ACERRA. Minoranza assente, salta la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. E’ l’esito dell’odierna seduta del consiglio comunale di Acerra, dove all’ordine del giorno c’era il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre. Hanno disertato l’aula otto dei nove membri dei gruppi consiliari Movimento Cinque Stelle, Democratici X Acerra, Per Acerra Unita, Movimento di Popolo, Patto per Acerra, Piatto Sindaco, Più Acerra Cambiamo e Acerra Ecologisti & Cittadini.
Il provvedimento, infatti, che ha già ricevuto il via libera dalla giunta a gennaio del 2020 e necessita soltanto del passaggio in Consiglio, per essere approvato ha bisogno dei voti favorevoli dei 4/5 dell’Assise.
Per l’occasione sono anche stati invitati diversi studenti accompagnati dai rispettivi dirigenti scolastici, oltre ai rappresentanti delle associazioni civiche e dei partiti che nel tempo si sono fatti promotori della proposta.
“Sono profondamente amareggiato per la scelta della minoranza e rammaricato che Acerra non abbia potuto conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre – ha sottolineato il sindaco Tito d’Errico – a maggior ragione perché la maggioranza aveva già recepito le integrazioni alla delibera avanzate sia dalla stessa opposizione consiliare che da quella che non ha rappresentanza in Assise”.
In apertura di seduta il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione in Emilia-Romagna.
Maietta parla a nome della minoranza – L’intervento del Vice Presidente del Consiglio comunale Salvatore Maietta, intervenuto a nome dei 9 consiglieri di opposizione, 8 dei quali assenti per decisione politica, nella seduta per la concessione della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre.
“Care colleghe e cari colleghi componenti del Consiglio comunale, rivolgo un saluto alle autorità presenti e a chi è venuto qui per celebrare quello che nelle intenzioni dovrebbe essere un momento solenne e storico.
Un rispettoso pensiero a S.E. Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra, a cui voglio dire, proprio nei giorni in cui perdiamo per tumore dei figli giovanissimi, che condividiamo che oggi la Resistenza è soprattutto non far calare il sipario sull’emergenza ambientale.
Sono qui soprattutto per voi, che con passione e altruismo lavorate affinché Resistenza, Memoria, Antifascismo, Democrazia, siano quotidianamente difese e praticate. Come in questi banchi facciamo anche noi.
Per questo sono certo che non ci saranno difficoltà a farvi comprendere il senso di una scelta di militanza. Sono il Vice Presidente del Consiglio comunale e uno dei 9 consiglieri di opposizione. Come vedete nei nostri banchi gli altri 8 colleghi non ci sono e sono qui per spiegarvi le ragioni di una scelta sofferta, ovviamente criticabile, ma senza dubbio autentica e meditata.
Il riconoscimento della cittadinanza è un momento istituzionalmente solenne, lo dice il nostro statuto, lo ribadisce il nostro regolamento, il quale addirittura prescrive che debba celebrarsi nelle festività natalizie. Proprio per questo, sempre ma soprattutto in questo caso, è obbligatorio che forma e sostanza camminino assieme, perchè la forma è sostanza.
Quando poi il riconoscimento viene conferito ad una personalità che per una vita ha combattuto i soprusi e si è spesa per insegnare, con l’esempio, che il fascismo e tutti i totalitarismi nascono dal declino sistematico di regole e norme che una comunità si è data, che il fascismo è la prevaricazione dell’io sul noi, il rispetto delle regole non è obbligatorio ma un imperativo.
Proprio per questo mi sono fatto carico di far rilevare le illegittimità prodotte nel procedimento di convocazione di questa seduta, ma il Presidente ad una occasione di unità ha preferito, ancora una volta, sfidare, eludendole, le regole democratiche che la città si è data.
Mi sono chiesto e qui, ora, vi chiedo: non è questo un atteggiamento fascista?
L’ennesimo che si consuma in questo consesso, il luogo che rappresenta e dove si celebra l’antico rito della democrazia rappresentativa della Città.
In questi mesi abbiamo difeso le istituzioni democratiche della Città.
Lo abbiamo fatto ad ogni seduta del consiglio comunale, anche quando questa aula era vuota e non c’era nessuno. Anche il giorno di Carnevale, come ricorderete.
Lo abbiamo fatto quando abbiamo impugnato la delibera che toglie la scuola del 1 circolo ai nostri figli solo per un puntiglio personale…..
Gli studenti che sono oggi presenti devono sapere che proprio qui, in questo Consiglio comunale, si sono negati contributi per la mensa gratuita, aule dignitose, investimenti su educazione e sicurezza.
Anche i Dirigenti scolastici hanno oramai direttamente conosciuto una nuova forma di fascismo istituzionalizzato.
Troppi i casi che ci sono stati segnalati: non ti aggiusto i bagni, il centralino, l’adsl, non ti finanzio i tuoi progetti, non ti do il patrocinio, se non ti pieghi e genufletti politicamente ed elettoralmente.
In fondo è la stessa prepotenza e arroganza che è stata denunciata dai sindacati di questo Ente, con cambi di turno, demansionamento, cambi di ufficio, riduzione dei diritti e di salario solo per fini punitivi.
Acerra è Città della Resistenza ed è intollerabile che il monumento alla Resistenza posto in Città abbia come sponsor la società A2A, che grazie ad una azione militare, realizzò e ancora gestisce l’inceneritore.
Nonostante tutto questo, abbiamo ritenuto e sostenuto questo momento celebrativo così significativo ed importante. Il Presidente, addirittura, intendeva iscrivere l’argomento insieme a quelli ordinari di una ordinaria seduta, e già in quella circostanza abbiamo dovuto segnalare la sottovalutazione della portata di questa scelta.
Acerra è Città della Resistenza, lo ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica in occasione della sua visita dell’anno scorso per la ricorrenza del 25 aprile e per questo abbiamo proposto emendamenti integrativi per attualizzare la delibera.
Ma in queste ore è, però, accaduto un fatto nuovo: la conferma in secondo grado della condanna di un consigliere comunale in carica, per truffa contro il Comune e quindi ai danni degli acerrani, con l’Ente, cioè la nostra Comunità, costituita Parte Civile.
Sia ben chiaro che noi auguriamo al collega di poter dimostrare in terzo grado la sua estraneità ai gravissimi fatti contestati ed è per questo che gli chiediamo di rinunciare alla prescrizione.
Ma oggi più che mai questo consiglio comunale, che vuole praticare e insegnare a tutti questi ragazzi presenti i valori dell’antifascismo e della legalità, perde di credibilità e non possiamo accettare il rischio che un simbolo di amore per la verità e di lotta ai soprusi diventi solo uno strumento di facciata, e noi non possiamo permettere che tutto ciò possa avvenire con i nostri voti.
Dobbiamo oggi, qui, domandarci cosa è oggi l’antifascismo.
Per noi è soprattutto dire a gran voce che non ci stiamo.
Per noi è dire a gran voce che il valore di una persona, quale è la senatrice Segre, è troppo importante e incommisurato, e non può essere svilito da un consiglio che rischia di trasformarsi solo nell’ennesimo teatrino di questa Amministrazione comunale.
Sono certo, siamo certi, autorità e ragazzi che siete qui, che capirete il senso del nostro disgusto.
Grazie per l’attenzione”
Piatto attacca D’Errico – “Il Regolamento, approvato all’unanimità del Consiglio comunale, prescrive che la concessione della Cittadinanza Onoraria sia deliberata dai 4/5 dei componenti il Consiglio comunale. E’ una scelta vigente in tutti i Comuni italiani perchè su temi come questi non esiste la logica della maggioranza e dell’opposizione.” Così il consigliere comunale di Andrea Piatto commenta quanto avvenuto pochi minuti nella seduta che avrebbe dovuto conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
“A fine seduta il Sindaco, anzichè operare nel senso del suo giuramento sulla Costituzione, attivandosi per rimuovere le ragioni esposte dal Vice Presidente del Consiglio comunale, propone di modificare le regole in corsa, svelando, a chi ancora non lo conosce bene, la sua natura non autenticamente antifascista. Ho detto nei giorni scorsi che avremmo scoperto, in questo passaggio, quanto fascismo praticato c’è nell’antifascismo enunciato.”
“E il Sindaco d’Errico non ci ha messo molto a darci ragione. Credo che dopo i fatti di oggi e le sue parole di oggi, si sia palesata l’inadeguatezza di questo Sindaco, a cui chiediamo, da autentici antifascisti e partigiani della Repubblica, di rassegnare le dimissioni subito”.