo abbiamo lasciato. Per il momento, se dobbiamo pensare ad una soluzione, l’unico edificio che abbia un accesso per disabili è la struttura di via Primicerio che fino a poco tempo fa ospitava polizia locale e uffici urbanistica».

Carmine Pone

Di diverso avviso è il candidato sindaco Carmine Pone (sindaco dal 2007 al 2009): «La soluzione c’era e stavano per adottarla, hanno anche sondato il mercato, tant’è che nella delibera commissariale risulta la disponibilità di alcune aule nell’istituto proprietà dei Padri Domenicani a Madonna dell’Arco, ma si è preferita la soluzione più economica finendo per sottrarre spazi alle associazioni. Non discuto né l’economicità, né l’emergenza che è reale, ma si poteva pensare ad affittare per esempio due aule invece di quattro, contenendo i costi senza dover penalizzare nessuno. Il futuro? Ci si dovrà far carico di un adeguato spazio fisico per ospitare le attività sociali ma nel frattempo, una buona soluzione a medio termine sarebbe quella di ospitare le associazioni nel Centro Anziani di via IV Novembre».

Carmine Esposito

Il candidato sindaco Carmine Esposito (già sindaco dal 2010 al 2013) d’altro canto, concorda con uno dei suoi predecessori sulla soluzione definitiva circa la destinazione delle associazioni che operano con disabili, minori a rischio ed altre fasce deboli: «Non vorrei rivangare il passato ma negli ultimi anni è stato un gioco allo sfascio con il patrimonio comunale, basti pensare al plesso Sodani, al mattatoio comunale, all’edificio di via Primicerio, il risultato è che ora ci si trova, in piena emergenza Covid, a dover urgentemente reperire una destinazione dignitosa non solo per l’Unione Ciechi ma anche per la Mir e altre associazioni. Ritengo che la soluzione migliore sia via Primicerio, con adeguati interventi sulla struttura. Sul resto del patrimonio, laddove toccasse a noi il governo della città, andranno fatte verifiche: penso per esempio all’incubatore d’impresa che ospita al momento un’attività che nulla sta dando al territorio o alla biblioteca alla quale va data una dignità e una connotazione adeguata, un paese civile non è tale senza una biblioteca».

Rosalba Punzo

Per la candidata sindaco Rosalba Punzo, già presidente del consiglio comunale che ha già inserito nel programma la volontà di non percepire alcuno stipendio se dovesse andare a ricoprire la carica di sindaco, la situazione va studiata nel dettaglio, ottimizzando la resa del patrimonio degli immobili comunali. «L’emergenza va gestita qui e ora, dunque si dovrà risolvere mettendo a disposizione, anche in parte, locali comunali, toccherà poi al prossimo sindaco, da qui a poco più di un mese, preoccuparsi di adibire un adeguato luogo fisico di aggregazione e, se dovessi essere io, sarà di sicuro una priorità».