Ieri mattina deve aver avuto luogo una riunione di giunta comunale particolarmente ispirata: gli assessori dell’amministrazione guidata dal sindaco Peppe Jossa, tutti presenti tranne Raffaele Coppola, con una serie di delibere hanno dato il là a una grande operazione tesa a intercettare fondi pubblici per il rilancio concreto della città.
Si comincia dalla riforestazione, grazie all’opportunità offerta dal decreto 9 ottobre 2020 della Città Metropolitana di Napoli, con il quale l’ex provincia prevede l’assegnazione di 15 milioni di euro per progetti che non possono prevedere costi complessivi superiori a 500mila euro. Il Comune di Marigliano, approfittando dell’ultimo giorno utile, ha candidato la sua proposta che prevede la realizzazione di una foresta urbana e periurbana lineare per
la riconnessione ecologica tra il sistema idraulico del Vesuvio e quello dei Regi Lagni. Il quadro economico dell’intervento progettuale – che prende il nome di “Una green line tra città e campagna” – prevede un investimento di 496.025,00 euro, appena qualche spicciolo sotto il limite imposto dalla Città Metropolitana. Il progetto, del cui procedimento è responsabile l’ingegnere Andrea Ciccarelli del settore urbanistica, contempla la realizzazione di percorsi ciclopedonali lungo gli argini dell’antico reticolo di canali rettilinei che attraversano il territorio comunale da sud a nord, verso il casertano.
Una seconda delibera riguarda il Programma Nazionale Innovativo per la Qualità dell’abitare che finanzia, tra le altre cose, anche interventi di rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici non utilizzati, dismessi e degradati, anche destinati a usi temporanei, oltre a interventi di riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica, di incremento di alloggi di edilizia residenziale sociale, compresi la realizzazione e l’acquisto di alloggi da utilizzare a rotazione per le assegnazioni temporanee. In questo caso l’amministrazione ha deciso di presentare un progetto denominato “Abitare tra centro e periferia (Prospettive e programmi di rigenerazione urbana a Marigliano per una città laboratorio pro-attiva e sostenibile nella Città Metropolitana di Napoli)”, che “individua una specifica e definita strategia, che attribuisca all’edilizia sociale un ruolo prioritario, e che sia mirata a dare risposte coerenti ai bisogni che caratterizzano l’ambito prescelto, costituita da interventi e misure riconducibili a cinque linee principali d’azione”, riportate anche nel documento presente in Albo Pretorio:
- Riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale e incremento dello stesso;
b. Rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico e all’uso temporaneo;
c. Miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbano-locali;
d. Rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa, incrementando la qualità ambientale e migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici anche attraverso l’uso di operazioni di densificazione;
e. Individuazione e utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all’autocostruzione.
Un progetto corposo, che formula una richiesta di finanziamento pari a 14.997.130,96 euro, ancora una volta appena sotto il limite di 15 milioni fissato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’eventuale assegnazione dei finanziamenti passerà anche in questo caso attraverso un avviso della Città Metropolitana di Napoli, che si occuperà della selezione delle proposte da candidare. Sicuramente un deciso passo avanti nel forgiare quella visione politica che oggi è indispensabile per guidare un’azione amministrativa “riformista”, come quella che sembra emergere dalle linee programmatiche recentemente condivise dalla maggioranza: in tal senso la presenza in giunta di assessori come l’architetto Anna Terracciano (pianificazione territoriale e rigenerazione urbana) e il dott. Nicola Di Raffaele (internazionalizzazione delle aree di sviluppo e gestione dei fondi europei, nazionali e regionali) si fanno sentire.
A tutto questo si aggiunge anche la manifestazione di interesse promossa in funzione dell’acquisizione al patrimonio comunale di alcuni beni confiscati in via Isonzo, all’interno del Parco Rea: in particolare si tratta di un fabbricato composto da un piano interrato adibito a garage e da sei piani più sottotetto fuori terra adibiti a civili abitazioni. Una confisca che lo scorso 19 novembre è stata acquisita al protocollo generale dell’ente, in virtù di una nota dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che chiedeva al comune se fosse interessato all’acquisizione, per fini sociali, del bene immobile in questione. Una serie di spazi che potrebbero essere destinati, per esempio, alle associazioni presenti e attive sul territorio comunale, come ha più volte ripetuto il primo cittadino negli ultimi tempi. Tutto questo in attesa che lo stesso iter venga definito anche per il mastodontico San Nicola Park Hotel, da tempo confiscato e in attesa di essere acquisito al patrimonio dell’ente.
Dulcis in fundo, la comunità può accogliere con interesse e soddisfazione l’approvazione, da parte del Comune di Marigliano, del protocollo culturale d’intesa tra la Parrocchia del Sacro Cuore a Pontecitra e il Parlamento della legalità internazionale, fondato e coordinato inizialmente come “Centro Studi Parlamento della Legalità” da Nicolò Mannino che ne è l’ideatore, e nato dopo anni di intensa attività culturale antimafia ancor prima delle stragi di Capaci e Via D’Amelio: una iniziativa lodevole che alimenta il suo impegno culturale nel sociale proponendo strategie educative finalizzate a non cadere nella trappola della malavita organizzata e del surrogato mafioso che dilaga in ogni settore. Un progetto, quello pensato per Marigliano, che coinvolge circa cinquecento famiglie e che, come recita l’art. 1 del protocollo, “intende stabilire, con spirito di sussidiarietà e gratuità, un’intesa tra le parti per la promozione della cultura e della legalità, soprattutto del rispetto e dell’amore per l’altro, per costruire emotivamente esperienze stimolanti in luoghi dove ordinariamente irrompe la cultura della prepotenza”.
Si mettono dunque le basi per dare impulso alla volontà dell’attuale amministrazione di realizzare “un progetto di modificazione profonda della città in cui si affrontino con coraggio e visione progettuale le sfide che questa fase storica necessariamente impone”, contro “la convergenza di una molteplicità di fattori di stress”, come si legge nell’incipit del documento programmatico elaborato da chi oggi governa il territorio.
L’auspicio è che sia davvero la volta buona.