Torna per il quattordicesimo anno consecutivo il Marigliano in Jazz festival, evento simbolo dell’estate mariglianese, stavolta posticipato a causa dell’emergenza coronavirus. Non tutti i mali vengono per nuocere, però: alla ricerca di maggiori spazi dove poter collocare la location delle due serate previste, gli organizzatori hanno potuto esaudire un desiderio antico, quello di ambientare il festival nella suggestiva cornice del boschetto del Palazzo Ducale. Un luogo ameno, esclusivo, il polmone verde della città, appannaggio delle Figlie della Carità dell’ordine vincenziano che ne detengono la proprietà dal lontano 1935 e spesso lo aprono alla comunità, come in questo caso, con grande generosità.
Vale la pena sottolineare che dopo le tribolazioni economiche degli ultimi anni (non si sapeva mai, fino all’ultimo momento, se i soldi per la manifestazione ci sarebbero stati o meno), quest’anno le difficoltà si sono addirittura moltiplicate, a causa della pandemia ma soprattutto della situazione impossibile che vive il Comune di Marigliano, alle prese con un commissariamento e un bilancio ballerino. Di conseguenza il festival jazz ha dovuto rinunciare al consueto finanziamento pubblico, affidandosi “alla generosità di privati e aziende” – come riporta Saverio Sodano, presidente di Skidoo, l’associazione promotrice del festival – e ridimensionando il format: da tre serate si passa a due, entrambe con il patrocinio (soltanto) morale della casa comunale.
Nel suggestivo scenario dei giardini del Palazzo Ducale di Marigliano, i concerti avranno inizio alle ore 21:00, con ingressi contingentati nel pieno rispetto della normativa vigente per l’emergenza Covid-19. A tal proposito, precisano incessantemente gli organizzatori, la fruizione delle performance è libera ma esclusivamente su prenotazione: per contatti è possibile interagire tramite l’indirizzo e-mail del festival info@mariglianoinjazz.it oppure il numero di telefono 3296157789, preferibilmente via SMS, Whatsapp o Telegram. “Vi preghiamo di fornire i nominativi dei prenotati e, se possibile, anche i dati delle carte di identità valide o altro documento di riconoscimento, per le norme sul tracciamento che speriamo non debbano servire. Grazie per la Vostra collaborazione”, sottolineano ancora i promotori dell’iniziativa.
“Mi raccomando di prenotare inviandoci anche nomi e numeri dei documenti di identità: non potremo far entrare persone senza prenotazione, quindi vi prego di non creare assembramenti all’ingresso di piazza Castello – ci tiene a indicare Saverio Sodano – I concerti sono stati pensati per accontentare un po’ tutti. Il quartetto di Giovanni Amato è uno dei migliori nel panorama nazionale e non solo. Giovanni è uno dei massimi trombettisti europei. Il gruppo e composto da musicisti talentuosi e di grande espressività. Il duo minimalista tra Carlo Lomanto ed Emilia Zamuner riporterà in chiave intimista brani di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong che sono dei capolavori immortali. Sarà anche l’occasione per raccogliere firme per il Castello come luogo del cuore FAI. Venite sereni. Nonostante le difficoltà volevamo a tutti i costi dare continuità alla manifestazione”.
La kermesse musicale, dal 2007 cuore pulsante della bella stagione in città, con le raffinatissime performance di artisti italiani e internazionali, si svilupperà su due serate previste per giovedì 10 e sabato 12 settembre. Si parte con Amato-Santaniello quartet, un gruppo che per l’occasione proporrà un repertorio basato su brani di Donald Byrd e Pepper Adams, negli anni ‘60 autori di notevoli pagine del jazz di New York attraverso storiche incisioni, da studio e dal vivo, per la famosa etichetta Blue Note. Giovanni Amato, trombettista salernitano dalla tecnica eccelsa e dall’espressività tipica del miglior hard bop (Freddie Hubbard è il suo modello di riferimento) e compositore di notevole spessore, ottimo arrangiatore, è un musicista completo che ha collaborato con diversi artisti di fama mondiale come Tom Harrell, Lee Konitz, Danilo Pérez e Steve Grossman, tra gli altri. Andrea Santaniello, invece, è un sassofonista avellinese di grande talento che nel settembre 2012 ha ricevuto il premio Nino Rota in occasione del XIII Festival Internazionale di musica ritmo sinfonica di Cava de’ Tirreni e ha collaborato con artisti internazionali della scena jazzistica quali Dado Moroni, Andrea Pozza, Roberto Gatto e Daniele Scannapieco.
Il secondo appuntamento, previsto per sabato 12 settembre, vedrà protagonisti Carlo Lomanto (voce e chitarra) ed Emilia Zamuner (voce), che per l’occasione proporranno “Ella e Louis”, un tributo rivisitato in chiave minimale del repertorio dei dischi che Ella Fitzgerald e Louis Armstrong incisero insieme. La continua ricerca sulle potenzialità espressive della voce e sull’utilizzo della stessa in maniera più prettamente strumentale, ha condotto negli anni Lomanto ad approfondire e a diventare uno dei più ferrati utilizzatori della tecnica dello Scat e a una sua personale ed originale ricerca sull’uso dell’elettronica, attraverso l’utilizzo di apparecchiature che gli permettono di trasformare, armonizzare e registrare la sua voce in diretta. Emilia Zamuner è docente di canto jazz al Conservatorio “Gesualdo Da Venosa” di Potenza e di canto jazz e pop al “Centro della Voce” di Napoli. È probabilmente il miglior talento vocale esistente in Italia dalle doti eccellenti e al di sopra della media.
In piena sinergia con la volontà della suor servente del Palazzo Ducale, Adele Capurro, quella del festival jazz sarà anche una occasione ulteriore per sostenere la sopravvivenza del bene culturale simbolo della città di Marigliano: sarà possibile, con un piccolo ma significativo gesto, contribuire alla tutela e alla salvaguardia dell’amato “castello” votando (sul sito o tramite i moduli cartacei presenti alle serate) l’antica dimora ducale come “Luogo del Cuore” FAI, iniziativa promossa dal Fondo Ambiente Italiano grazie alla quale, in città, è già stato premiato e valorizzato il neonato Santuario Madonna della Speranza (ex convento dei frati minori di San Vito).
Aiutati che la città ti aiuta!