San Sebastiano, quell’ordigno non si è mosso da solo!

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Il luogo del rinvenimento.

Alcune considerazioni del cronista che ha assistito ieri alla rimozione dell’ordigno bellico a San Sebastiano al Vesuvio.

Certo è che la normalità è un concetto alquanto sfuggevole e soprattutto volubile qui da noi. Dovrebbero esistere delle regole, nel vivere quotidiano che, oltre al valere per tutti possano essere un baluardo per chi vuole garantite le minime regole di coesistenza.

Questo pensavo ieri quando scrivevo l’articolo sull’ordigno rinvenuto a San Sebastiano. Sì perché l’Alveo Buongiovanni è una zona che conosco, ci passo spesso e come me ci passa parecchia gente e quel proiettile da cannone non stava certo lì dalla seconda guerra mondiale, non è stato rinvenuto in seguito ad uno scavo e nemmeno c’è rotolato da solo. Qualcuno lì ce l’ha messo e gli operatori ecologici della Green Line che l’hanno rinvenuto mentre bonificavano quella stradina di campagna, sono stati solo gli ultimi a rischiare la vita per colpa di chi lo ha gettato al margine di un muro di cinta.

Sono riuscito anche a sapere che quell’ordigno bellico stava lì da mesi e che qualcuno lo aveva in precedenza anche raccolto senza rendersi conto della sua pericolosità, per poi lasciarlo lì alle intemperie; pericolosità confermata dal Genio Militare, intervenuto per il suo prelievo, garantendone carica e potenza esplosiva, anche in assenza di innesco. Cosa sarebbe accaduto quindi se un automezzo ci fosse passato sopra? O se l’avesse spinto con forza verso uno dei muri che inglobano la stretta via Buongiovanni? Se la benna di un bobcat, impegnato nelle pulizie di quei luoghi, vi avesse cozzato sopra, cosa poteva accadere? E se invece ci avessero giocato dei bambini o se ancora, lì esposto, alla nostra arsura estiva, si fosse surriscaldato? Ecco, questo vorrei chiedere a chi ha messo lì quel grosso proiettile.

Se lo avesse trovato un contadino in campagna, che problemi avrebbe avuto nel denunciare il fatto ed avvertire le autorità per un pronto intervento? È evidente che chi lo ha fatto, lo ha fatto perché non voleva avere problemi, lo ha fatto poiché doveva nascondere qualcosa o voleva proseguire quello che stava facendo senza intoppo alcuno.

Ecco dunque il riassunto della storia del nostro Paese: il beneficio del privato a scapito di ciò che è collettivo, salute e vita incluse e la cronaca nazionale non fa altro che confermare questo assioma e il suo tragico contrappasso.

Il 118 intervenuto per l’emergenza.
Carabinieri e Genio dell’E.I. all’opera.
Zoomata dell’ordigno.
L’ingresso di Via Alveo Buongiovanni.