La riapertura dei plessi scolastici a Pollena si affaccia in un clima offuscato dai dubbi. Rosa Coppola, vicepreside dell’Istituto Viviani, risponde ai timori di genitori e alunni.
Da quando si affacciava mesi fa diventando una piaga mondiale, il Covid19 ha lentamente trasformato la vita di tutti. Dalle prime chiusure cui ci si è dovuti adattare, ad oggi, alla luce di una ripresa necessaria, la scuola imprescindibile diritto di bambini e ragazzi è pronta a ripartire, in un paese ancora immerso nei troppi dubbi.
I genitori di Pollena Trocchia si trovano così a chiedere certezze per quella che sarebbe stata una riapertura prevista per il 24 settembre e poi rinviata al 28 a causa anche dei quasi concomitanti giorni di elezioni. A loro, ai dubbi e alle incertezze, risponde la vicepreside responsabile dell’Istituto Viviani, parte dell’Istituto Comprensivo G. Donizetti diviso in più complessi sul territorio; perché ci sia un clima di serenità e un canale di comunicazione tra due parti che necessitano di collaborare: genitori e insegnanti.
“Capisco lo stato d’animo dei genitori preoccupati per la ripresa in questo clima di incertezze generali ma sento di rassicurarli ribadendo che lavoriamo sulla sicurezza da mesi – afferma la dottoressa Coppola – Nel pieno rispetto delle normative i nostri alunni avranno ingressi e uscite scaglionate, divisioni chiarite da segnaletica alla quale lavoriamo da tempo. La riapertura rimandata è dipesa anche dall’immane lavoro reso ancora più complicato dalle elezioni. Abbiamo preferito che non ci fosse confusione tra giorni di votazioni e inizio delle attività scolastiche”.
E sul dubbio dei genitori sui fatidici banchi monoposto ancora attesi, si intenda in più luoghi non soltanto nei plessi di Pollena, la dottoressa Coppola tiene a sottolineare che “gli studenti saranno adeguatamente distanziati tra di loro in attesa del banco monoposto. Le nostre disposizioni sono state tutte attuate secondo le norme. C’è spazio tra loro ma anche tra le file per consentire adeguata distanza tra studenti ma anche tra loro e gli insegnanti. Ciò che preme è la sicurezza, insieme alla Preside dell’Istituto, la dottoressa Angela Rosauro, abbiamo lavorato per questo, siamo insegnanti ma anche genitori. Abbiamo la fortuna di avere plessi di grande capienza che ci hanno permesso di comporre le classi evitando il sovraffollamento. In un solo caso abbiamo dovuto formare una classe spostandola dal plesso di San Gennariello al Cesare Battisti. Molti genitori sollevano inoltre la questione del controllo delle condizioni degli adeguamenti, dobbiamo ricordare che non è possibile accedere all’interno degli istituti se non appartenenti all’organico scolastico proprio per evitare contatti e contaminazioni. Tengo anche a rispondere alla questione del disaccordo sulle mascherine necessarie per più ragioni, se ci fossero problematiche respiratorie su di un alunno, un certificato medico consentirà un uso appropriato anche in quel caso”.
Un lavoro enorme quello portato avanti da mesi tra dirigenti, coordinatori e collaboratori per rispondere alle normative, applicarle facendo ognuno la propria parte, riconoscendo che gli atavici problemi dell’edilizia scolastica in Italia trascurati da anni dalle amministrazioni, non hanno reso gli adeguamenti semplici, cosa riguardante non solo il territorio di Pollena, ma l’Italia intera.
Sulla certezza della sanificazione la dottoressa Coppola tiene a ricordare di aver richiesto un potenziamento perché i locali fossero adeguatamente trattati: “Per ogni piano dei nostri Istituti ci sono gel sanificanti. La sanificazione sarà attuata più volte durante il giorno e ogni volta che saranno utilizzati i bagni. Abbiamo gel e guanti anche per le lavagne, e personalmente ho richiesto che le correzioni avvenissero proprio alla lavagna per evitare ogni contatto con il materiale scolastico degli studenti. Un lavoro come si può immaginare, assolutamente nuovo ed enorme, al quale cerchiamo di rispondere con tutta la nostra capacità. Capisco le perplessità dei genitori, ma da genitore ed insegnante vorrei sottolineare che il nostro lavoro ha il fine di tutelare ognuno di loro, e ognuno di noi. Vorrei si fidassero del nostro impegno”.