Nuovi sviluppi su «Concorsopoli», l’inchiesta che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale di Sant’Anastasia e consegnato la città alla gestione commissariale.
Da ieri in custodia domiciliare, dopo tre mesi e cinque giorni di carcere, l’ex segretario generale del comune di Sant’Anastasia, Egizio Lombardi. Il gip Fortuna Basile ha infatti accolto l’istanza del difensore di Lombardi, l’avvocato Antonio De Simone consentendo, con parere favorevole del pubblico ministero Luca Pisciotta, gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Ponticelli, fermo restando il divieto di comunicare con l’esterno. La misura cautelare meno afflittiva arriva in virtù della piena collaborazione dell’ex segretario che ha non solo ammesso le sue responsabilità ma anche fornito un apporto utile alle indagini. Sarebbe imminente una misura simile anche per Alessandro Montuori, l’imprenditore salernitano titolare dell’agenzia selezioni e concorsi ma nel pomeriggio di ieri ancora non ve n’era la certezza e in ogni caso il suo legale Vincenzo Desiderio (che difende Montuori con il collega Antimo D’Alterio) non ha confermato la circostanza.
I due, Lombardi e Montuori, sono stati più volte interrogati nelle ultime settimane e protagonisti di un confronto al quale avrebbe preso parte anche Pasquale Iorio, l’ex consigliere comunale che già da dicembre, primo degli arrestati a collaborare, è in custodia domiciliare. Resta in carcere, da quel 6 dicembre in cui la guardia di finanza eseguì gli arresti dopo mesi di illuminanti indagini e intercettazioni, l’ex sindaco Lello Abete (difeso dagli avvocati Isidoro Spiezia e Valentino Di Ludovico).
I quattro (Abete, Lombardi, Montuori, Iorio) avevano messo su un sistema per truccare le prove dei concorsi pubblici indetti al comune di Sant’Anastasia e – per quanto concerne Lombardi e Montuori – si trattava di condotte illecite perpetrate, sembra, anche altrove. Di carattere estemporaneo, limitato a procurarsi voti e sovvenzioni per le elezioni amministrative scorse, per Iorio e, soprattutto, per Abete. Insomma, i vincitori dei concorsi anastasiani erano tutti soggetti che avevano sganciato denaro per conquistarsi l’ambito posto di lavoro e – in numerosi casi – così avevano fatto anche i successivi concorrenti presenti in graduatoria, meramente per l’idoneità confidando nello scorrimento. Tutti ai domiciliari tranne l’ex sindaco, dunque. Ma oggi stesso i suoi legali faranno istanza affinché anche a lui sia concessa la misura meno afflittiva, sia per la non possibilità di reiterare i reati e nonostante non vi sia stata né confessione né collaborazione perché Abete persiste nel silenzio. Intanto, il 25 marzo – emergenza coronavirus permettendo – ci sono due appuntamenti in Cassazione. Si deciderà quindi sia sul ricorso presentato dal pm Pisciotta rispetto alla decisione del Riesame che annullava l’accusa di associazione a delinquere, sia su quella avanzata dai difensori di Abete sul diniego di scarcerazione. Nel frattempo, mentre la vicenda che ha provocato il commissariamento del Comune prosegue nelle aule giudiziarie, a Sant’Anastasia la politica si unisce, tutta, da sinistra a destra, protestando contro la gestione commissariale. Solo ieri, ad esempio, è stato dato da Palazzo Siano il placet per tenere il mercato settimanale, in verità ampiamente disertato e con flusso controllato dalla polizia locale. Una decisione giudicata “leggera” sia da ex amministratori sia da ex oppositori, tant’è che starebbero valutando di rivolgersi al Prefetto per enumerare tutte le mancanze, scollamento con la città in primis, attribuite alla triade commissariale.